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GRUPPO GEDI ESPRESSO: NUOVA SORGENIA?

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Facendo le nostre periodiche espolorazioni dei dati dei gruppi quotati in borsa ci siamo imbattuti nella trimestrale al 31/3/19 del Gruppo GEDI-Espresso, il gruppo che fa parte della galassia CIR De Benedetti, ma che ha anche come vicepresidente, curiosamente John Elkan ed ammetto che qualche perplessità l’abbiamo avuta.

Il fatturato non sta affatto andando bene, con i vantaggi conseguiti del 2018 che appaiono cancellati nel primo trimestre 2019

Si presenta  un notevole calo del fattura nel primo trimestre (fine del periodo elettorale), con un calo del 6,5%, praticamente il doppio di quanto avviene per il settore, comunque in crisi, che cala, secondo dati Nielsen del 3,2%. Inoltre il calo viene a colpire tutte le due principali fonti di reddito:

Sia diffusione sia la pubblicità sono entrambe in forte calo, indicando sia un minore interesse dei lettori nei quotidiani del gruppo, sia un minore interesse degli inserzionisti. Evidentemente la linea politica di gran parte delle testate (Repubblica, Espresso , Huffington) non interessa più ed il sensazionalismo che ha portato a diverse campagne pubblicitarie mirate contro particolari partiti non paga. Ad esempio nelle ultime tre settimane il gruppo ha finanziato una campagna pubblicitaria sui finanziamenti alla lega che non ha avuto nessun riscontro sugli altri media, perfino quelli a tendenza giustizialista.

In tutto questo preoccupante è anche il passaggio da 103 a 124 milioni dell’indebitamento, a causa di un piano di ristrutturazione in corso che però , per la natura del settore, non è detto che abbia successo se non al prezzo di tagli pesantissimi.  Altro elemento preoccupante è anche il fatto che i soci non vogliano rinunciare alla remunerazione ed abbiano perfino confermato il piano di buyback, di riacquisti azionari, per mantenere il reddito. Insomma si vuole ristrutturare, ma a debito e senza ulteriori iniezioni di capitale.

Le posizioni debitorie quando si parla di controllate da De Benedetti è sempre un po’ inquietante. Ricordiamo le vicende di Sorgenia:  nel 2013 la Sorgenia posseduta da CIR Gruppo De Benedetti Editore de L’Espresso aveva debiti per 2 miliardi e un Ebitda di 23 milioni. A dicembre 2013 aveva debiti scaduti e non pagati per 60 milioni di euro. Praticamente la società era fallita. Nonostante questo la CIR riesce a farsi accordare prima un congelamento di tutti i debiti da parte delle Banche poi subito dopo una ristrutturazione dove loro sono usciti e hanno lasciato la società indebitata alle Banche tra le quali MPS esposta per 500 milioni. La stessa MPS che si è fatta dare soldi pubblici (20 mld) per poter sopravvivere.

Purtroppo ognuno, in questo periodo di vacche magre, ha i suoi problemi, ma sarebbe meglio cercare di risolverli  chiedendo delle politiche più favorevoli alla crescita, piuttosto che con polemiche sterili. Purtroppo le seconde sono più facili ed intellettualmente meno impegnative.

 


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