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Difesa

Gli Stati Uniti aumentano la presenza militare nel nord della Siria, nel mezzodi una polveriera politica

Gli USA tornano alla base di Kobane, abbandonata sei anni fa e la ingrandiscono. Il tutto per dimostrare il proprio appoggio ai curdi, in un paese ora molto confuso, e in cui la Turchia, contraria ai curidi, ha una forte influenza.

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Sei anni dopo aver lasciato la città di Kobani, l’esercito statunitense sembra stia costruendo una nuova base ancora in questa città, e neppure troppo piccola. Un ritorno dopo anni di assenzza, per aiutare in curdi nella transizione siriana.

 

Kobani, situata al confine turco-siriano, è stata un punto caldo del conflitto tra le Forze Democratiche Siriane (SDF) guidate dai curdi e le forze sostenute dalla Turchia. Questo sviluppo coincide con la presa di potere di un nuovo governo siriano dopo aver rovesciato Bashar al-Assad. Gli Stati Uniti sembrano essere sempre più coinvolti nella regione.

Perché gli Stati Uniti stanno costruendo una base a Kobani?

Le notizie, tra cui foto e video provenienti dai social media e dai notiziari, indicano che le truppe e le attrezzature statunitensi si stanno spostando a Kobani, o Kobané.

Un convoglio di 50 camion che trasportavano materiali da costruzione è stato avvistato in direzione della città. L’obiettivo dichiarato è quello di stabilire una nuova base per la coalizione internazionale che combatte l’ISIS. Gli Stati Uniti hanno attualmente circa 2.000 truppe in Siria, ufficialmente per combattere l’ISIS.

 

Qual è la storia del coinvolgimento degli Stati Uniti a Kobani?

L’esercito americano aveva in precedenza una base nell’area di Kobani, presso la fabbrica di cemento Lafarge, grande gruppo cementifero francese curiosamente operante in Siria. La utilizzavano ampiamente, anche per operazioni speciali e atterraggi di elicotteri. Nel 2019, dopo il ritiro delle truppe statunitensi, l’aviazione americana ha bombardato la struttura.

Costruzione delle barriere della base USA a Kobané

Le forze russe l’hanno poi rilevata, ma da allora si sono in gran parte ritirate dalla Siria dopo la cacciata di Assad. Non è chiaro se gli Stati Uniti stiano ricostruendo proprio questa struttura o se ne stiano costruendo una nuova nelle vicinanze.

 

Perché si combatte nel nord della Siria?

Il fulcro del conflitto è la questione di lunga data che la Turchia ha con l’SDF. La Turchia considera l’SDF un’estensione del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK), che sia gli Stati Uniti che la Turchia classificano come gruppo terroristico. Gli Stati Uniti, invece, sostengono che l‘SDF e il PKK sono entità separate,  e che se la seconda è ancora considerata un’organizzazione terroristica anche negli USA, SDF è una legittima milizia di autodifesa curda.

Combattente dell’SDF

Attualmente, l’SDF e le forze sostenute dalla Turchia stanno combattendo nel nord della Siria. Si segnalano attacchi a luoghi strategici come la diga di Tishreen e il ponte di Qara Quzak, importanti per il commercio, l’elettricità e le operazioni militari nella regione. C’è anche un conflitto in corso vicino alla città di Manbij.

E il nuovo governo siriano?

Il nuovo governo siriano, guidato dall’ex gruppo legato ad al-Qaeda Hayat Tahrir al-Sham (HTS), che ha rovesciato Assad, sta cercando di consolidare il proprio potere.

Il nuovo leader, Ahmed al-Sharaa (noto anche come Abu Mohammed al-Jolani), ha recentemente incontrato le SDF, segnalando un potenziale cambiamento. Al-Sharaa sostiene di voler integrare l’SDF nelle forze armate nazionali e afferma che i curdi sono parte integrante della Siria. Nega inoltre qualsiasi piano per dividere il Paese.

Questa mossa potrebbe essere grata agli USA, ma sicuramente può essere un problema nelle relazioni con la turchia, a meno che gli USA, con la base di Kobani, non si impongano direttamente sia come garanti, sia come protettori, dei curdi. 

Qual è la posizione degli Stati Uniti su tutto questo?

Il Pentagono afferma che il suo sostegno all’SDF fa parte della lotta in corso contro l’ISIS. Sottolinea inoltre l’importanza di collaborare con la Turchia per stabilizzare la regione.

Il Segretario alla Difesa ha recentemente parlato con il suo omologo turco per discutere della situazione. L’attuale amministrazione è agli ultimi giorni, il che solleva interrogativi sul futuro a lungo termine di questa nuova base a Kobani.

Quindi gli USA cercano di raggiungere una situazione mediata che è tutt’altro che facile da raggiungere, anzi è una vera e propria scommessa. Questo però impone di essere presenti sul terreno, ed ecco la base a Kobani.

Gli ultimi sviluppi

Mentre la situazione nel nord della Siria è complessa, la lotta contro l’ISIS continua. Le forze francesi e statunitensi hanno recentemente effettuato attacchi aerei contro obiettivi dell’ISIS in Siria. Un attacco aereo statunitense nella Siria centrale avrebbe ucciso due agenti dell’ISIS. Un recente attacco a New Orleans, presumibilmente compiuto da un uomo che ha dichiarato di essere affiliato all’ISIS, evidenzia la minaccia in corso.

La situazione in Siria è in rapida evoluzione. L’apparente rafforzamento militare statunitense a Kobani, i continui combattimenti tra le varie fazioni e l’emergere di un nuovo governo siriano contribuiscono ad un futuro molto incerto per la regione. Resta da vedere quanto durerà questa nuova base statunitense e quale sarà il suo impatto sul conflitto in corso.


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