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GPS a rischio? Il Pentagono fa marcia indietro sul suo “piano B” spaziale e spunta l’ombra di Musk

Il Pentagono mette in pausa il suo “GPS alternativo”. Un cambio di strategia che potrebbe affidare la sicurezza spaziale americana a Starshield di Elon Musk, sollevando dubbi sulla sovranità tecnologica.

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Il sistema di posizionamento globale satellitare GPS sta  risultando sempre più delicato e vulnerabile in caso di conflitto, con la possibilità di vederlo completamente interrotto. . Proprio per scongiurare questa catastrofe strategica, il Pentagono, attraverso la sua innovativa Space Development Agency (SDA), stava costruendo un “piano B: una solida rete di satelliti in orbita bassa in grado di fornire segnali di Posizionamento, Navigazione e Tempistica (PNT) anche in caso di KO del sistema principale.

Ebbene, questo piano ora vacilla. E, come spesso accade di questi tempi, sullo sfondo si profila la figura ingombrante di un gigante privato: SpaceX di Elon Musk.

La notizia arriva direttamente dal direttore dell’SDA, Gurpartap Sandhoo, il quale ha ammesso che i piani per fornire segnali PNT alternativi agli operatori militari sono, testualmente, “in aria”. Il problema non risiede nella capacità della nuova costellazione satellitare, la Proliferated Warfighter Space Architecture (PWSA), di orientarsi autonomamente. La rete di centinaia di piccoli satelliti interconnessi tramite link laser avrà una capacità PNT “organica” per funzionare anche senza GPS. Il vero nodo della questione è un altro: come far arrivare quel segnale vitale ai soldati, ai droni, ai missili sul campo di battaglia?

L’architettura PWSA

La risposta a questa domanda era affidata alla cosiddetta “Tranche 3” dei satelliti Transport Layer, una flotta di circa 140 veicoli spaziali il cui lancio era previsto a partire dal 2028. Questi satelliti avrebbero agito non solo come dorsale per il trasporto dati ad alta velocità, ma anche come diffusori del segnale PNT alternativo. Ora, però, la Space Force sta riconsiderando l’intero programma, valutando di cancellarlo.

Il dilemma: costruire in casa o comprare dal mercato?

La ragione di questo ripensamento ha un nome tanto vago quanto indicativo: MILNET. Si tratta di un misterioso programma con cui la Space Force sta esplorando la possibilità di sostituire i satelliti governativi della Tranche 3 acquistando servizi commerciali direttamente da Starshield, la versione militare della rete Starlink di SpaceX. Una classica decisione “make or buy”, che però in questo caso ha implicazioni strategiche enormi.

Il piano originale dell’SDA, approvato dal suo Consiglio di Guerra, prevedeva un sistema PNT con tre scopi ben precisi:

  • Autonomia: Garantire la continuità operativa della costellazione PWSA anche in un ambiente “GPS-denied”.
  • Intelligence: Identificare con precisione le fonti di disturbo (jamming) del GPS e comunicarle agli operatori.
  • Servizio: Fornire un segnale PNT alternativo e dedicato alle forze armate attraverso un sistema leggero sviluppato dall’Air Force Research Laboratory.

La scelta di virare su una soluzione commerciale come Starshield potrebbe offrire vantaggi in termini di costi e rapidità di implementazione, sfruttando una tecnologia già esistente e collaudata. Tuttavia, solleva interrogativi non banali sulla dipendenza da un singolo fornitore privato per una capacità così fondamentale per la sicurezza nazionale. Se il segnale GPS è un bene pubblico globale (seppur controllato militarmente dagli USA), affidare il suo backup a un’azienda privata introduce nuove variabili e potenziali vulnerabilità.

La Space Force ha già inserito una richiesta di budget di 277 milioni di dollari per il programma MILNET, suggerendo che la decisione potrebbe essere già in fase avanzata. La domanda che aleggia nei corridoi del Pentagono è dunque cruciale: per la sua “bussola” di riserva in caso di guerra, l’America si fiderà ancora di sé stessa o si affiderà a Elon Musk? La risposta definirà il futuro del dominio spaziale militare.

Satellite segreto SpaceX Starshield

Domande e Risposte per il Lettore

1) Perché un’alternativa al GPS è considerata così vitale per l’esercito americano? Il GPS è essenziale per quasi ogni aspetto delle moderne operazioni militari: dalla navigazione di truppe, navi e aerei, al puntamento di munizioni di precisione, fino alla sincronizzazione delle comunicazioni. Avversari come Cina e Russia hanno sviluppato capacità avanzate per disturbare (jamming) o addirittura distruggere i satelliti GPS. Perdere l’accesso a questo sistema significherebbe un drastico calo dell’efficacia militare, rendendo le forze USA “cieche” e vulnerabili. Avere un sistema di backup robusto e indipendente non è un lusso, ma una necessità strategica per poter operare in un conflitto ad alta intensità.

2) Qual è la principale differenza tra il piano originale dell’SDA e l’opzione Starshield di SpaceX? La differenza fondamentale sta nel modello di proprietà e controllo. Il piano originale dell’SDA prevedeva la costruzione e la gestione di una costellazione di satelliti di proprietà del governo statunitense (un sistema “in-house”). Questo garantisce il massimo controllo sulla sicurezza, l’operatività e le priorità di utilizzo. L’opzione Starshield, invece, consiste nell’acquistare un servizio da un’azienda privata, SpaceX. Sebbene potenzialmente più economico e veloce da implementare, questo modello crea una dipendenza strategica da un fornitore esterno, i cui interessi commerciali potrebbero non sempre allinearsi perfettamente con quelli della sicurezza nazionale.

3) Cos’è esattamente Starshield e in cosa si differenzia da Starlink? Starshield è la versione di Starlink pensata specificamente per clienti governativi e militari. Pur basandosi sulla stessa tecnologia di costellazione di satelliti in orbita bassa, Starshield offre funzionalità avanzate di sicurezza, crittografia e resilienza per soddisfare i requisiti della difesa. È progettato per ospitare carichi utili governativi specializzati e per garantire comunicazioni sicure e globali per la sicurezza nazionale. In sostanza, è lo Starlink “blindato” e adattato per usi che vanno oltre la semplice connessione a internet per i consumatori.

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