Attualità
Hollande chiede ripetutamente all’Italia di intervenire in Libya (a proprie spese e con il proprio esercito): non ci dice che i migranti scappano da guerre causate dalla stessa Francia
Non passa settimana che qualcuno in Europa, quasi sempre Hollande a volte anche Cameron, inviti l’Italia ad intervenire nel Mediterraneo ed in Libya in particolare per evitare una strage umanitaria (…). A parte che l’Europa sta dimenticando le radici da dove è partita dopo l’ultima guerra e le sofferenze che ha dovuto patire solo 75 anni or sono, tali gravi antefatti meritano una serie di approfondimenti.
Per iniziare, è sotto gli occhi di tutti che gli sforzi (economici) europei nel mediterraneo sono insufficienti se non inesistenti visti i risultati. Triton non funziona, costa 3 milioni di euro al mese ma non raggiunge i risultati minimi per cui è stato ideato. Mare Nostrum, la missione precedente, era molto più efficace ma costava il triplo, 9 milioni di euro al mese. E soprattutto era quasi completamente a carico dell’Italia. Ossia l’Europa sta chiaramente giocando al risparmio; ad esempio sono stati avvistati lo scorso fine settimana in transito dalla Svizzera “ben” una decina di gommoni d’assalto provenienti dalla Germania su camion targati “BP” [Bundespolizei] in direzione sud, i ben informati dicono indirizzati ad “aiutare gli sforzi italiani” nel Mediterraneo (leggasi, l’Italia mette la Marina e la Germania i gommoni??): tedeschi avari mi vien da dire, pensate di lavarvi la coscienza con 10 gommoni? A parte la battuta – fino ad un certo punto – è chiaro che l’Europa non sta facendo abbastanza e che vorrebbe scaricare sull’Italia il costo oltre che l’onere materiale della missione nel Mediterraneo, come regolarmente accade dal 2011 (…, oltre al costo di Mare Nostrum, ad es. la manovra lacrime e sangue – controproducente per l’economia del Belpaese – di M. Monti non bisognava chiamarla Salva Italia ma Salva Euro! ).
Secondariamente va considerato che l’incremento dell’immigrazione in Italia in un’ottica macroeconomica con vista dalla Germania può essere utile all’Europa tedesca: se l’Italia importa manodopera a basso costo ciò può essere utile ad abbassare il famoso CLUP italiano (costo del lavoro per unità di prodotto), ai clandestini prima o poi bisognerà far fare qualcosa/farli lavorare a bassissimo costo, non importa se la forza lavoro locale italiana verrà spiazzata. E qui forse spieghiamo una parte dei patemi d’animo dei leghisti in riguardo ai clandestini ed al lavoro, patemi certamente razionali ma resto non nella condizione di definirli nè giustificati nè giustificabili (…). Questo elemento si incrocia con le reiterate lamentele della Germania indirizzate al Belpaese in relazione all’eccessiva “tendenza” italica a fare migrare a sua volta i disperati spiaggiati sulle coste sud spostandoli verso nord, ossia in altri paesi europei (principalmente in Germania, ndr): è notizia di alcuni mesi fa il sequestro dei mezzi di tassisti veneti che stavano trasportando profughi paganti in Germania** (magari i tedeschi vedono l’impersonificazione degli scafisti nei tassisti del nordest, non oso pensare cosa farebbero se fossero loro a pattugliare le coste sud….).
Ossia, ancora una volta la Germania brilla quando si tratta di fare i propri interessi materiali anche a dispetto dei valori umanitari (della serie, l’interesse materiale della gente tedesca viene prima di tutto, vi ricorda qualcosa in termini storici? E gli immigrati, che restino dove sono sbarcati – ossia nel sud Europa -, furbetti davvero ‘sti tedeschi….). E questo è il secondo elemento da prendere in considerazione dopo quello innanzi presentato relativo al “misero” contributo eurotedesco per le missioni nel Mediterraneo, pur alla luce dell’enorme ricchezza accumulata da Berlino grazie all’austerità [anche a scapito dei periferici] a partire dal 2010/11.
In terzo luogo, sempre a livello macroeconomico, ai freddi e razionali occhi eurotedeschi certamente l’emigrazione verso l’Italia aiuta la causa anche a livello statistico. Mi spiego: faccio peccato pensando “male” e dunque ipotizzo che ci sia un piano ben congegnato; se si va a vedere come è calcolata la produttività di un paese scopriamo che essa viene normalmente rappresentata come PIL per unità di lavoro utilizzato. Il che, ridotto ai minimi termini, si può semplificare come PIL su popolazione attiva o su persone impiegate (employed persons): se il PIL è anaelastico [ossia di fatto non cambia in presenza di immigrazione di questo tipo, di disperati intendo] certamente cambia il denominatore, che aumenta con lo sbarco di immigrati riducendo la produttività stessa. Visto che l’Italia negli ultimi tre anni ha perso forza lavoro di alta qualità ITALIANA in quanto emigrata in paesi meno costosi e meno cari oltre che più civili in termini di rispetto e chiarezza del diritto oltre che di opportunità di fare business (…), ben si capisce che in assenza di immigrazione da sud la produttività italiana sarebbe potuta crescere in modo sostanziale. E questo non tanto per la salita del PIL ma piuttosto per la riduzione della forza lavoro italiana attiva [ed indirettamente anche della popolazione in generale] in assenza di immigrazione di disperati. Or dunque, nella hegeliana logica germanica potrebbe essere che l’Europa, onde evitare di rendere evidente il paradosso di un’Italia in crisi ma con una produttività in forte aumento a causa della riduzione della forza lavoro attiva locale [raggiungendo magari una produttività migliore di quella franco-tedesca a parità di mix produttivo] benedica tale grave fenomeno dell’immigrazione di disperati da sud anche con il fine di impedire detto miglioramento statistico della produttività del Belpaese, l’importante è che gli immigrati restino in Italia: il fine ultimo potrebbe tranquillamente essere di non mettere alla berlina il “trucco contabile” del miglioramento di produttività causata da riduzione della popolazione pur in un paese inforte crisi [trucco che però finisce in tutte le statistiche dell’OECD e del FMI oltre che della stessa EU], stesso trucco utilizzato da Mario Monti quando nel 2011/12 correlava la crisi dell’Italia con uno “spread di produttività* (così diceva il Mario della Bocconi a l’Unità, …), chiaramente una stupidaggine, vedasi grafici:
Ossia la produttività italiana è aumentata quando è scesa la forza lavoro impiegata ossia quando è salita la disoccupazione, ossia dopo l’avvento di Mario Monti e delle sue misure iper recessive. L’ex Professore della Bocconi sarà responsabile fino alla fine dei suoi giorni terreni dei risultati delle sue tanto austere quanto catastrofiche politiche economiche…. anche dell’emigrazione!
La cosa interessante è che la produttività italiana dall’avvento dell’euro non è stata così male rispetto alla Germania, confutando ancora le tesi di Mario Monti:
E ad andare a vedere la popolazione italiana era cresciuta moltissimo nella prima fase dell’euro e ben più della Germania, fino al 2008. Logico direi, se uno dovesse scegliere dove andare a lavorare in un’Europa prospera più o meno in maniera simile in tutti i Paesi dell’EU, andrebbe in Italia o in Germania? La risposta la vedete sotto:
E quindi ben si capisce la necessità nel 2008 si sostenere l’economia tedesca ai tempi col respiro corto non solo per la crisi subprime in cui le banche germaniche erano impegolate mani e piedi, ma anche a causa di carenza di popolazione consumante,importando mandopoera a minroe costo rispetto alla sempre più esigua manodopera tedesca (lo dice anche il capo di DIW che alla Germania mancano persone giovani, per altro necessarie per mantenere il sistema pensionistico ossia per retribuire i troppi pensionati…). Dunque, le misure recessive di Monti furono assolutamente puntuali ed utili allo scopo tedesco:
Prova del nove: si vede che la popolazione impiegata dal 2008 in Italia e Germania ha avuto un andamento assolutamente divergente da dopo la crisi subprime, mentre fino al 2008 (dal 2004, primo dato disponibile) l’aumento percentuale di employed persons e italiano tedesco è stato di fatto molto simile in termini percentuali:
In ultimo l’aspetto più importante. I disperati che arrivano sulle coste italiane provengono sia dalla Libya che, in gran parte, dalle repubbliche centro africane, ossia vengono da paesi che stanno vivendo guerre locali. Ma chi sta causando tali guerre nei loro paesi? Chi è attivo militarmente in forma diretta o indiretta in Ciad, Niger, in Mauritania? Chi ha creato il caos in Libya nel 2011? Ed in Niger, la Francia ebbe quasi un coccolone quando all’ONU vennero fuori le prove made in Italy dell’uranio ottenuto appunto dal Niger per fare le fantomatiche bombe iraquene, ossia svelando da dove proviene la maggior parte dell’uranio bruciato nelle centrali nucleari francesi, uranio ottenuto grazie ad un forte presidio gallico in loco (Gheddafi di fattto impediva alla Francia di infiltrarsi verso il nord-est Africa)? E che dire del Mali, paese storicamente ricchissimo e che ha avuto la disgrazia di trovare pochi anni fa molto petrolio e dunque ha “costretto” le multinazionali soprattutto francesi ed in parte anglosassoni ad “attivarsi” in loco per estrarlo con le conseguenze che conosciamo in termini di stabilità politica?
Chi sta sostenendo i governi fantoccio ai confini con la Libya ed in Africa centrale, guarda caso nelle ex colonie francesi? Guarda caso, principalmente sono gli stessi che oggi ci chiedono di intervenire per evitare gli sbarchi e la Francia in particolare. Ossia il “coordinameto” francese continua anche oggi nei paesi ex colonie, come da preciso indirizzo tra i paesi “interessati” alla attuale “gestione” delle colonie. Dimenticando però di garantire lo stesso approccio per l’Italia con la Libya (sveglia, italiagliani!)
Peccato che sia proprio l’area africana sotto “gestione” francese post coloniale (?? , altro che post…) ad essere oggi più fuori controllo, ancora una volta l’Italia permettendo l’eliminazione di un alleato regionale forte, grande e scomodo per i francesi [Gheddafi nel 2011] ha fatto un piacere agli europei che oggi vorrebbero depredare il Belpaese per il tramite dell’austerità (vedasi la serie di articoli dell’autore – delle scorse 2 settimane – in cui viene spiegato l’interesse francese per pezzi di Finmeccanica, area difesa). DELLA SERIE, PER RIFFA O PER RAFFA TUTTI HANNO QUALCOSA DA GUADAGNARE DA UN INDEBOLIMENTO ITALIANO IN EU, LA GERMANIA PER AVERE IL PRIMATO MANIFATTURIERO CONTINENTALE ELIMINANDO IL PROPRIO MAGGIOR COMPETITOR, LA FRANCIA PER RIPRENDERE IL CONTROLLO DEL NORD AFRICA UNA VOLTA ELIMINATO L’ALLEATO ITALIANO CHE DI FATTO LO IMPEDIVA, APPUNTO GHEDDAFI [in questo senso i risolini compiaciuti di Sarkozy e Merkel del 2011 hanno un perfetto senso compiuto]:
Or dunque, il problema lo hanno creato detti neocolonialisti soprattutto d’oltralpe con politiche da cui il loro sistemi economici traggono enormi profitti per il tramite delle proprie multinazionali attive in loco con il supporto di governi fantoccio, ma si vuole che intervenga l’italianetto a togliere le castagne dal fuoco con il proprio esercito ed a proprie spese [ossia , anche con le proprie vittime di guerra, ndr], soprattutto adesso che il problema degli sbarchi sta emergendo in modo evidente anche e soprattutto agli occhi dell’opinione pubblica mondiale. In pratica, la vera causa degli sbarchi non deve venire fuori…
Per quanto mi riguarda, se l’Italia deve proprio intervenire in Libya lo dovrà fare potendo riprendersi la posizione che aveva con Gheddafi [ossia intervenendo a livello unilaterale e solo per propri interessi], ossia ristabilendo la relazione privilegiata Italia-Libya scientemente rotta da Sarkozy nel 2011. La Francia ha voluto interferire durante il golpe contro Berlusconi appropriandosi sulle sponde nordafricane di quanto storicamente in quota italiana e quindi non ha titolo per fare richieste – dovrei dire cercando di appropriarsi delle risorse libiche, in realtà ci è riuscita solo in parte in quanto in nord africa nessun governo indigeno con un minimo di cervello si fida degli inaffidabili francesi quando si tratta di sfruttamento delle risorse, ndr –.
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E si ricordi che l’Italia un vanto certamente ce l’ha a detta degli stessi libici, ossia che non tratta da schiavi i paesi in cui è attiva, almeno da dopo la seconda guerra mondiale. E questo anche se sono ex colonie. Andate invece a chiedere cosa pensano algerini, ciadiani, maliani o tunisini dei francesi quando si tratta di immischiarsi nei loro affari economici…. Pensate che il metodo coloniale francese ancora oggi viene tramandato per il tramite delle Università di sistema come Science Po di Parigi, guarda caso proprio dove andrà ad insegnare il celebre E. Letta a partire dal prossimo anno accademico…
Insomma, bene fa il Governo italiano a rimandare al mittente i tentativi di ingerenza esteri finalizzati a spingere l’Italia a togliere le altrui castagne dal fuoco nell’interesse degli stessi poteri coloniali che nel 2011 non hanno rispettato la sovranità italiana ed anzi hanno infiammato il nord Africa e l’Africa sub-sahariana (…).
Ripeto, qui c’è qualcuno che sta cercando di approfittarsi dell’Italia: con chi scrive certamente ha sbagliato indirizzo.
Mitt Dolcino
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*http://www.ilmessaggero.it/PRIMOPIANO/CRONACA/tassisti_veneti_arrestati_germania_migranti/notizie/875094.shtml
** http://www.unita.it/italia/crisi-monti-italia-presto-fuori-dalla-crisi-1.443349
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