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Gravi disordini in Libia, dichiarato lo “Stato di forza maggiore” sull’export di petrolio
In Libia sono in corso violente manifestazioni, durante le quali una folla ha dato l’assalto al parlamento di Tobruk, con tanto di caterpillar, il tutto sotto la spinta di un drammatico carovita. Al termine dell’assalto hanno anche messo a fuoco l’edificio, mostrando come la parte est della Libia non sia più stabile di quella ovest. Il parlamento di Tobruk si è trasferito a Sirte sotto protezione turca. Il parlamento di Tripoli ha messo in evidenza il suo appoggio ai manifestanti e la necessità di giungere a nuove elezioni che diano alla Libia finalmente stabilità e un governo unito. Il problema è che la parte orientale è ormai sotto il controllo turco-russo-egiziano, e questo perché lo abbiamo permesso noi…
Questo caos non poteva non avere ricadute anche sul settore energetico. La National Oil Corporation (NOC) libica ha dichiarato la causa di forza maggiore sulle esportazioni di greggio dai suoi terminali petroliferi a causa dei continui blocchi della produzione e dei porti, che hanno gravemente paralizzato le esportazioni di petrolio della Libia.
All’inizio della settimana, la NOC ha dichiarato di voler dichiarare la forza maggiore entro 72 ore, a meno che la produzione e la spedizione di petrolio non riprendano nel Golfo della Sirte, che ospita i terminali di esportazione del petrolio di Zueitina, Brega, Ras Lanuf e Es Sider.
Giovedì, il presidente della NOC, Mustafa Sanalla, ha dichiarato che “la nostra pazienza si è esaurita dopo che abbiamo ripetutamente cercato di evitare di dichiarare lo stato di forza maggiore, ma l’attuazione dei nostri obblighi è diventata impossibile, e siamo costretti a dichiarare lo stato di forza maggiore sui terminali di Asidra e Ras Lanuf, oltre al giacimento di Al-Feel, con la continuazione dello stato di forza maggiore sui terminali di Brega e Zueitina”.
“La differenza politica è un diritto, ma l’errore è usare il petrolio, ‘la linfa vitale dei libici’ come merce di scambio”, ha detto Sanalla in una dichiarazione, descrivendo l’uso del petrolio come merce di scambio come un “peccato imperdonabile”.
Le esportazioni libiche hanno recentemente oscillato tra i 365.000 barili al giorno (bpd) e i 409.000 bpd, con un calo di 865.000 bpd rispetto ai “tassi di produzione normali in circostanze normali”, ha dichiarato oggi la NOC.
La nuova interruzione della produzione in Libia arriva mentre il mercato è alle prese con la perdita delle forniture di petrolio russo a causa delle sanzioni occidentali contro Mosca e potrebbe irrigidire ulteriormente il mercato fisico, causando ulteriori aumenti dei prezzi internazionali soprattutto in Europa.
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