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Difesa

Hezbollah attacca la casa di Netanyahu, e Israele chiede un secondo sistema di difesa A/A Thaad agli USA

Un drone cerca di colpire la casa di Netanyahu a Cesarea, e, non casualmente, questo accade dopo che Israele ha chiesto agli USA di collocare una seconda batteria antiaerea Thaad nel paese. Iron Dome non è quello di prima

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Da quanto diffuso da media mediorientali un drone lanciato da Hezbollah dal Libano avrebbe cercato di colpire la casa del premier Netanyahu nei pressi di Cesarea. Non ci sono dati precisi sul risultato dell’attacco, perché la polizia ha subito isolato la zona, ma pare che una casa comunque sia stata danneggiata dall’attacco del mezzo.  Comunenque né il primo ministro né sua moglie erano a casa.

Un altro indizio che il sistema antiaereo israeliano non è perfetto come si pensava sino a ieri, ma anche un ulteriore incentivo al’ira del suo governo.

Servizi d’emergenza vicino alla casa di Netanyhau a Cesarea

Sarà un caso, o forse non lo è, ma Israele chiede ora ulteriori aiuti agli USA, nella forma più costosa e meno disponibile.

Subito dopo l’arrivo del primo THAAD (Terminal High Altitude Area Defense), il governo israeliano sta già chiedendo che ne venga dispiegato un secondo dagli Stati Uniti, secondo quanto riportato venerdì dal Canale 12 di Israele.

Times of Israel osserva che “ogni batteria è composta da sei lanciatori montati su camion, 48 intercettori, apparecchiature radio e radar e richiede 95 soldati per funzionare”. Già un centinaio di soldati americani sono sul campo a presidiare il primo THAAD, ma una seconda batteria porterebbe il totale a circa 200 soldati statunitensi schierati in Israele.

Sistema Thaad US Army

Non c’è ancora alcuna indicazione che il Pentagono abbia intenzione di inviare una seconda batteria. Del resto queste batterie sono estremamente rare, ne esistono, complete, solo sette, per cui inviarle sarebbe un notevole indebolimento della difesa aerea degli USA.

La portavoce del Pentagono Sabrina Singh martedì ha descritto che “una squadra avanzata di personale militare e alcuni dei componenti iniziali necessari per far funzionare la batteria di missili sono arrivati in Israele ieri [lunedì], con ulteriore personale e componenti che dovrebbero arrivare nei prossimi giorni con l’obiettivo di rendere il THAAD pienamente capace nel prossimo futuro”.

“Questa decisione è stata presa come parte dei più ampi aggiustamenti che le forze armate statunitensi hanno fatto negli ultimi mesi per sostenere la difesa di Israele e proteggere gli americani dagli attacchi dell’Iran e delle milizie allineate all’Iran”, ha continuato, proprio a conferma del fatto che non è detto che la richiesta israeliana venga soddisfatta.

La Casa Bianca afferma di essere stata informata dal governo di Netanyahu su quali obiettivi iraniani si prevede di colpire, dato che la rappresaglia di Israele rimane imminente. Ma sembra che Tel Aviv stia già chiedendo al Pentagono sempre più attrezzature e missili, anche perché l”attacco precedente del primo ottobre ha ridotto la scorta di missili antiaerei e le industrie locali hanno difficoltà a ripristinare le riserve.

 


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