Economia
Guerra all’Iran? Trump si dà 2 settimane: “Sul tavolo l’opzione nucleare”
Il mondo col fiato sospeso: Donald Trump ha 14 giorni per decidere se scatenare la guerra contro l’Iran. Tra diplomazia disperata e l’ombra di un’atomica tattica, il rischio di un conflitto globale è a un passo.

Il presidente Donald Trump ha fissato una scadenza cruciale di due settimane per decidere se gli Stati Uniti attaccheranno militarmente l’Iran, mentre le tensioni nel conflitto tra Israele e Iran si intensificano. Giovedì, prima di un’importante conferenza stampa alla Casa Bianca, Trump ha riunito i principali funzionari della sicurezza nazionale per valutare le informazioni dell’intelligence e ponderare le opzioni, lasciando il mondo con una domanda: gli USA entreranno direttamente in guerra contro l’Iran? Ecco cosa c’è in gioco, perché due settimane e cosa potrebbe succedere. Intanto la decisione è stata comunicata nella conferenza stampa della portavoce Karoline Leavitt.
Perché Due Settimane?
La decisione di Trump si basa su diversi fattori tattici e diplomatici, ognuno con enormi implicazioni globali:
- Le Armi USA Possono Distruggere i Bunker Iraniani?
L’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordow, sepolto in profondità, è un obiettivo primario. Secondo The Guardian, Trump vuole la certezza che la bomba “bunker buster” GBU-57 da 30.000 libbre possa distruggere Fordow. Tuttavia, al Pentagono si discute sulla sua efficacia: alcuni suggeriscono che solo un’arma nucleare tattica potrebbe riuscire, un’opzione che porterebbe il conflitto a un livello catastrofico. Trump non sembra convinto della capacità della GBU-57, ritardando l’autorizzazione agli attacchi. Autorizzare l’uso di un’arma nucleare tattica porterebbe lo scontro a ben altro livello, ma non viene scartato. - Diplomazia dell’Ultima Ora?
Reuters riporta che Iran e Stati Uniti hanno tenuto colloqui diretti per ridurre le tensioni e, potenzialmente, riavviare i negoziati sul nucleare. Domani il ministro degli Esteri iraniano Araghchi e mediatori europei si incontreranno per cercare una svolta, e nei gironi scorsi sono continuati i colloqui telefonici tramite Witkoff. Il portavoce della Casa Bianca Leavitt ha sottolineato l’interesse di Trump per la diplomazia, notando che una proposta di accordo è stata inviata all’Iran. Tuttavia, il successo appare improbabile date le posizioni rigide. - Le Mosse di Israele e la Debolezza dell’Iran
Israele, alleato chiave degli USA, si è dato almeno due settimane per perseguire i suoi obiettivi, che potrebbero includere l’indebolimento delle difese iraniane o l’eliminazione di leader rilevanti. Netanyahu ha escluso il cambio di regime come obiettivo immediato, ma lo considera un’opzione. Un funzionario dell’intelligence israeliana ha detto a NBC che le voci di un “imminente collasso” del governo iraniano sono esagerate, suggerendo un conflitto prolungato, ma in due settimana possono succedere tante cose, difficilmente Israele attenderà due settimane prima di intervenire su Forlow. Leavitt ha notato la posizione indebolita dell’Iran, aumentando la pressione per un accordo. - Preparazione Militare
Qualsiasi intervento USA richiede una preparazione significativa. Il gruppo della portaerei USS Nimitz è ancora in viaggio verso la regione, e le basi USA stanno rafforzando le misure difensive, segnalando la possibilità di operazioni su larga scala. Questo accumulo si allinea con la finestra di due settimane, dando tempo per ammassare forze.
Una Posta in Gioco Altissima
- Rischio Nucleare: Leavitt ha avvertito che l’Iran è più vicino che mai a un’arma nucleare, necessitando solo di una “decisione” per assemblarla. Un attacco a Fordow potrebbe ritardare questo processo, ma rischia ritorsioni, incluso la chiusura dello Stretto di Hormuz, che farebbe schizzare i prezzi del petrolio e interromperebbe le spedizioni globali.
- Conseguenze di un Cambio di Regime: Una campagna militare USA potrebbe portare a un cambio di regime in Iran, una nazione molto più grande e complessa dell’Iraq. L’esperienza post-Saddam—l’ascesa dell’ISIS e la guerra per procura in Siria—è un monito.
- Risposta dell’Iran: L’Iran ha promesso una risposta militare immediata a qualsiasi “intervento di terze parti”, alimentando timori di una guerra regionale più ampia.
Il Dilemma di Trump: Diplomatico o Falco?
La decisione di Trump rivelerà se preferisce la diplomazia, come suggerito da figure come Tulsi Gabbard, o l’azione militare, spinta da falchi come Lindsey Graham. Leavitt ha evidenziato i continui contatti di Trump con Netanyahu, che riconosce il supporto USA senza dettagli. I mercati petroliferi, reagendo al rinvio di due settimane, hanno visto i prezzi scendere, riflettendo l’incertezza.
Cosa Succede Ora?
Entro la fine della scadenza, sapremo se Trump darà priorità ai negoziati o sceglierà la guerra. Tutti sanno benissimo che un intervento che si limiti alla distruzione di Furlow e delle altre installazioni nucleari, sempre che sia possibile, non ha senso senza una prospettiva per il dopo: significherebbe ritrovarsi fra quattro o cinque anni di fronte a un problema maggiore. Questo è l’elemento che, probabilmente, rallenta oggi la decisione di Trump, che non vuole trovarsi nel caos in cui si trovò Bush Jr.
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