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GRECIA 5 ANNI DOPO. UN DELITTO PREMEDITATO (di Nikos Raftopoulos)

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Riceviamo da Nikos Raftopoulos una vigorosa testimonianza sugli ultimi 5 anni di storia greca. Mentre i media europei parlano molto del presente ben pochi ricordano le responsabilità di chi ha compiuto nel recente passato le scelte criminali – e deliberate – che hanno messo un intero paese in ginocchio. Speriamo di contribuire ad una migliore conoscenza dei fatti greci. Ringraziamo per questo l’amico Nikos.

“Sono già passati cinque anni da quando la Grecia è entrata nel meccanismo di sostegno trilaterale (Troika). Cinque anni che abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi, con un disastro umanitario senza precedenti in periodo di pace. Una catastrofe premeditata da entrambi le parti, sia Greca che Europea. Il paese ha subito dei danni difficilmente riparabili. Saranno necessari moltissimi anni, sicuramente dei decenni per superarli, ammesso che sia possibile.

Dal maggio del 2010 fino ad oggi i greci sono diventati spettatori inconsapevoli di un teatro dell’assurdo, in apparenza, ove si abolì qualsiasi senso logico, la democrazia, la dignità nazionale, la sovranità nazionale, la costituzione. Per imporre tutto questo si adoperarono e si usano tutti i mezzi disponibili del terrorismo mediatico, mezzi mai visti prima. Le menzogne e le denigrazioni verso i Greci e chi si opponeva alle politiche di austerità arrivò a livelli inauditi (1). Per chi vive fuori dalla Grecia sono cose difficilmente immaginabili. E’ stato compiuto consapevolmente un crimine economico senza precedenti. Decine di migliaia di disoccupati, migliaia di senza casa, disoccupazione giovanile oltre il 50%, quella generale al 26%, migliaia di morti a causa delle condizioni economiche, il 35% degli esercizi al centro di Atene chiusi. La perdita economica subita della Grecia è la più grande e la piu’ duratura della storia in tempo di pace. La grande depressione del 1929 negli Stati Uniti fu meno duratura e registro’ un tasso di disoccupazione inferiore.

 

Esaminiamo i fatti in ordine cronologico. Nell’aprile 2010 nell’isola del Dodecanneso Kastelorizo situata vicinissimo alla Turchia, (dove fu girato il film italiano “Mediterraneo”, premiato con l’Oscar), G. Papandreou annunciò la richiesta del Paese di aderire al meccanismo del triplice supporto. E’ stato un giorno nefasto. L’accordo che ne seguì di “stabilizzazione e di sviluppo” economico, cosi’ si nominò il memorandum (né l’uno né l’altro riuscirono) ha avuto un triste primato. Non e’ stato letto da quasi nessun membro del gabinetto. Attenzione: “letto”, non “studiato”. E’ stato firmato unicamente dal ministro delle Finanze Papakostandinou, mentre il Parlamento rimase all’oscuro. La firma e’ stata fatta al buio. Tuttavia le promesse non erano troppo deludenti. E’ quasi certo che hanno voluto indorare la pillola. Entro tre anni l’incubo sarebbe finito. Dalla seconda metà dell’anno seguente, vale a dire il 2011, sarebbe sopraggiunta la crescita, e alla fine dei tre anni del memorandum, cioè nel 2012, la recessione cumulata sarebbe stata soltanto poco più’ del 5%, la disoccupazione al 15%, e il rapporto debito/PIL al 149%. Non male. Queste le stime del FMI. Quelle della Commissione erano ancora più ottimiste … ”La strada verso l’inferno è lastricata di buone intenzioni”.

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Stime FMI del PIL greco dopo Memorandum e realtà

 

 

Da allora iniziò un calvario apparentemente interminabile. Ad ogni visita trimestrale i funzionari della Troika constatavano il non raggiungimento degli obiettivi prestabiliti, e chiedevamo l’adozione di nuove misure d’ austerità, che secondo la propaganda del governo locale sarebbero state le ultime, come lo erano le precedenti d’altronde . Un simile scenario si è ripetuto decine di volte. La situazione interna al partito di Papandreou naturalmente stava diventando insostenibile; le espulsioni a causa delle non votazioni dei decreti governativi  erano continue e di conseguenza dopo appena un anno e mezzo arrivò ad avere una ristretta maggioranza in parlamento (la maggioranza assoluta richiede 151 deputati). A quel tempo, Samaras di Nuova Democrazia svolgeva opposizione durissima, SYRIZA era un gruppo del 4%, il Partito Comunista del 6% e il governo godeva del sostegno del partito di estrema destra LAOS. Agli eurocrati andava bene ovviamente. Alba Dorata era assente. Nelle elezioni del 2009 raggiunse una percentuale dello zero virgola.

 

Papandreou trovandosi in estrema debolezza annuncia nel novembre 2011 un referendum. E’ quasi certo che, per il modo in cui sarebbe stato proposto, il risultato sarebbe stato stato favorevole sia a lui che all’Eurosacerdozio. Ma il duo MERCOZY per non essere stato informato precedentemente e pare per la paura della reazione dei famigerati “mercati” decise la defenestrazione di Papandreou.

Il progetto della Troika si impegnò  a portarlo in porto Barroso in tandem con l’allora ministro delle Finanze del Pasok Venizelos. I due insieme a Samaras decidono di sostenere congiuntamente il governo Papadimos, ex vice BCE ed ex governatore Banca centrale Ellenica.

Con questo governo in carica, il febbraio 2012 si effettua la conversione del debito privato in debito statale, a carico degli contribuenti Europei, a loro insaputa, per la gravita’ e l’insostenibilità del debito ellenico. Inoltre il debito viene ristrutturato e contemporaneamente passa sotto la la giurisdizione inglese, invece di quella greca cui sottostava in precedenza. Da notare che il giorno precedente a queste operazioni, e in modo del tutto arbitrario, vengono convertiti in obbligazioni le riserve dei fondi pensionistici greci e di altre istituzioni per miliardi di Euro. Successivamente le obbligazioni vengono haircuttate, con la conseguenza di creare ai fondi seri problemi finanziari, mentre in precedenza erano in surplus.

Samaras rifiutò, per ovvie ragioni, di partecipare con suoi ministri al nuovo governo, limitandosi al supporto esterno. Nel ballottaggio del giugno 2012 Samaras vinse le elezioni con lo slogan principale, la “rinegoziazione”. Vale a dire rinegoziare con i creditori il Memorandum per migliorarne le condizioni. Lo slogan è svanito già alla domenica sera, quando nelle le sue dichiarazioni di vincitore la parola ”rinegoziazione” è inesistente pure in prospettiva futura. Fosse soltanto questo! Il suo governo passò alla storia come quello che non mantenne nessuna delle sue promesse elettorali! Un altro imbroglio dei tantissimi subiti negli ultimi anni.

Ed una notizia poco conosciuta, credo, all’estero. A cavallo tra le elezioni di maggio e il ballottaggio di giugno 2012, Merkel telefono’ al presidente Greco Papoulias, chiedendogli la proclamazione di un referendum contemporaneamente alle elezioni nazionali. La domanda da porre: SI o NO all’Euro. Ovviamente preoccupata dell’eventualità di una vittoria elettorale di Tsipras, che allora dichiarava “non a tutti costi nell’EuroZona” e “l’Euro non è un feticcio”.

Il referendum che Merkel e Sarkozy rifiutarono a Papandreou, causando pure la sua defenestrazione, lo chiese Merkel a Papoulias sette mesi dopo. Viva la democrazia Europea. Il presidente rifiutò per il fatto che una operazione simile era incompatibile con la Costituzione, e la questione fu considerata chiusa. Per una “pura coincidenza” la chiamata fu effettuata mentre il signor Schulz era in visita da Papoulias. Viva ancora la democrazia.

Il resto sono più o meno fatti conosciuti, storia recente. Samaras insieme a Venizelos seguì fedelmente le istruzioni della Troika, adottando misure ancora più austere rispetto al suo predecessore, con il risultato che la Grecia fu sprofondata in un  declino senza precedenti della sua economia, con una riduzione cumulata del PIL del 29,6% nel 2013. La “crescita” reale del 2014 è dovuta al valore del deflatore, un valore difficilmente controllabile. In effetti il PIL nominale calo’ di circa 3 miliardi, un calo per il settimo anno consecutivo, facendo cosi registrare una diminuzione cumulata del 30% sia in termini reali che nominali.

 

Scrivo con cognizione storica degli episodi incredibili vissuti negli ultimi cinque anni. Ne cito alcuni. Il deficit di bilancio sali inspiegabilmente al 15,6% nel 2009. Questo venne annunciato dall’Eurostat un anno dopo, alla fine del 2010 e dopo le elezioni comunali per non influire negativamente sul risultato elettorale del Pasok. Verso la fine del 2012 si scopri’ che il PIL nominale del 2011 era inferiore di sei miliardi. Ma come? La recessione del 2009 dopo tre anni si e’ fatta salire di due punti percentuali e si e’ pure scoperta una recessione per 2008. Tutto si svolgeva in stretta collaborazione tra ELSTAT e EUROSTAT. Infatti sul sito EUROSTAT i dati riguardanti i PIL reali vengono ancora contraddistinti con la lettera “P”, cioe’ provvisori.

Ed un retroscena. Samaras visitò l’estate scorsa la Merkel per chiederle un allentamento dell’ austerità. Lei rifiutò. Quello che Samaras chiedeva era stato concordato nel Memorandum, una volta raggiunto il surplus primario. I tedeschi per l’ennesima volta non sono stati ai patti. L’ incontro ha avuto luogo senza la presenza dell’ ambasciatore greco, cosa voluta da Samaras, fatto che lo ha portato a dare le dimissioni.

Concludendo, secondo la confessione di Olivier Blanchard, capo economista FMI all’epoca, il moltiplicatore fiscale e’ stato stimato inizialmente attorno allo 0.5, mentre stime successive l’hanno aumentato a valori compresi tra 0.9 e 1.7 . Blanchard ha ammesso in altre parole che le politiche economiche imposte erano da 2 a 3 volte più sfavorevoli per la crescita rispetto a quanto originariamente assicurato dal FMI.

Riconoscendo la sua sincerità, sia pur parziale come verrà rivelato di seguito, non si può non stigmatizzare il comportamento della Germania e dell’Eurogruppo. Entrambi mantengono un colpevole silenzio in merito.

 

Vediamo come stanno le cose in realtà.

Le misure d’ austerità imposte alla Grecia, sono state di “proporzioni bibliche”, uniche nella storia. Complessivamente dal 2010 fino al 2014 le entrate fiscali aumentarono di 29,4 miliardi, mentre le spese calarono di 29,2 miliardi. In totale 58,6 miliardi di aggiustamento. Una riduzione simile la subì pure il PIL nominale. Dai 234 miliardi del 2009 ai 179 miliardi del 2014, il che dimostra che il moltiplicatore fiscale è vicino all’unità. Di conseguenza non era una confessione totalmente sincera quella di Blanchard, in merito al calcolo iniziale di 0.5. Le stime iniziali, come i fatti hanno dimostrano, sono state svolte con un moltiplicatore attorno a 0.2. Quindi di proposito molto inferiore. Non si poteva ammettere sin dall’inizio una recessione del 25-30%, quando nello stesso momento per terrorizzare si propagandava che un eventuale passaggio ad un moneta nazionale sarebbe equivalso a una recessione e una disoccupazione del 20%.

In realtà entrambe arrivarono al 30%, ma con l’ Euro.”

 

 

1) sulla disinformazione pro-UE e pro-austerità di giornalisti ed economisti finanziati dalla Troika sta facendo luce la Commissione parlamentare greca sulla Trasparenza della Crisi: 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/06/16/crisi-grecia-atene-giornalisti-agli-ordini-della-troika-per-fare-propaganda-pro-ue/1783833/


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