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Giro di vite di Trump sull’immigrazione: tagli drastici ai rifugiati e una vittoria chiave in Corte Suprema

Svolta sull’immigrazione USA: Trump taglia i rifugiati del 94%, dando priorità agli Afrikaner. Intanto la Corte Suprema blocca la protezione per 300.000 venezuelani. Una strategia radicale che smantella le politiche dell’era Biden.

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Sembra che la musica a Washington sia cambiata, e in modo piuttosto fragoroso. L’amministrazione Trump si appresta a operare una delle più drastiche inversioni di rotta in materia di immigrazione, riducendo il numero di rifugiati ammessi negli Stati Uniti a una frazione di quanto previsto dal suo predecessore. Secondo un report del New York Times, il tetto massimo per il prossimo anno fiscale crollerà a soli 7.500 rifugiati, un taglio del 94% rispetto al limite di 125.000 fissato dall’amministrazione Biden.

Un cambiamento non solo quantitativo, ma anche qualitativo. Buona parte di questi posti, infatti, sarebbe riservata agli Afrikaner bianchi in fuga dal Sudafrica, una minoranza che oggi rappresenta meno del 5% della popolazione del paese e che denuncia violenze mirate e la minaccia di espropri terrieri senza indennizzo. Una mossa che segue le manifestazioni di migliaia di sudafricani bianchi davanti all’ambasciata USA a Pretoria, per ringraziare Trump della sua apertura.

Afrikaner ringraziano Trump

Le reazioni e le politiche collaterali

Come prevedibile, la decisione ha scatenato l’ira dei promotori dell’immigrazione di massa. Mark Hetfield, presidente della Hebrew Immigrant Aid Society (HIAS), ha dichiarato al Times: “Un tetto così basso infrangerebbe la promessa dell’America… Trump non sta solo mettendo gli Afrikaner in cima alla lista, sta cacciando dalla fila rifugiati in attesa da anni”.

La strategia della Casa Bianca, tuttavia, appare coerente e su più fronti, un vero e proprio smantellamento delle politiche di “confini aperti” dell’era precedente. Oltre al taglio sui rifugiati, si segnalano altre due iniziative significative:

  • Incentivo all’auto-rimpatrio: È stata introdotta una nuova politica che offre $2.500 ai minori migranti non accompagnati (dai 14 anni in su) che accettino di tornare volontariamente nei loro paesi d’origine. Un programma che, secondo indiscrezioni della NBC News, sarebbe stato soprannominato informalmente “Freaky Friday” dall’ICE (Immigration and Customs Enforcement), anche se l’agenzia ha smentito il nomignolo pur confermando l’iniziativa.
  • Sospensione del programma rifugiati: Già poco dopo il suo insediamento, Trump aveva sospeso con un ordine esecutivo il programma generale per i rifugiati e l’accettazione di richiedenti asilo ai confini, creando poi un’eccezione esplicita proprio per gli Afrikaner.

Il percorso per ottenere lo status di rifugiato negli USA è notoriamente lungo e complesso, con attese che possono durare anni tra campi profughi, controlli di sicurezza ed esami medici. Attualmente, circa 130.000 rifugiati già approvati in via condizionale e 14.000 membri di minoranze religiose iraniane si trovano in un limbo burocratico.

Una vittoria legale dal peso enorme: stop al TPS per i Venezuelani

A rafforzare questa nuova linea politica è arrivata anche una vittoria cruciale sul fronte legale. Venerdì scorso, la Corte Suprema ha accolto una richiesta d’urgenza dell’amministrazione Trump, ponendo fine allo Status di Protezione Temporanea (TPS) per oltre 300.000 cittadini venezuelani presenti negli Stati Uniti.

Con una maggioranza di 6-3, i giudici hanno bloccato la sentenza di un giudice federale della California che aveva tentato per due volte di sospendere la cancellazione del TPS.

L’assistente segretario Tricia McLaughlin ha commentato la vittoria con toni netti:

“Il presidente Trump sta ripristinando il sistema di immigrazione americano affinché porti benefici ai cittadini statunitensi. Lo Status di Protezione Temporanea doveva essere proprio questo: temporaneo. Eppure, le amministrazioni precedenti ne hanno abusato, trasformandolo in un programma di amnistia di fatto”.

La decisione della Corte Suprema chiude di fatto un’altra porta, quella dei permessi speciali concessi in passato a cittadini di nazioni in crisi, che secondo l’amministrazione attuale si erano trasformati in un’immigrazione permanente non regolamentata. A questo punto però si apre un’altro contenzioso con il Venezuela per il rimpatrio degli espulsi. Per d’are un’idea delle dimensioni, se la misura fosse applicata nella sua interezza, bisognerebbe organizzare oltre 1000 voli!

La strada intrapresa da Trump è chiara: una stretta decisa, basata su un approccio che privilegia l’interesse nazionale e un controllo rigoroso dei flussi migratori. Una rivoluzione che, tra polemiche e battaglie legali, sta ridisegnando il volto dell’immigrazione americana.

Venezuelani negli USA

Domande e Risposte

1. Perché l’amministrazione Trump sta dando priorità ai rifugiati Afrikaner dal Sudafrica?

La decisione si basa sulle denunce provenienti da questa comunità riguardo a un clima di ostilità e violenza specifica contro i bianchi in Sudafrica, che le autorità locali non riuscirebbero a contrastare efficacemente. A questo si aggiunge la minaccia concreta di una riforma agraria che prevede l’espropriazione di terreni di proprietà di agricoltori bianchi senza un equo indennizzo. L’amministrazione Trump considera quindi gli Afrikaner una minoranza perseguitata che merita una corsia preferenziale per l’accoglienza, in linea con una visione che privilegia specifici gruppi in difficoltà piuttosto che un’accoglienza generalizzata.

2. Cos’è esattamente lo “Status di Protezione Temporanea” (TPS) e perché è stato revocato ai venezuelani?

Il TPS è uno status concesso dal governo statunitense a cittadini di paesi che affrontano crisi umanitarie straordinarie, come guerre civili, disastri naturali o instabilità politica. Permette loro di vivere e lavorare legalmente negli USA per un periodo limitato. L’amministrazione Trump ha sostenuto che il TPS, concepito come “temporaneo”, era stato di fatto trasformato dalle precedenti amministrazioni in un’amnistia permanente, poiché i permessi venivano continuamente rinnovati. La revoca per i venezuelani si inserisce nella logica di ripristinare la natura originaria e non permanente di questo strumento di protezione.

3. Le nuove misure sui rifugiati sono già definitive e operative?

Non ancora completamente. Sebbene il Presidente Trump abbia firmato la determinazione presidenziale per fissare il nuovo tetto di 7.500 rifugiati, la legge federale richiede delle consultazioni formali con il Congresso prima che la misura diventi ufficiale. Al momento, queste consultazioni sembrano essere in ritardo, anche a causa della situazione di parziale chiusura delle attività governative (“shutdown”). I democratici accusano la Casa Bianca di ignorare i propri obblighi legali, lasciando il Congresso all’oscuro e migliaia di rifugiati in una situazione di incertezza.

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