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Gli USA cercano almeno di bloccare i soldi dei talebani

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L’amministrazione Biden si è affrettata a privare  i talebani di finanziamenti stanziati per il governo afgano, congelando le riserve del governo  detenute nei conti bancari statunitensi e impedendo ai talebani di accedere a miliardi di dollari detenuti nelle istituzioni finanziarie, secondo il Washington Post, citando due persone che hanno familiarità con la questione. Il tutto una settimana dopo che il Congresso aveva confermato gli aiuti al governo Ghani.

 

La decisione è stata presa dal segretario al Tesoro Janet Yellen e dai funzionari dell’Ufficio per il controllo dei beni esteri del Tesoro. Anche il Dipartimento di Stato è stato coinvolto nelle discussioni questo fine settimana, con funzionari della Casa Bianca che hanno monitorato gli sviluppi. Un funzionario dell’amministrazione ha dichiarato: “Qualsiasi attività della banca centrale che il governo afghano ha negli Stati Uniti non sarà messa a disposizione dei talebani”.

Ad aprile, secondo il Fondo monetario internazionale, la banca centrale afghana deteneva attività di riserva per $ 9,4 miliardi, circa un terzo del PIL del paese. La stragrande maggioranza è detenuta al di fuori del paese, secondo il Post, miliardi dei quali negli Stati Uniti.

Secondo il rapporto, il congelamento è entrato in vigore domenica. Mentre la situazione si stava rapidamente deteriorando durante il fine settimana, il governatore della Banca centrale afgana Ajmal Ahmady ha twittato che gli era stato detto che non avrebbero ricevuto più spedizioni di dollari.

 

Nel frattempo, gli Stati Uniti inviano circa 3 miliardi di dollari all’anno a sostegno dell’esercito afghano, che possono essere inviati solo se il Segretario alla Difesa “certifica al Congresso che le forze afgane sono controllate da un governo civile e rappresentativo impegnato nella protezione dei diritti umani”. Ovviamente, in questo momento, questa possibilità non esiste.

Circa l’80% delle risorse finanziare dell’Afghanistan provengono da donazioni internazionali, prima di tutto dagli USA, ma anche dall’Unione Europea e da paesi islamici filo americani.  Secondo le agenzie ONU un afgano su due ha fatto ricorso all’aiuto internazionale per far fronte alle proprie necessità.

A questo punto si aprono una serie di scenari e di prospettive molto  complesse. Esaurito il poco a disposizione bisognerà vedere che cosa succederà a livello internazionale e come se la giocherà il nuovo governo:

  • la Cina difficilmente sostituirà a livello finanziario gli USA. Anche Belt and Road ha mostrato più che una generosità di Pechino, l’uso spregiudicato dell’arma del debito;
  • la UE si piegherà a 90 gradi, come fa con praticamente tutti, ma finanziariamente non sarà la parte prevalente per li impegni verso l’Africa;
  • Gli USA potrebbero ottenere concessioni con l’uso dell’arma finanziaria e di questi miliardi già in possesso della Banca centrale, ma ora bloccati.
  • I talebani, privati di risorse finanziarie, potrebbero dedicarsi su larga scale ad attività criminali legate alla produzione degli stupefacenti, cosa che già facevano.
  • A questo punto la popolazione civile diventerà uno strumento di ricatto verso i paesi occidentali.

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