Attualità
Hong Kong in fiamme: quando i ponteggi di bambù svelano il prezzo della mancata vigilanza
L’incendio di Grado 5 a Wang Fuk Court (13 vittime) rivela l’insostenibilità delle pratiche di manutenzione e la fallacia dei sistemi di allarme. Un disastro che solleva interrogativi sulla governance di Hong Kong.

L’immagine di sette torri residenziali avvolte da fumo nero e lingue di fuoco a Tai Po, Hong Kong, non è soltanto la cronaca di una tragedia, ma la rappresentazione plastica di come le vulnerabilità strutturali e la leggerezza regolamentare possano trasformarsi in un moltiplicatore di crisi. Quello che era iniziato come un banale incendio (Allarme di Grado 1) presso il complesso di edilizia sovvenzionata Wang Fuk Court, si è rapidamente trasformato in un inferno di Grado 5, il massimo livello di gravità, lasciando sul campo almeno 13 vittime, tra cui un coraggioso vigile del fuoco, e oltre 15 feriti gravi.
Per un polo finanziario globale come Hong Kong, un evento di tale portata non è solo un fatto di cronaca nera, ma un campanello d’allarme, un segnale che le fondamenta della sicurezza urbana e la vigilanza sui grandi progetti di manutenzione richiedono una revisione urgente.
🚨13 KILLED IN HONG KONG FIRE
Massive high-rises in Hong Kong are engulfed in flames -multiple blocks burning, residents trapped, evacuations underway, and tragic loss of lives including a firefighter.#HongKong pic.twitter.com/Sv5hXIlywu— Sarcasm (@sarcastic_us) November 26, 2025
L’Anatomia di una Catena di Errori Tecnici e Sistemiche
La domanda chiave non è se il fuoco sia divampato, ma perché si sia propagato con tale rapidità e violenza in un complesso moderno. La risposta si cela in due elementi critici: l’uso estensivo e inerte dei ponteggi di bambù per i lavori di ristrutturazione e la disfunzione conclamata dei sistemi di allarme antincendio.
1. Il Moltiplicatore di Crisi: Il Ruolo del Bambù
Nel cuore del disastro, i resoconti convergono su un dettaglio apparentemente folkloristico ma tecnicamente devastante: l’impalcatura che circondava diversi blocchi. In molte aree di Hong Kong, il bambù è ancora preferito alle strutture metalliche per la sua velocità di montaggio e il costo contenuto, nonostante le iniziative governative per una transizione.
Horrifying visuals from hong kong several buildings burned more than dozen people burnt alive . Rescue teams are trying very hard . Wishing for safety of everyone.#hongkong #hongkongfire #FireStorm #HongKongers pic.twitter.com/njZxB4zswF
— ɳ เ ร ɦ α (@itsnisha03) November 26, 2025
Questi ponteggi, spesso coperti da teli protettivi verdi e infiammabili, hanno agito come uno stoppino gigante, trasformando le facciate degli edifici in combustibile verticale. Non appena le fiamme hanno aggredito la struttura esterna, l’incendio si è propagato a macchia d’olio, bloccando le vie di fuga esterne e riversando fumo tossico negli appartamenti ad alta densità abitativa.
Una leggerezza che, da una prospettiva puramente economica, può essere interpretata come l’ottimizzazione del costo di cantiere spinta oltre il limite della sicurezza accettabile. Un classico caso di esternalità negativa ignorata fino al punto di non ritorno.
2. Il blocco funzionale: allarmi muti e vigilanza mancante
Ancora più grave del materiale di costruzione è il fallimento dei dispositivi di sicurezza. Testimonianze dirette dei residenti hanno rivelato un quadro allarmante di inefficienze:
Allarmi antincendio in silenzio: Nonostante gli edifici fossero dotati di sistemi di allarme, questi non sono scattati in tempo utile, o non sono scattati affatto, lasciando gli inquilini, molti dei quali anziani o con difficoltà motorie, completamente al buio.
Ritardo nell’Evacuazione: I residenti sono stati avvisati in ritardo, talvolta solo dal personale di sicurezza che bussava porta a porta, un metodo che ha fatto guadagnare pochi minuti cruciali, ma del tutto insufficienti data la velocità di propagazione del fuoco.
Sospetti sulla causa: Vi sono state plurime lamentele da parte dei residenti sulla presenza di operai edili che fumavano nell’area del cantiere e gettavano mozziconi ovunque. Sebbene le autorità abbiano emesso avvisi e multe, l’assenza di vigilanza efficace sembra aver contribuito alla causa più probabile dell’innesco esterno.
Questa triade di guasti (materiale infiammabile, allarmi falliti, mancata sorveglianza) evidenzia un deficit di controllo della qualità e dell’applicazione normativa che in un contesto come Hong Kong, con la sua altissima densità edilizia, è inaccettabile e sintomo di una gestione inefficiente.
Il grave bilancio umano e la risposta del Dragone
Mentre i getti d’acqua facevano fatica a raggiungere i piani più alti (i vigili del fuoco hanno ammesso difficoltà a causa delle alte temperature e della caduta di detriti), la macchina dei soccorsi ha comunque schierato numeri impressionanti, tipici di una metropoli ben organizzata:
Forze in Campo: Sono stati mobilitati un totale di 767 vigili del fuoco e 400 agenti di polizia, con 128 mezzi antincendio.
Vittime e Feriti: Il bilancio finale provvisorio conta 13 morti (tra cui il pompiere Ho Wai-ho) e più di 15 feriti critici. Centinaia di residenti hanno trovato rifugio nei cinque centri di accoglienza aperti d’urgenza.
Ripercussioni Sociali e Politiche:
Lezioni sospese in sei scuole a causa del traffico congestionato.
Partiti politici, tra cui la New People’s Party e la Democratic Alliance for the Betterment and Progress of Hong Kong, hanno sospeso le loro campagne elettorali per le elezioni del Consiglio Legislativo.
Il Presidente Xi Jinping ha inviato le sue condoglianze, richiedendo uno sforzo totale per minimizzare le perdite – un intervento diretto che sottolinea l’importanza politica dell’accaduto.
Il Capo dell’Esecutivo, John Lee Ka-chiu, ha presieduto un centro di supporto e monitoraggio per le emergenze.
Le reazioni delle autorità sono state rapide e formali, ma la rabbia dei residenti, come la signora Cheung, che ha parlato di una “catena di barche in fiamme” con i pompieri impotenti di fronte ai blocchi non ancora spenti, evidenzia una frustrazione che va oltre il singolo evento e tocca la fiducia nelle istituzioni preposte alla sicurezza pubblica.
La necessità di un approccio professionale alla sicurezza
Questo disastro non è una semplice fatalità, ma la dimostrazione che la faciloneria regolamentare o l’eccessiva tolleranza nelle pratiche di cantiere (e la manutenzione dei sistemi di allarme) possono avere un costo umano ed economico incalcolabile.
Il Governo di Hong Kong non può permettersi di lesinare sugli investimenti in infrastrutture di sicurezza (allarme, materiali non combustibili, formazione) e soprattutto sulla vigilanza stringente (enforcement). L’efficienza economica deve necessariamente bilanciare la sicurezza. Se il mancato controllo sull’uso di materiali infiammabili o sul fumo dei lavoratori è costato 13 vite e ha generato un’emergenza di Grado 5, allora l’equazione costi-benefici è drammaticamente sbilanciata.
L’incendio di Tai Po è un monito: la prosperità di Hong Kong dipende anche dalla solidità, non solo finanziaria, ma anche strutturale e regolamentare, delle sue fondamenta urbane. Un settore, quello delle costruzioni e della manutenzione, che necessita ora, più che mai, di un rigido intervento correttivo statale e di un cambio di passo nelle normative e nelle ispezioni.
Domande e risposte
Cosa significa che l’incendio è stato elevato al livello di “Allarme di Grado 5”?
Il sistema antincendio di Hong Kong classifica gli incendi su una scala da uno a cinque, dove i numeri più alti indicano una maggiore gravità. L’Allarme di Grado 5 è il livello massimo ed è riservato agli incendi che coinvolgono più edifici o aree estese, che comportano un alto rischio di vittime, e che richiedono l’impiego massiccio di risorse e personale (nel caso specifico, 767 vigili del fuoco e 128 veicoli). L’escalation rapida (da Grado 1 a Grado 5 in poche ore) dimostra la natura catastrofica e fuori controllo dell’evento.
Qual è stato il fattore chiave che ha causato la rapidità di propagazione delle fiamme?
Il fattore principale è stato l’impalcatura di bambù, spesso usata nei cantieri di Hong Kong, che circondava le torri per i lavori di ristrutturazione. Questo materiale, combinato con i teli protettivi plastici, ha agito come combustibile esterno, permettendo al fuoco di salire rapidamente lungo le facciate e propagarsi da un blocco all’altro del complesso residenziale Wang Fuk Court. Questa struttura ha creato un “effetto camino” e ha reso le operazioni di spegnimento da terra e con autoscale estremamente difficili e pericolose per i soccorritori.
Quali implicazioni politiche o economiche ha questo disastro per Hong Kong?
L’incendio rivela vulnerabilità critiche nella governance urbana, in particolare nella supervisione dei lavori di manutenzione e nell’applicazione delle normative di sicurezza. Economicamente, un evento di tale portata, con il suo alto costo umano e l’interruzione della vita comunitaria (evacuazioni, scuole chiuse), espone i limiti del sistema di sicurezza edilizia. L’intervento diretto del Presidente Xi Jinping e la sospensione delle campagne elettorali locali sottolineano che l’incidente è percepito come un fallimento sistemico che richiede una risposta politica di alto livello per ristabilire la fiducia pubblica nelle infrastrutture e nella gestione delle emergenze.








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