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HARD BREXIT PIU’ PROBABILE: le travi di traverso all’accordo fra UK e UE e le possibili spaccature fra paesi europei

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Anche se ormai il Regno Unito è ufficialmente fuori dall’Unione Europea questo non significa che, alla fine non vi possa essere una Hard Brexit, essenzialmente da imputare alle forti rigidità da parte europea ed al clamoroso errore di aver voluto lasciare gran parte della trattativa non in mano a paesi moderati e senza contrasti con Londra, ma ai rigidissimi politici macroniani francesi.

Vediamo le diverse posizioni nelle trattative. Entrambe le parti, nella regolazione del futuro  status delle relazioni commerciali e politiche fra UK ed EU, vogliono evitare una soluzione Svizzera, con una miriade di trattati bilaterali in atto, periodicamente da rivedere. Per il resto le visioni sono estremamente diverse:

  • il Regno Unito vorrebbe un trattato simile a quello concluso fra Unione Europea e Canada, il CETA, nel quale ci si limita ad un accordo di reciproco scambio, alla fissazione di alcuni standard comuni ed al riconoscimento di alcune professioni, come ingegneri, medici etc. Un accordo che comunque lascia alle parti mano ibera nella regolazione di settori non direttamente inclusi;
  •  l’Unione Europea, o meglio il negoziatore francese Michel Barnier, vorrebbe che invece il Regno Unito rimanesse parte del Mercato Comune, quindi sottoposto alle normative ed agli standard europei dei quali diventerebbe un passivo percettore. Questo non sarebbe accettabile per Londra.

Barnier pone il luce come la vicinanza del Regno Unito all’Europa renda per lui (e per Macron….) inaccettabile una soluzione alla canadese. Inoltre vi è il problema che il CETA non prevede sanzioni monetarie nel caso di mancato rispetto dell’accordo, e questo punto sarebbe gradito ai negoziatori europei, anche se sarebbe molto difficile chiedere dei pagamenti coatti ad un paese. straniero. Bisogna anche notare che il fonte europeo inizia a mostrare delle spaccature: ad esempio il commissario al commercio Phil Hogan ha messo in evidenza come, in generale, un accordo stile CETA sarebbe accettabile, anche perché fornisce adeguate garanzie dal punti di vista ambientale , così importanti ora  per l’Unione.

Poi c’è un altro enorme, colossale, problema: quello delle aree di pesca. Il presidente della Commissione Pesca del Parlamento, casualmente un macroniano francese, Pierre Karleskind, ha affermato che non sarà possibile nessun accordo con il Regno Unito dal punto di vista commerciale senza una condivisione dell’area marittima inglese che permetta ai pescatori europei, soprattutto francesi ed olandesi, di proseguire a pe scare liberamente nei mari britannici. Si tratta di un punto inaccettabile per Londra, anzi uno dei fattori dirimenti che ha fatto scegliere per l’abbandono dell’Unione, ma senza il mare del Regno Unito le industrie ittiche franco olandesi possono pure chiudere bottega. Si tratta di un tema che riguarda un numero limitato di paesi ed una fetta minima dell’economia degli stessi, peccato che Barnier sia proprio francese ed il presidente della commissione parlamentare pesca pure … Ecco perchè, oggi, l’Hard Brexit è più probabile di un mese fa.


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