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Analisi e studi

#Gregoretti La vigliaccata delle quattro sinistre al governo. Salvini a processo per aver difeso l’interesse nazionale (di P. Becchi e G. Palma su Libero)

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Articolo a firma di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero di oggi, 21 gennaio 2020:

Si è riunita ieri pomeriggio la giunta per le immunità parlamentari del Senato per decidere se mandare o meno a processo Matteo Salvini sul caso Gregoretti. Quando nel luglio scorso il leader della Lega era Ministro dell’Interno, ordinò alla nave Gregoretti di non sbarcare sulle coste italiane. L’imbarcazione rimase in mare per qualche giorno con circa 130 migranti a bordo. Ora il Tribunale dei ministri chiede il rinvio a giudizio di Salvini per sequestro di persona. Ma perché Matteo sia mandato a processo, trattandosi di “reato ministeriale” (cioè per fatti commessi nell’esercizio delle funzioni di ministro) occorre l’autorizzazione a procedere della camera di appartenenza, che per il leader dell’opposizione è il Senato.

Tralasciamo le questioni giuridiche, sulle quali pure ci sarebbe tanto da dire – la procura tra latro  aveva ritenuto non vi fosse alcun reato nel comportamento del Ministro –  e vediamo la querelle politica. La maggioranza giallorossa ha fatto di tutto per rinviare il voto della giunta a dopo le elezioni regionali in Emilia-Romagna e Calabria del 26 gennaio, ma una decina di giorni fa la giunta ha bocciato il rinvio anche grazie ad una presa di posizione della presidente del Senato Casellati. L’obiettivo della maggioranza era quello di evitare di fornire l’immagine del “martirio politico” di Salvini prima del voto regionale, per poi mandarlo ugualmente a processo dopo le elezioni. Processare il leader dell’opposizione per aver difeso i confini dello Stato equivale a regalargli consenso, quindi meglio mandarlo a processo dopo il voto. Questa la trappola delle quattro sinistre al governo, che però non ha funzionato.

Nei giorni scorsi Pd, M5s, ItaliaViva e LeU hanno cincischiato sul da farsi, ma domenica pomeriggio Salvini ha sparigliato le carte chiedendo ai senatori della Lega facenti parte della giunta di votare a favore dell’autorizzazione a procedere. Una mossa tatticamente intelligente perché anticipa quello che la maggioranza di governo avrebbe comunque fatto una settimana più tardi, a urne chiuse.

Ieri la giunta si è quindi riunita per esprimere il suo voto. I quattro partiti della maggioranza hanno disertato l’appuntamento adducendo la scusa di protestare contro la presidente Casellati, mentre la Lega – come richiesto dal suo leader – ha votato per il processo. Alla fine il risultato è stato quello del voto favorevole all’autorizzazione a procedere, anche se la decisione definitiva verrà assunta dall’aula di Palazzo Madama il 17 febbraio.

Certo che mandarsi a processo da soli non è una cosa conveniente, anche perché – in caso di condanna – in giunta sono quelli della Lega ad aver votato a favore del processo, ma è anche vero che i partiti di maggioranza voteranno comunque a favore dell’autorizzazione a procedere il 17 febbraio in aula, quindi il processo è in ogni caso inevitabile. Forse da parte della Lega sarebbe stata meglio un’astensione, anche per evitare che un domani si dica che Salvini s’è mandato a processo da solo. Il voto di ieri riguardava la relazione preparata da Gasparri, che proponeva di respingere l’autorizzazione, quindi un’astensione avrebbe sortito lo stesso effetto del voto a favore del processo, cioè contro la relazione Gasparri. Come che sia, il dato di fatto saliente di tutta questa vicenda è la vigliaccheria di centrosinistra e 5Stelle, terrorizzati dal rendere Salvini martire in vista del voto di domenica, ma pronti a pugnalarlo ugualmente tra qualche settimana. Incapaci di battere gli avversari politici nelle urne ma pronti ad utilizzare contro di loro la leva della magistratura. Niente di nuovo. È toccato a Berlusconi, oggi tocca a Salvini. Ma qui le motivazioni sono molto diverse: il processo a Salvini  è solo politico.

C’è chi ha scritto che Salvini utilizza il linguaggio dell’odio, ma noi crediamo che chi parla  ad esempio di “tribalismo xenofobo” per indicare la posizione della Lega stia lui propagandando odio. C’è chi dice che Salvini vuole essere assolto dal popolo contro i Tribunali, noi diciamo invece che in uno Stato moderato – nel senso di Montesquieu  – il governo fa politica e i magistrati applicano le leggi. Questa è  la democrazia. Negli ultimi decenni ce lo siamo dimenticati. E ora siamo arrivati al punto estremo:  un processo politico in assenza di reati.

di Paolo Becchi e Giuseppe Palma su Libero di oggi, 21 gennaio 2020.

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(Ladri di democrazia. La crisi di governo più pazza del mondo. L’ultimo libro di Paolo Becchi e Giuseppe Palma, Giubilei Regnani editore, 2019: https://scenarieconomici.it/ladri-di-democrazia-la-crisi-di-governo-piu-pazza-del-mondo-lultimo-libro-di-p-becchi-e-g-palma-giubilei-regnani-editore/)

 

 


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