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Euro crisis

Grecia Dracma edition in 3 grafici (fuga correntisti, flop sistema bancario ed inversione della curva dei rendimenti dei Bond)

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Partiamo dal fondo: se va avanti cosi’ presto vedremo circolare le banconote sottostanti, alla faccia dell’irreversibilita’ dell’Euro dichiarata da Draghi.

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Continua il balletto in Grecia. Ormai c’e’ una situazione di litigio permanente tra la Grecia e l’Eur…. ops…e la Germania (suvvia, diciamolo!). Pare un dialogo tra sordi.

Le conseguenze le vedete qui: fuga epocale dei correntisti (famiglie ed imprese) dalle banche greche, imprennata dell’affidamento del sistema bancario sulla liquidita’ della Banca Centrale, ed inversione dei rendimenti dei Tassi dei Bond Greci.

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Perfino il Kapo’ Martin Schulz inizia a sbraitare:

(AGI) – Berlino, 19 mar. – La situazione finanziaria della Grecia e’ “pericolosa”. L’avvertimento arriva dal presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, in vista del vertice dei leader europei. Secondo Schulz Atene ha bisogno di 2-3 miliardi di euro a breve per evitare la bancarotta. “Il tempo sta scadendo” dice e “nel breve termine servono 2-3 miliardi di euro per far fronte agli obblighi piu’ urgenti”. “La volonta del governo greco di cooperare – dice ancora – deve migliorare”, in particolare riguardo alle informazioni sui progressi delle riforme

Perfino Draghi inizia a farsela addosso (da il Sole 24 Ore

Grexit serpeggia di nuovo nei sussurri di palazzo, tra un’insofferenza crescente e la voglia di liberazione da un problema ritenuto insolubile. Alexis Tsipras coglie perfettamente l’ostilità stizzita che circonda lui e il suo Paese: per questo prova a superare i canali del dialogo tecnocratico per portare il suo problema al massimo livello di dibattito politico. Anche se non è affatto detto che interlocutori come Angela Merkel, François Hollande, Jean-Claude Juncker e Draghi si dimostrino più aperti e disponibili. Senza nuovi e tempestivi aiuti europei, la Grecia scivola inesorabilmente verso il default e la rottura con i partner. Non aiuta la sensibilità diplomatica di Jeroen Dijsselbloem , il presidente dell’Eurogruppo che già evoca per Atene il devastante scenario di Cipro con relativa imposizione dei controlli sui movimenti dei capitali.

Né aiuta il veto della troika alle misure umanitarie promosse dal governo, buoni-pasto e luce gratuita per le fasce più povere, perché ”unilaterali”, presentate senza consultare i tecnici. E nemmeno il giudizio durissimo dell’Fmi: la Grecia è il Paese meno collaborativo della storia del Fondo. Tutti accusano Atene di non rispettare gli impegni assunti il 20 febbraio con i creditori. Il premier Tsipras replica che ha l’acqua alla gola: finanziariamente, socialmente e politicamente. Sa di essere nell’angolo in Europa. Come sa che conta poco nel negoziato avere il sostegno dell’80% dei greci nella battaglia contro l’austerità o l’approvazione a maggioranza schiacciante del parlamento agli aiuti umanitari. «Spetta alla Grecia decidere se vuole stare o no nell’euro» ripete il tedesco Wolfgang Schäuble. E persino il francese Pierre Moscovici, il commissario Ue un tempo convinta colomba, rincara: «Non possiamo tenere dentro la Grecia ad ogni costo».

Insoddisfatto dei progressi fatti fin qui, Juncker invece invita «gli uni e gli altri a intendersi». I margini di Tsipras sono ridottissimi. Quando governava il suo predecessore Antonis Samaras, i partner e la troika sapevano benissimo che il 60% degli impegni che aveva preso restavano inattuati ma facevano finta di niente e alla fine erogavano gli aiuti. «Però Samaras diceva sempre di aver intenzione di rispettare gli impegni, Tsipras no», ricorda un consumato negoziatore. Come sempre tutti hanno una parte di ragione. La questione è un’altra, drammatica: di questo passo, se l’Europa non farà un gesto costruttivo e lungimirante, con le sue sole forze la Grecia non riuscirà a restare nell’euro. C’è che si ostina a illudersi di essere comunque immune al disastro. Le immagini di ieri a Francoforte raccontano tutt’altra storia: la Grecia è un problema tutto europeo come le sue richieste di un rigore più temperato e ragionevole ormai sono europee.

GPG

 

 

 

 

 

 

 

 


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