Esteri
Guerra Civile Dem: i Clinton appoggiano la candidatura Biden, Obama contro
Ormai i dem si stanno avviando verso un vero e proprio Vietnam politico, con amici che ormai combattono su fronti contrapposti.
Il Partito Democratico USA non è mai stato così diviso come ora al vertice. Oltre al suo tradizionale frazionamento fra componentti più di sinistra, socialiste o socialdemocratiche e quelle centriste, ora è scoppiata una vera e propria guerra fra bande interna, il tutto attorno alla stanca figura di Biden.
Da un lato quelli che ritengono che Joe Biden non sia in grado di sostenere la nuova candidatura, fra cui il capogruppo al senato Schumer, Nancy Pelosi e, soprattutto, l’ex presidente Barack Obama. Dall’altro lato, oltre alla famiglia Biden, i Clinton, che hanno invitato i finanziatori a sostenere la candidatura dell’attuale presidente.
Quindi la componente centrista, quella che poi decide il governo dei democratici, che assegna le cariche, si è spaccata. Anche i finanziatori si stanno spaccando: una parte continua a sostenere Biden, o comunque a sostenere il tradizionale processo di nomina del presidente, dall’altro lato quelli che non sono disposti a finanziare una corsa che vedono perdente. Il fatto che il CEO di META Mark Zuckerberg abbia deciso di non schierarsi né con Trump né con Biden è significativo che perfino quelli che la volta scorsa avevano appoggiato fortmente i Dem, e non solo con il denaro, questa volta prefferiscono fare i passanti e restare a guardare.
Intanto le simulazioni sul risultato elettorale del sito indipendente 270towin, che potete vedere qui sotto, indicano una vittoria schiacciante per Trump. Il margine simulato è tale che l’ex presidente si può tranquillamente permettere di perdere uno stato o due e vincere comunque le elezioni:
Il problema è che una vittoria dei Repubblicani con un margine così grande rischia di portarsi dietro anche il Senato, attualmente controllato dai Dem per un seggio. Le attuali previsioni parlano invece di una riconquista di questa Camera da parte del GOP, e si tratta di previsioni ancora piuttosto neutre.
Una debacle epocale del Partito Democraticco porterebbe, o dovrebbe portare, a un rinnovamento completo del partito perdende. C’è un’intera leadership che verrebbe cambiata, a partire proprio dai Clinton, agli stessi obamiani, per non parlare del nucleo attorno alla Pelosi. Una fetta di partito che ha perso la posizione centrale nella politica americana, lasciandosi spostare verso una sinistra dei “Diritti estetici”, della tutela delle minoranze solo nell’apparenza, dimenticando invece il benessere della maggioranza degli americani.
Un rinnovamento faarebbe sicuramente bene e, proabilmente, porterebbe a una politica migliore, ma tante teste verrebbero a cadere, e i titolari delle suddette teste non lo verrebbero ad amare.
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