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Guyana-Venezuela: la Francia si inserisce nella crisi pattugliando in mare contro Caracas
Una nuova crisi del petrolio in Sud America? La Guyana si allea con la Francia per proteggere i suoi giacimenti miliardari dal Venezuela, mentre gli USA alzano la tensione sul mare. Ecco cosa sta succedendo nello scacchiere geopolitico.

La Guyana ha rafforzato la cooperazione militare con la Francia per salvaguardare la regione ricca di petrolio dell’Essequibo, aumentando le tensioni con il Venezuela proprio mentre gli Stati Uniti intensificano gli attacchi marittimi contro le navi legate a Caracas.
L’annuncio della difesa segue le nuove notizie sull’assistenza francese nella sorveglianza e nelle pattuglie aeree sulla frontiera occidentale della Guyana, dove la produzione guidata da ExxonMobil continua a superare i 640.000 barili al giorno, secondo quanto riportato dall’UPI.
Il Venezuela mantiene la sua rivendicazione di lunga data sull’Essequibo, un’area che comprende la maggior parte delle riserve offshore accertate della Guyana, che ora sono tra le più grandi scoperte del secolo. Caracas sostiene che la sentenza arbitrale del 1899 che assegnava la regione all’allora Guyana britannica non è valida e continua a rifiutare la giurisdizione della Corte internazionale di giustizia (ICJ), dove la Guyana ha presentato il suo caso.
I funzionari della difesa francesi hanno affermato che la partnership mira a rafforzare “la stabilità regionale e la consapevolezza del dominio marittimo”, mentre Georgetown ha sottolineato che la sua crescente produzione di petrolio richiede un maggiore coordinamento in materia di sicurezza, dato che le esportazioni saliranno a 800.000 barili al giorno entro la metà del 2026.
Il nuovo allineamento arriva in un momento di rinnovato confronto tra Washington e Caracas.
Nel corso dell’ultima settimana, le forze statunitensi hanno effettuato almeno quattro attacchi contro quelle che il Pentagono ha descritto come “imbarcazioni dedite al traffico di droga” che operavano vicino alle acque venezuelane. Un attacco ha ucciso quattro membri dell’equipaggio dopo che un motoscafo è stato colpito in acque internazionali al largo della penisola di Paria. Il presidente Donald Trump ha difeso le azioni intraprese in base alle regole di ingaggio estese contro i cartelli, mentre i funzionari venezuelani le hanno denunciate come “atti di guerra”.
La Francia ha soldati in Guiana francese, soprattutto professionisti della Legione Straniera, e pattugliatori marittimi fra i Caraibi e la Guiana. La forza di per se non è impressionante, ma può essere rapidamente rafforzata dalla Madrepatria.
Le tensioni ora raggiungono due delle principali zone petrolifere del Sud America. In Guyana, la produzione guidata da ExxonMobil e dai suoi partner ha superato i 640.000 barili al giorno e dovrebbe raddoppiare entro il 2027 con l’entrata in funzione di nuovi giacimenti. Appena oltre il confine, il Venezuela detiene le più grandi riserve di greggio del mondo, ma rimane intrappolato sotto le sanzioni statunitensi e il cronico sottoinvestimento. Le due storie si stanno ora intrecciando, con un paese che espande la produzione con il sostegno occidentale e l’altro che fatica a vendere il proprio petrolio mentre le navi da guerra statunitensi pattugliano le acque vicine.
Domande e Risposte per il Lettore
1. Perché la Francia ha interesse a intervenire in una disputa sudamericana? L’interesse francese è duplice. Ufficialmente, Parigi mira a garantire la stabilità in una regione dove ha interessi diretti (la Guyana Francese è confinante). Ufficiosamente, è un modo per proiettare la propria influenza geopolitica, difendere gli interessi energetici occidentali in senso lato e posizionarsi come partner strategico di un nuovo, ricco produttore di petrolio. L’instabilità dell’area potrebbe danneggiare l’economia globale e la Francia, come potenza del G7, gioca la sua partita per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici futuri.
2. Qual è il vero rischio di un conflitto armato tra Guyana e Venezuela? Al momento, un conflitto su larga scala è improbabile ma non impossibile. Il Venezuela ha una superiorità militare convenzionale, ma un’invasione provocherebbe una durissima reazione internazionale, guidata dagli Stati Uniti, con conseguenze potenzialmente devastanti per il governo di Caracas. La mossa della Guyana di coinvolgere la Francia e il rafforzamento della presenza USA servono proprio da deterrente. Il rischio maggiore è quello di schermaglie di confine o incidenti navali che potrebbero rapidamente degenerare, trascinando nella crisi attori esterni.
3. In che modo questa situazione può influenzare il prezzo del petrolio? Qualsiasi escalation militare in una regione così ricca di petrolio creerebbe forte volatilità sui mercati energetici. Sebbene la produzione della Guyana sia ancora una frazione di quella globale, è in rapida crescita e le sue riserve sono enormi. Un blocco delle sue esportazioni, unito alla già precaria situazione venezuelana, ridurrebbe l’offerta globale, spingendo i prezzi al rialzo. Gli operatori finanziari monitorano la situazione con attenzione, perché la stabilità del Sud America è un fattore chiave per l’equilibrio energetico mondiale.

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