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Difesa

Gli USA riformulano la propria strategia militare artica

Una risposta all’avvicinamento nell’area fra CIna e Russia

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Sulla scia della crescente cooperazione tra Cina e Russia, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti (DoD) ha pubblicato la sua strategia artica aggiornata, incentrata sull’impiego di nuove tecnologie.

Il documento di 18 pagine evidenzia il cambiamento dell’ambiente operativo nella regione, che potrebbe avere implicazioni dannose per la difesa e la sicurezza degli Stati Uniti.

Per affrontare questo problema, il Pentagono ha dichiarato che adotterà un approccio di “monitoraggio e risposta” nel territorio vitale con l’aiuto di moderni sistemi di sorveglianza e comunicazione.

Inoltre, dispiegherà sistemi di allerta precoce a lungo raggio e sensori di rilevamento per migliorare la consapevolezza del dominio del Comando di Difesa Aerospaziale del Nord America.

Inoltre, il Dipartimento della Difesa ha sottolineato la necessità di impegnarsi con gli alleati “per sostenere la difesa e la deterrenza nell’Artico, costruire l’interoperabilità e aumentare la comprensione di come operare nella regione”.

“La regione artica degli Stati Uniti è fondamentale per la difesa della nostra patria”, ha dichiarato il vicesegretario alla Difesa Kathleen Hicks. “La nostra strategia per l’Artico guiderà gli sforzi del dipartimento per garantire che l’Artico rimanga una regione sicura e stabile”.

Preoccupazione per la cooperazione tra Cina e Russia

Il Pentagono ha già espresso preoccupazione per la crescente presenza della Russia nella regione artica.

La Russia, la più grande di tutte le nazioni artiche, ha gradualmente riaperto le installazioni militari di epoca sovietica nella regione, disponendo di più basi militari artiche dell’intera NATO.

“La Russia continua a rappresentare una grave minaccia per la sicurezza e la stabilità della regione”, ha sottolineato Hicks, aggiungendo che Mosca continua a “rivendicare pretese eccessive sulle acque artiche”.

La Cina, nel frattempo, ha aumentato significativamente la sua presenza nell’Artico, gestendo tre rompighiaccio e stabilendo una presenza militare.

“Anche se non è uno Stato artico, [Pechino] cerca di avere una maggiore influenza nella regione… Questo è preoccupante, dato che è l’unico concorrente strategico con la volontà e sempre più i mezzi per rifare l’ordine internazionale”, ha affermato Hicks.

L’anno scorso sono state individuate imbarcazioni cinesi e russe che effettuavano pattugliamenti congiunti al largo delle coste dell’Alaska.


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