Conti pubblici
Il Governo pianifica la modifica della soglia dell’OPA obbligatoria: ciò è propedeutico alla svendita delle multinazionali italiane di successo
A ben osservare si scoprono tante cose. Ad esempio che il governo Renzi si sta preparando a mettere sul mercato azioni dei campioni nazionali, ossia le poche aziende che ancora sostengono il paese con utili ed occupazione di livello: permettetemi, ad esempio la Fiat, per anni simbolo dell’imprenditoria privata italiana, è secondo voi (i) un’azienda di successo, (ii) un’azienda che crea valore per l’Italia, (iii) un’azienda italiana? Ma per favore, il vero problema italiano – che si aggiunge a quello politico, della burocrazia e delle tasse – è che non esiste una classe imprenditoriale di livello multinazionale che abbia uno spessore accettabile. Ed oggi Matteo Renzi ci dice che la globalizzazione sarebbe un’opportunità per l’Italia: appunto, sarebbe, se le uniche vere multinazionali italiane di successo sono di proprietà statale, beh, fate voi…. E pure le si sta vendendo!
Tornando a bomba, lo Stato per non perdere il controllo delle aziende statali – come in pratica ha fatto con Telecom Italia – vuole ridurre il limite dell’OPA totalitaria obbligatoria al 20% [vedasi nota in calce], così potrà scendere di un ulteriore 10% circa su ENI ed ENEL etc. incassando gli spiccioli che gli serviranno per arrivare a marzo del 2015 senza troppi richiami da Bruxelles. Forse non mi sono spiegato: il motivo per cui sono assolutamente contrario ad una alienazione degli assets strategici di Stato dipende dal fatto che se i BTP costano allo Stato meno del 2% a 5 anni o giù di lì ed ENI ed ENEL rendono ad esempio il 4%, il Tesoro dovrebbe aumentare la propria partecipazione e non diminuirla. E’ matematica (ah, a essere ingegnere….). Senza contare che gli stranieri sono iper interessati a portarsi a casa buone aziende strategiche italiane a prezzi di realizzo con l’obiettivo di spostare a termine occupazione ed utili nel paese acquirente – ENEL ad esempio è molto più performante degli omologhi tedeschi, le utilities germaniche sono in crisi prospetticamente gravissima -.
L’altro asso che l’Italia furbescamente sta giocando è fare entrare i ricchi cinesi appunto negli assets di Stato con partecipazioni per adesso di minoranza: il messaggio è semplice, se qualcuno vuole comprarsi assets strategici a prezzi di realizzo se lo scordi. Almeno questo!! Ricordo il caso di ROSCO in Grecia (materiali e servizi per trasporto ferroviario), prima li affami e poi li compri: Siemens se l’è comprata dopo che la Troika a guida tedesca aveva obbligato il paese ellenico a privatizzare nel bel mezzo della crisi [vedasi nota]. Ma ricordo anche EDP, l’Enel portoghese, dove successe più o meno la stessa cosa. Peccato che alla fine il governo portoghese si stufò di farsi prendere per i fondelli ed invitò appunto il gruppo cinese che si poi portò a casa l’azienda con un rilancio di oltre il 50% dall’ultimo prezzo di borsa, rilancio che sbaragliò la concorrenza europea pronta a comprarsi l’utility lusa per un tozzo di pane (indovinate un po’ chi era in lizza per comprarsela, i tedeschi di E.ON…).
Non c’è che dire, la partita si fa interessante. Se non altro qualcuno al ministero dell’economia almeno sta tentando di evitare il regalo a coloro che stanno affamando l’Italia (ed i periferici) con l’austerity, memento il differente operato di Saccomanni.
Ah, dimenticavo: per giustificare l’ultima affermazione – e come corollario di quanto sopra descritto – andatevi a vedere i rapporti deficit/PIL della Spagna e della Francia. Il primo è circa del 7%, il secondo oltre il 4%. Ben inteso per entrambi è stato ampiamente sforato il limite debito/PIL fissato a Maastricht (60%, anche la Germania lo supera), proprio come l’Italia. E dunque, qualcuno mi può spiegare perchè a Bruxelles rompono costantemente gli zebedei solo e particolarmente all’Italia con ‘sto dannato limite del 3%? Ma ci vogliamo svegliare o no? Anche questa volta vogliono costringere il Belpaese alle privatizzazioni come negli anni ’90…. L’Italia è ricca e quindi è la preda per antonomasia.
La sparo grossa: se Fiat dovesse vendere a VW non mi stupirei se gli eredi di Gianni Agnelli cercassero di comprarsi con il ricavato qualche pezzo di Stato messo in (s)vendita. In effetti, elaborando i commenti di Della Valle sulla proprietà torinese, chi rappresenta la Fiat non sarebbe probabilmente in grado di far crescere un’azienda di successo, dovrebbe comprarsela. State certi che qualche sprovveduto italiano direbbe anche che così si manterrebbe il valore in Italia…
Per intanto riporto sotto il trafiletto sulla proposta di riduzione della soglia per l’OPA obbligatoria che il Governo ha messo come emendamento in una delle tante leggi in approvazione…. Preparatevi per la svendita di Ottobre made in PD.
Mitt Dolcino
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Soglia Opa anche al 20% , da Il Sole 24 Ore del 23.07.2014
Un altro emendamento dei relatori, Massimo Mucchetti e Giuseppe Marinello, al decreto competitività in esame al Senato prevede una seconda soglia Opa al 20% (oltre a quella già vigente al 30%) per le società che non rientrano nella categoria delle Pmi. Il nuovo obbligo di Opa scatterà per «chiunque, a seguito di acquisti, venga a detenere una partecipazione superiore alla soglia del 20% in assenza di altro socio che detenga una partecipazione più elevata». Resta ferma la possibilità di scelta per le Pmi entro la doppia soglia tra il 20% e il 40% (invece del 30%) che il decreto legge già prevede.
Nota:
Caso ROSCO in Grecia acquisita da Siemens: https://scenarieconomici.it/la-lezione-dellue-tedesca-nel-caso-rosco-grecia-prima-li-affami-e-poi-li-compri-un-monito-per-litalia/
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