Energia
Gli USA e il Regno Unito impongono nuove sanzioni alla Russia, che fanno male all’Europa
USA e UK si accordano per l’imposizione di nuove sanzioni energetiche alla Russia, colpendo navi della flotta ombra, società petrolifere e di servizi. Il primo effetto è un aumento del prezzo del petrolio
Gli Stati Uniti e il Regno Unito stanno alzando il tiro sul settore energetico russo, con l’obiettivo di ridurre seriamente il flusso di denaro del Cremlino che alimenta la guerra in Ucraina, in una nuova tornata di sanzioni che, questa volta, rischia di avere qualche effetto su Mosca, ma anche sull’Europa.
Con un’importante mossa annunciata oggi, il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, insieme al Regno Unito, ha presentato una serie di nuove e severe sanzioni volte a colpire la Russia dove fa più male: i suoi profitti petroliferi.
Il tentivo di colpire dove fa male
L’economia russa si basa fortemente sull’esportazione di petrolio e di altre risorse energetiche. Queste nuove azioni hanno lo scopo di rendere molto più difficile il flusso di denaro. Ecco la ripartizione delle sanzioni:
- Giro di vite sulla flotta ombra: Gli Stati Uniti stanno perseguendo un gran numero di petroliere che fanno parte della cosiddetta “flotta ombra”, informale, che continua a trasportare petrolio russo a prezzi superiori al “Tetto al prezzo”, soprattutto verso l’Asia. Queste navi sono spesso coinvolte in affari loschi per portare il petrolio russo sul mercato, aggirando le sanzioni esistenti.
- Big Oil in allarme: Due importanti produttori di petrolio russi sono ora direttamente presi di mira sia dagli Stati Uniti che dal Regno Unito. Questo manda un chiaro messaggio: nessuno è escluso dal tavolo quando si tratta di sostenere lo sforzo bellico della Russia.
- Taglio del sostegno: Gli Stati Uniti stanno prendendo di mira anche le aziende russe che forniscono servizi all’industria petrolifera e i funzionari russi del settore energetico. Inoltre, stanno vietando alle aziende americane di fornire determinati servizi petroliferi alla Russia.
- Chiusura degli accordi esistenti: Sebbene le nuove misure siano severe, è previsto un periodo di tolleranza per le aziende per chiudere gli accordi esistenti con la Russia nel settore dell’energia. Questo dà alle imprese il tempo di adeguarsi, ma sottolinea comunque la serietà delle nuove sanzioni e, soprattutto, avrà degli effetti sui prezzi energetici in Occidente.
- Pressione globale: anche il Dipartimento di Stato sta intervenendo, bloccando due nuovi progetti di gas naturale liquefatto e un importante progetto petrolifero russo. Inoltre, sta perseguendo le aziende straniere che aiutano la Russia a esportare la sua energia.
Tutto questo fa parte di una strategia più ampia del G7 e dei suoi alleati per limitare la capacità della Russia di finanziare la sua macchina da guerra. Prendendo di mira il settore energetico, mirano a bloccare una delle principali fonti di reddito del Cremlino. Come ha detto il Segretario del Tesoro Janet Yellen, queste azioni mirano ad “aumentare il rischio di sanzioni” associato al commercio di petrolio della Russia.
Se volete leggere la lunga lista di entità sanzionate dagli USA e dal Regno Unito potete leggerlo qui. Comprende non solo aziende, ma perfino singole navi registrate in paesi terzi che ora non avranno rapporti con entità occidentali, neanche indiretti.
Un effetto c’è già: il prezzo del petrolio è aumentato
Le sanzioni hanno già un effetto, ma non probabilmente quello voluto: il prezzo del petrolio Brent si è notevolmente alzato, come potete vedere dal sottostante grafico, tornando opra gli 80 Dollari al barile
Del resto le sanzioni vengono a ridurre la disponibilità di petrolio sul mercato, e questa operazione ha, come effetto, un aumento dei prezzi delle forniture. Una dura legge, ma questo è il mercato, che non guarda in faccia a nessuno. I Paesi europei pagheranno duramente, dal punto di vista dell’inflazione, questo aumento dei prezzi.
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