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GM investe 242 milioni sulla forza lavoro USA. Il paragone con la fuga di Stellantis dall’Italia è impietoso

GM investe 242 milioni per formare i nuovi operai USA. Un segnale di fiducia nell’industria nazionale che stride con i tagli di Stellantis in Italia.

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Mentre gran parte del mondo occidentale si è persa per anni nella retorica dei titoli accademici a tutti i costi o nella finanziarizzazione spinta, negli Stati Uniti qualcuno ha deciso di invertire la rotta. Non con le slide in PowerPoint, ma con il libretto degli assegni. General Motors (GM) ha deciso di investire pesantemente sul capitale umano, quello vero, mettendo sul piatto oltre 242 milioni di dollari negli ultimi cinque anni per il suo programma di apprendistato. Foxnews è andata a vedere come procede questo investimento.

Un investimento che lancia un segnale inequivocabile: GM crede nella produzione nazionale. E mentre Detroit blinda il suo futuro, il pensiero corre inevitabilmente alla situazione nostrana e alle mosse di Stellantis. Ma andiamo con ordine.

Un percorso tecnico, non solo teoria

Il programma di GM non è un corso di aggiornamento di facciata. Michael Trevorrow, vicepresidente senior della produzione globale di GM, ha spiegato a FOX Business i dettagli di un impegno massiccio che combina teoria e una dose industriale di pratica:

  • Istruzione tecnica: Fino a 672 ore in aula.
  • Formazione sul campo: Circa 7.920 ore di lavoro pratico affiancati da esperti.

L’obiettivo è formare figure come elettricisti, stampisti, modellisti e tecnici di laboratorio. Figure che oggi sono introvabili e contese a peso d’oro, essenziali per mandare avanti gli stabilimenti.

Due mondi a confronto: GM costruisce, Stellantis smantella?

Qui emerge il dato politico-industriale più rilevante. GM dimostra nei fatti di credere nella costruzione di auto negli USA. Quando un’azienda spende un quarto di miliardo per formare un ragazzo che diventerà produttivo tra anni, sta dicendo: “Noi tra dieci anni saremo ancora qui, a produrre qui”. È una scommessa a lungo termine sul sistema paese.

Al contrario, guardando all’Italia, il confronto è doloroso. Stellantis, mentre chiede incentivi, chiude i centri di studio e sviluppo nella penisola. Chiudere la R&S (Ricerca e Sviluppo) è l’atto pratico definitivo di chi non ha alcun interesse nel Paese. Se formare operai significa voler produrre, smantellare i centri dove si progettano le auto significa preparare l’addio. GM sta costruendo le fondamenta per l’industria americana di domani; Stellantis, in Italia, sembra stia spegnendo la luce.

Linea di produzione GM (Photo by Jim Barcus for General Motors)

La demografia non perdona (e nemmeno il mercato)

La mossa di GM risponde anche a una necessità demografica che l’Occidente non può più ignorare. I dati della Georgetown University e di Deloitte dipingono un quadro a tinte fosche:

DatoDescrizione
Pensionamenti previsti (2024-2032)18,4 milioni di lavoratori esperti lasceranno il lavoro negli USA.
Nuovi ingressiSolo 13,8 milioni di giovani qualificati entreranno nel mercato.
Gap manifatturiero (al 2030)Rischio di 2,1 milioni di posti vacanti.

GM sta cercando di colmare questo vuoto, dimostrando che saltare il college per imparare un mestiere è una mossa di carriera intelligente. Lo stesso Trevorrow ha iniziato come apprendista stampista e oggi supervisiona le operazioni globali. Una scala mobile sociale che funziona ancora, se c’è la volontà industriale di farla funzionare.

Guardare al futuro

L’approccio di GM è totale: vanno a prendere i talenti nelle scuole, dall’asilo alla dodicesima classe, per mostrare che la fabbrica moderna è una sinfonia di robot e alta tecnologia, non un luogo oscuro del passato. Inoltre, la Technical Learning University aggiorna 2.500 dipendenti l’anno.

In sintesi: c’è chi investe sulle persone per restare (GM negli USA) e chi taglia le teste pensanti per andarsene (Stellantis in Italia). La differenza tra fare industria e fare finanza, alla fine, sta tutta qui.


Domande e risposte

Qual è la differenza sostanziale tra la strategia di GM negli USA e quella di Stellantis in Italia?

La differenza è nella prospettiva temporale e nell’impegno verso il territorio. GM investe 242 milioni nella formazione a lungo termine degli operai, dimostrando con i fatti di voler continuare a produrre automobili negli Stati Uniti nei prossimi decenni. Stellantis, al contrario, riducendo o chiudendo i centri di ricerca e sviluppo in Italia, invia il segnale opposto: tagliare la “testa” progettuale significa non avere piani futuri di rilievo per l’industria nazionale italiana, prefigurando un disimpegno progressivo.

Perché GM punta sull’apprendistato invece di assumere semplicemente laureati?

GM punta sull’apprendistato per colmare un drammatico “skills gap” tecnico. Il mercato abbonda di laureati generalisti ma scarseggia di figure operative specializzate (elettricisti, stampisti) necessarie alla produzione fisica. Con milioni di “boomer” in pensione, l’azienda non può comprare queste competenze sul mercato perché non esistono; deve costruirle in casa. È un investimento sulla “real economy” contro la carenza di personale qualificato che minaccia di costare all’economia USA un trilione di dollari.

Il lavoro manuale nell’industria moderna offre ancora possibilità di carriera?

Assolutamente sì, e il caso GM lo dimostra. Il programma offre stipendio immediato e una qualifica ufficiale (“journeyperson card”). La prova che non si tratta di un vicolo cieco è Michael Trevorrow, l’attuale vicepresidente senior della produzione globale di GM: ha iniziato la sua carriera proprio come apprendista stampista. Nell’industria moderna, chi possiede il “saper fare” tecnico ha una stabilità e un potenziale di crescita spesso superiori a molti profili amministrativi o accademici.

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