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Gilet Gialli “ATTO XIII”. Incredibilmente si va avanti, nonostante violenze e divisioni. Il punto di vista di Alain de Benoist

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Siamo arrivati all’ATTO XIII. Sono 13 settimane, di proteste, una maratona della resistenza popolare. Questa puntata con una partecipazione fra i 65 mila ed i 260 mila, come sempre a seconda delle fonti, ha visto un rigurgito di violenza  da entrambe le parti.

Alcune immagini sono significative. Guardate questa del popolo che avanza contro la Polizia, con la bandiera: sembra un quadro di Delacroix.

Digione:

Per evitare il Matraque, i Gilet hanno scelto di fare delle “Operazioni Lumaca” per le quali bastano poche decine di auto:

 

Partecipazione dei “Medici di strada” piuttosto ampia:

Come il solito la repressione della polizia è stata durissima, spietata. Vediamo gli esempi: Donna presa a calci

https://twitter.com/leGneral2/status/1094552428270231553

Passanti allegramente gasati dalla polizia:

Bambini gasati….

https://twitter.com/ValeMameli/status/1094296491794010118

Poi il “Piece de resistence” , il giornalista (neanche un manifestante) che ha perso la mano per una granata lanciata dalla Polizia. Tutto normale in Francia:

https://twitter.com/AleksioTitoAlon/status/1094211670451339264

Purtroppo ci sono stati casi di vandalismo contro auto, soprattutto di lusso:

 

 

Per fortuna c’è tanta, ma tanta genialità:

Interessante l’intervento del filosofo Alain De Benoist, che  ha origini e storia ben diversa dai Gilet Gialli e che potete leggere per intero su Comedonchisciotte. De Benoist nota come il movimento sta trasformando una “Massa”, socialmente disgregata come avviene nell’epoca del social media e dell’isolamento, in un “Popolo” che ha consapevolezza della propria situazione di oppressione. Una situazione pericolosa, che non si sa quale strada possa prendere , perchè ancora non si sa se si fonderà con i populismi di destra o di sinistra, e che non dovrebbe, per giovinezza presentarsi alle europee, elemento che indica l’errore politico di Di Maio con i suoi contatti. Però in una situazione in come questa attuale il “Gran Debat” iniziato da Macron è considerato inutile, anzi creato perchè inutile, come una sorta di seduta psicanalitica di massa senza però effetti pratici.

Interessante il finale di De Benoist che , con un parallelo storico, ci indica la pericolosità dei Gilet Gialli per l’establishment francese:

“I “riluttanti Galli” sono i degni successori dei “Mendicanti” (Geuzen) che, nel XVI secolo, nelle Fiandre e nei Paesi Bassi, resero glorioso un nome spregiativo, assumendo su di sé il malcontento popolare contro l’autorità di Re Filippo II di Spagna, con l’appoggio di Guglielmo d’Orange. La guerriglia che condussero negli anni a partire dal 1556 ebbe come risultato la liberazione totale delle Province Unite. Una bellissima canzone olandese che celebra la loro memoria si intitola “Lunga vita ai mendicanti!”. Merita di essere cantata ancora oggi.”


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