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Economia

Guerra Totale Cina-USA sui Dazi: Pechino pronta a lottare “Fino alla Fine”

La Cina si impegna a combattere sino alla fine i dazi di Trump, anche a costo di iniziare una guerra commerciale illimitata

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la Guerra commerciale Cina – USA si gonfi e rischia di diventare totale. La Cina ha promesso di adottare “contromisure” contro qualsiasi mossa degli Stati Uniti per aumentare ulteriormente i dazi e si è impegnata ad agire con fermezza per stabilizzare i mercati, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di imporre un altro dazio del 50% sulle importazioni cinesi.

Il Ministero del Commercio cinese ha dichiarato martedì che la Cina “si oppone fermamente” a qualsiasi mossa degli Stati Uniti per aumentare i dazi e ha promesso di “rispondere con decisione” se lo farà.

La minaccia degli Stati Uniti di aumentare i dazi sta raddoppiando i suoi errori, esponendo ancora una volta la sua natura coercitiva. La Cina lo rifiuta fermamente. Se gli Stati Uniti persisteranno nel loro corso, la Cina risponderà risolutamente con contromisure fino alla fine”, ha detto il ministero, secondo l’agenzia di stampa statale Xinhua riportata da SCMP.

Sede della PBOC

Nel frattempo, la Banca popolare cinese ha dichiarato che avrebbe “fornito sostegno di rifinanziamento, se necessario, per difendere con fermezza la stabilità del mercato dei capitali”, mentre i funzionari si affrettavano a contenere le ricadute di una guerra commerciale in escalation tra le due maggiori economie del mondo.

Al contrario degli USA, dove la Federal Reserve agisce indipendentemente, o in opposizione, al potere politico, la PBOC la banca centrale cinese, si muove in perfetto coordinamento con il Governo, e questo è un elemento di forza che l’azione di Trump non ha, al momento.

Dopo il crollo di lunedì, i mercati cinesi hanno registrato un leggero rialzo martedì, con l’indice CSI 300 che ha aperto in rialzo dello 0,24%, mentre l’indice azionario delle startup di Shenzhen, ChiNext, ha guadagnato l’1,68%. L’indice di riferimento Shanghai Composite è sceso dello 0,07%. Comunque il segno di un intervento delle autorità sul mercato è evidente. 


Central Huijin, una sussidiaria del fondo sovrano China Investment Corp, ha iniziato a intervenire sui mercati lunedì pomeriggio. Martedì si è impegnata a continuare ad acquistare altri fondi negoziati in borsa (ETF) nel tentativo di stabilizzare i prezzi.

Trump ha usato lunedì la piattaforma social Truth Social per minacciare un altro aumento del 50% dei dazi sulle importazioni cinesi, a meno che Pechino non rinunci alle sue tariffe di ritorsione sui prodotti statunitensi.

Pechino ha annunciato alla fine della scorsa settimana che imporrà dazi del 34% sulle importazioni americane, pochi giorni dopo che Washington ha svelato il suo pacchetto tariffario reciproco senza precedenti.

Un ex consigliere della Banca popolare cinese ha dichiarato al Post che Pechino dovrebbe prepararsi a ulteriori turbolenze mentre si oppone alle minacce commerciali di Trump.

“[Trump] dovrebbe farsi vedere da uno psichiatra”, ha detto l’economista senior, che ha parlato in condizione di anonimato. ‘Penso che la Cina debba semplicemente prepararsi al peggio’.
Pechino dovrebbe “semplicemente ignorare” qualsiasi ulteriore azione da parte di Trump e concentrarsi invece sull’intensificazione delle politiche di stimolo macroeconomico per aiutare l’economia cinese a superare una guerra commerciale, ha detto l’economista.

A lungo termine, dovrebbe accelerare il passaggio strategico dell’economia verso un modello a doppia circolazione, con una maggiore attenzione alla circolazione interna, ha aggiunto l’economista.

Un’affermanzione secca, ma che non sarebbe in grado proteggere completamente la Cina dagli effetti di un completo decoupling,  scoppiamento, fra Cina e USA, fatto soprattutto in modo così completo e globale. Gli ordini dagli USA si bloccheranno immediatamente, sentra trovare un facile sfogo alternativo, qualsiasi stimolo richiederà tempo per avere effetto.

Bisogna notare che Hong Kong, nonostante abbia ricevuto gli stessi dazi della Cina, al 34%, si è impegnata a non rispondere, per cui una parte, anche se non grande, del flusso di beni cinesi potrebbe essere ridiretta attraverso il Territorio Autonomo.

Inoltre una politica di stimoli interni non è detto che possa continuare in modo indefinto ed eterno, mentre sarà necessaria una forma di mobilitazione sociale popolare per far superare i problemi che la fine del flusso commerciale con gli USA verrà, inevitabilmente, a causare. Stiamo andando in una direzione nella quale il rischio è di un conflitto che da commerciale si eleva su altri piani. 

 


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