Euro crisis
GIAVAZZI: IL DIS-ECONOMISTA
L’altro giorno in TV il mitico DISECONOMISTA Giavazzi
ha profferito la seguente ERRATISSIMA AFFERMAZIONE:
“DOBBIAMO TAGLIARE LE TASSE PER AUMENTARE LA DOMANDA AGGREGATA DI CUI C’E’ TANTO BISOGNO”
Tecnicamente potremmo anche dire che avrebbe pure ragione, visto che:
Y = C + I + (G – T) + BP
consumi + investimenti + spesa pubblica – tasse + bilancia commerciale
Però il buon Giavazzi si dimentica di una regola fondamentale:
* Variazione Y = 1/(1-c) x Variazione G
=> Variazione della domanda aggregata = Variazione della spesa pubblica moltiplicato per il moltiplicatore keynesiano pari a (nell’ipotesi che c=0,8533, ovvero l’85,33% del reddito viene speso) …
1/(1-0,8533) = 6,8 volte
mentre….
* Variazione Y = c/(1-c) x Variazione (- T)
=> Variazione della domanda aggregata = Variazione della spesa pubblica moltiplicato per il moltiplicatore keynesiano pari a (nell’ipotesi che c=0,8533, ovvero l’85,33% del reddito viene speso) …
0,8533/(1-0,8533) = 5,8 volte
DA CUI POSSIAMO DEDURRE CHE:
a) se riducessimo le tasse SENZA TOCCARE LA SPESA PUBBLICA (ovvero incrementassimo la spesa a deficit) allora il risultato sulla domanda aggregata sarebbe maggiore perché il moltiplicatore avrebbe un effetto positivo, ma……
b) se controbilanciassimo la riduzione delle tasse con una riduzione della spesa pubblica (mantenendo inalterato il deficit di bilancio) il risultato in termini di domanda aggregata sarebbe negativo!
A nulla vale sostenere che SE IL TAGLIO DELLE TASSE FOSSE ATTUATO SUL LAVORO potremmo acquisire maggior produttività industriale delle aziende TRADABLE e ciò vorrebbe dire incrementare l’export e porre le condizioni per una ulteriore maggior domanda aggregata visto che LE DECISIONI DI MICROECONOMIA DELLE AZIENDE POTREBBE PRECLUDERE TALE FATTO.
Come faccio a sostenere questo?
Se guardate il WORKING PAPER del Fondo Monetario Internazionale dedicato al RIBILANCIAMENTO DELLE PARTITE CORRENTI INTRAEUROZONA
noterete proprio il fatto che IL TAGLIO DEL COSTO DEL LAVORO IN GRECIA NON HA RILANCIATO L’EXPORT A SUFFICIENZA PERCHE’ HA SOLAMENTE MIGLIORATO I MARGINI DELLE AZIENDE DEL SETTORE TRADABLE (senza che questo abbia determinato un miglioramento della capacità competitiva delle aziende volto a far esportare di più al paese).
In pratica GLI ATTORI ECONOMICI HANNO GUARDATO OGNUNO ESCLUSIVAMENTE ALLE PROPRIE TASCHE.
Il fallimento della suddetta politica economica sarebbe certo e moooooolto doloroso per l’Italia.
Quindi, egregio Professor Giavazzi, detto fra noi, Lei ci deve spiegare COME FA AD AVERE TUTTI QUESTI SANTI IN PARADISO SENZA CHE ANCORA SIA STATO SPEDITO A FARE IL LAVORO CHE PIU’ LE SI ADDICE: “O ZAPPATORE”!
Maurizio Gustinicchi
Economia5Stelle
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