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Götterdämmerung, la Caduta degli Dèi. (di Marcello Bussi)

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schaeuble luchino

 

Helmut Berger è sicuramente pronto per il sequel  del capolavoro di Luchino Visconti. In fondo ha solo due anni in meno di  Wolfgang Schaeuble, è perfetto per interpretarlo. Ieri il ministro  delle Finanze tedesco ha ricevuto uno schiaffone dai mercati. «Non sono  preoccupato per Deutsche Bank »,  ha detto. E il titolo ha chiuso in ribasso del 4,3% dopo che il giorno  precedente aveva lasciato sul terreno il 9,5%. Chissà se la sua fede  nell’ordoliberismo, concepito nella natìa Friburgo, ha vacillato dopo la  reazione dei mercati alle sue parole. «Il mercato sta andando a caccia  della prossima Lehman Brothers, e Deutsche Bank   potrebbe essere la vittima più illustre», si sono spinti a dire gli  strategist di Ing. Anche dai dati macro non arrivano buone notizie. La  produzione industriale a dicembre è diminuita dell’1,2% rispetto al mese  precedente e del 2,2% su base annuale, mentre ha dato segni di  cedimento anche l’export, in calo dell’1,6% su base mensile. E poiché le  disgrazie non vengono mai da sole, ieri in Baviera si è verificato un  terribile incidente ferroviario, uno scontro frontale fra treni che ha  provocato almeno 9 morti e 150 feriti. C’è la sensazione che tutto stia  collassando davanti agli sguardi increduli di Schaeuble e della  cancelliera Angela Merkel. Quest’ultima è stata accolta in pompa magna  dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan ma se ne è tornata a Berlino a  mani vuote, con un nulla di fatto sul fronte del controllo dei flussi  di rifugiati diretti verso la Germania. E dire che la corsa alla terra  promessa teutonica l’aveva scatenata proprio lei, pensando forse di  essere alla guida di un Paese con la stessa storia e dimensioni degli  Stati Uniti. Un errore clamoroso che la Cancelliera rischia di pagare a  caro prezzo: all’inizio di marzo si terranno le elezioni locali in tre  importanti Lander. E se il suo partito, la Cdu, dovesse perdere consensi  in misura sensibile, la poltrona di cancelliera sarebbe a rischio. Fino  a pochi giorni fa Schaeuble sembrava in agguato, pronto ad approfittare  delle disgrazie della sua collega di partito. Ora anche la stella del  ministro delle Finanze si è offuscata. La sua intransigenza è  controproducente. In fondo più che a un leader destinato a passare alla  storia assomiglia al direttore di una banca di provincia che ordina al  piccolo imprenditore di rientrare subito dallo scoperto. Mentre tutto  crolla, la Germania rischia di trovarsi senza leader.

Marcello Bussi, MF 10.2.16


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