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Huawei lancia la sfida a Nvidia: arriva il supercomputer IA senza chip americani

Huawei sfida le sanzioni USA: ecco il supercomputer per l’IA senza chip Nvidia che punta a rendere la Cina tecnologicamente indipendente e a scuotere il mercato globale.

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Le sanzioni, si sa, sono un’arma a doppio taglio. Nate per mettere in ginocchio un avversario, a volte finiscono per fornirgli la motivazione necessaria a diventare più forte e indipendente. Sembra essere proprio questo il caso della Cina e di Huawei, che, messa alle strette dalle restrizioni americane, ha appena calato sul tavolo una carta che potrebbe sparigliare il gioco nel settore dell’intelligenza artificiale.

Durante la sua conferenza annuale “Connect Conference” a Shanghai, il colosso di Shenzhen ha annunciato quello che definisce il “cluster di calcolo supernode più potente al mondo, con una caratteristica fondamentale: è stato sviluppato interamente con processi di produzione di chip locali. In altre parole, la Cina ha trovato un modo per ottenere una potenza di calcolo di livello mondiale senza dover dipendere dai chip avanzati di Nvidia, l’azienda che finora ha dominato incontrastata questo mercato.

Come ha dichiarato Xu Zhijun, vice presidente di Huawei, l’obiettivo è chiaro: “realizzare una soluzione di calcolo ‘supernode + cluster’ utilizzando processi di produzione di chip disponibili in Cina per soddisfare le crescenti esigenze di calcolo”. Un’affermazione che suona come una vera e propria dichiarazione di indipendenza tecnologica.

I nuovi gioielli tecnologici di Huawei

Per capire la portata dell’annuncio, basta guardare ai prodotti presentati. Non si tratta di prototipi fumosi, ma di sistemi concreti con specifiche impressionanti:

  • Atlas 950 SuperPoD: in grado di supportare fino a 8.192 processori Ascend, il chip IA sviluppato internamente da Huawei.
  • Atlas 960 SuperPoD: che raddoppia la posta, arrivando a gestire fino a 15.488 processori Ascend.

Questi sistemi possono essere aggregati in cluster ancora più grandi, gli Atlas 950 e 960 SuperCluster, capaci di scalare fino a supportare da 500.000 a 1 milione di processori. Secondo l’azienda, si tratta dei “più grandi cluster di calcolo AI al mondo”, leader per scala, potenza di calcolo e capacità di interconnessione. Il messaggio è forte e chiaro: non solo possiamo fare da soli, ma possiamo farlo meglio.

Il risultato (non voluto) della strategia americana

Questa mossa arriva in un momento cruciale. Pechino sta spingendo attivamente i suoi colossi tecnologici a non acquistare più i chip che Nvidia aveva appositamente creato per il mercato cinese per aggirare le sanzioni USA. La reazione del CEO di Nvidia, Jensen Huang, è stata diplomatica ma eloquente: “sono deluso da ciò che vedo… ma sono paziente”. Forse sa che la pazienza potrebbe non bastare.

Le restrizioni all’esportazione, pensate per frenare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale cinese, hanno di fatto costretto la Cina a investire massicciamente in ricerca e sviluppo, accelerando la creazione di un ecosistema tecnologico autosufficiente. Huawei, già nel mirino di Washington da anni, si è trasformata nel campione nazionale di questa riscossa.

Il futuro vedrà un’ulteriore accelerazione, con il lancio di chip Ascend aggiornati, come l’Ascend 950PR previsto per il 2026, in diretta competizione con le roadmap di Nvidia e AMD. La guerra per la supremazia tecnologica non è più solo una questione di chi progetta i chip migliori, ma anche di chi è in grado di produrli e integrarli in sistemi potenti e scalabili. E la Cina, a quanto pare, ha appena dimostrato di saper giocare questa partita con le proprie carte.

Domande e Risposte

1) In cosa consiste, in parole semplici, l’annuncio di Huawei?

Huawei ha presentato nuovi sistemi per l’intelligenza artificiale, chiamati SuperPoD e SuperCluster, che offrono un’enorme potenza di calcolo. La novità rivoluzionaria è che questi sistemi non utilizzano i chip avanzati della statunitense Nvidia, ma si basano interamente su processori (gli Ascend) e tecnologie di produzione cinesi. In pratica, Huawei ha creato una soluzione di altissimo livello per l’IA, aggirando le sanzioni USA e rendendo la Cina meno dipendente dalla tecnologia straniera in un settore strategico per il futuro.

2) Qual è l’importanza strategica di questa notizia per la Cina e per il mondo?

Per la Cina, è un passo fondamentale verso l’autosufficienza tecnologica. Dimostra che le sanzioni statunitensi, invece di bloccarne lo sviluppo, hanno accelerato la sua capacità di innovare in autonomia. A livello globale, questa mossa rompe il quasi monopolio di Nvidia nel settore dell’hardware per l’IA. Introduce un nuovo, potente concorrente e potrebbe portare a una frammentazione del mercato, con un ecosistema tecnologico cinese che si sviluppa in parallelo a quello occidentale. Questo ridisegna gli equilibri geopolitici della tecnologia.

3) Quali potrebbero essere le conseguenze dirette per un’azienda come Nvidia?

Le conseguenze per Nvidia potrebbero essere significative. In primo luogo, rischia di perdere progressivamente il mercato cinese, uno dei più grandi e in rapida crescita per l’intelligenza artificiale. In secondo luogo, Huawei non si pone solo come un fornitore per la Cina, ma potenzialmente come un concorrente globale, offrendo soluzioni complete a nazioni che non vogliono dipendere dalla tecnologia americana. Questo aumento della competizione potrebbe erodere i margini di profitto e la quota di mercato di Nvidia nel lungo periodo, costringendola a ricalibrare le sue strategie.

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