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Giappone: Takaichi Premier, ma che fatica. Per governare imbarca la “Lega” di Osaka (Ishin) e l’Abenomics 2.0 rischia lo stallo

Giappone, governo nel caos: Takaichi premier, ma costretta ad allearsi con i “falchi” di Osaka. La sua Abenomics di spesa keynesiana è già bloccata dai nuovi alleati che vogliono tagliare. Mercati nervosi e riforme a rischio.

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Il Giappone si prepara ad avere un nuovo Primo Ministro, Sanae Takaichi, ma il suo mandato inizia con un notevole grattacapo politico che rischia di sterilizzare i suoi piani economici. Dopo una settimana tumultuosa, la Takaichi, pupilla dell’ex premier Shinzo Abe e sostenitrice di una robusta politica di spesa (la cosiddetta “Abenomics”), ha perso l’appoggio del suo partner di coalizione minore, il Komeito compagno storico da 25 anni, ed è dovuta andare a cercare un nuovo partner per avere la maggioranza in parlamento. 

Senza maggioranza, è stata costretta a cercare nuovi alleati. E li ha trovati nel Nippon Ishin no Kai (Partito dell’Innovazione del Giappone).

Per capirci, è un po’ come se in Italia un governo nazionale dovesse chiedere i voti alla Lega Nord dei primi tempi. Ishin è un partito fortemente radicato a Osaka, di destra, che mescola istanze nazionaliste (come la revisione della Costituzione) a un programma economico quasi opposto a quello della Takaichi: vogliono riforme drastiche della sicurezza sociale, deregulation e, soprattutto, tagli alla spesa pubblica. Più che altro è proprio un partito della provincia di Osaka, dove controlla quasi tutti i collegi elettorali. 

Il prezzo dell’alleanza

L’accordo, che dovrebbe essere formalizzato il 20 ottobre, non è indolore. Sebbene l’alleanza dia alla Takaichi i numeri per essere eletta premier il 21 ottobre, il prezzo politico è alto.

Ishin, guidato dal governatore di Osaka Hirofumi Yoshimura, ha posto una “condizione definita” per l’alleanza: una riduzione del 10% del numero dei parlamentari per “migliorare l’efficienza e tagliare i costi”. Una richiesta indigesta per molti veterani del partito della Takaichi (LDP).

Hirofumi Yoshimura

Per ora, la Takaichi sta cercando di mediare: secondo le ultime indiscrezioni, un esponente di Ishin, Kei Endo, sarà nominato “Consigliere speciale del Primo Ministro” (un ruolo importante ma non un ministero di peso), per suggellare l’accordo senza cedere troppo potere esecutivo.

Su altri punti, come la revisione dei limiti costituzionali alla difesa e la definizione di una vera e propria corte costiuzionale ci possono essere degli accordi, il punto della politica fiscale resta quello più complesso.

Comunque i giapponesi sono gente pratica, e le delegazioni dei due partiti hanno iniziato la definizione delle delegazioni al governo, cioè la spartizione dei poteri.

Lo scontro economico: spesa vs. tagli

Qui sta il vero problema. La Takaichi vorrebbe riaccendere i motori dell’economia giapponese con massicci stimoli fiscali e persino tagli alle tasse per rilanciare la crescita, in linea con la scuola keynesiana di Abe.

I suoi nuovi alleati, tuttavia, sono molto più interessati alla deregulation e ai tagli che a nuova spesa pubblica. Come sottolineato dagli analisti di Daiwa Securities, “le politiche chiave proposte da Ishin non richiedono un’emissione significativa di debito”.

Questo crea una paralisi. Il Giappone ha un disperato bisogno di riforme strutturali per affrontare i suoi problemi cronici:

  • Un rapidissimo invecchiamento della popolazione;
  • Una cronica carenza di manodopera;
  • Acuti vincoli dal lato dell’offerta.

Con un consenso politico così frammentato e un governo di minoranza indebolito, è probabile che le leggi necessarie per affrontare queste sfide rimangano bloccate in parlamento. L’unica cosa su cui potrebbero facilmente accordarsi sono pacchetti economici generici, ma non le riforme profonde.

I mercati e l’FMI non si fidano

L’instabilità politica ha già messo in allerta i mercati. I rendimenti dei titoli di stato giapponesi (JGB) hanno iniziato a salire, specialmente sulle scadenze lunghe, prezzando il rischio di maggiore emissione di debito per finanziare piani di spesa confusi.

Il punto è che la Banca del Giappone (BOJ) non può più essere data per scontata come acquirente di ultima istanza, visto che sta lentamente riducendo i suoi acquisti di obbligazioni. Un aumento dei tassi d’interesse renderebbe insostenibile il costo di servizio dell’enorme debito pubblico giapponese.

Persino l’FMI è intervenuto, mandando un messaggio chiaro al futuro governo:

  1. Evitare tagli generalizzati (come quello sulla tassa sui consumi).
  2. Eventuali sussidi devono essere temporanei e mirati solo alle famiglie a basso reddito colpite dall’inflazione.
  3. Mettere in atto un piano di consolidamento fiscale (cioè ridurre il deficit).

In sintesi, la Takaichi potrebbe trovarsi in trappola. Voleva lanciare una nuova era di reflazione, ma è bloccata tra i nuovi alleati “falchi” di Osaka e la vecchia guardia del suo stesso partito (come l’ex premier Taro Aso) che, preoccupata dal debito, spinge per la disciplina fiscale. L’Abenomics 2.0 rischia di essere un flop prima ancora di cominciare.

Abe e Takeishi

Domande e Risposte sul Testo

1. Perché la nuova premier giapponese Takaichi ha dovuto cambiare alleato di governo?

Sanae Takaichi ha vinto la leadership del suo partito (LDP), che la garantisce quasi automaticamente per la premiership. Tuttavia, il suo partner di coalizione storico (il partito Komeito) le ha ritirato l’appoggio dopo l’elezione. Non avendo l’LDP la maggioranza assoluta da solo, Takaichi è stata costretta a cercare urgentemente nuovi partner per assicurarsi i voti necessari in parlamento, trovandoli nel partito regionalista di destra Nippon Ishin no Kai.

2. Qual è il principale punto di scontro tra Takaichi e i suoi nuovi alleati di Ishin?

Lo scontro è puramente economico. Takaichi, seguendo la scuola “Abenomics”, vuole stimolare l’economia con massiccia spesa pubblica (politica fiscale espansiva/keynesiana). Il partito Ishin, al contrario, è un partito di “falchi” fiscali: le sue priorità sono la deregulation, le riforme strutturali per tagliare la spesa sociale e la riduzione dei costi della politica (come il taglio del numero dei parlamentari). Ishin non vuole aumentare il debito per finanziare nuova spesa.

3. Cosa rischia l’economia giapponese con questo nuovo governo frammentato?

Il rischio maggiore è la paralisi legislativa. Mentre il governo potrebbe trovare un accordo su piccoli aiuti economici, la frammentazione renderà quasi impossibile approvare le riforme strutturali urgenti di cui il Giappone ha bisogno (gestione dell’invecchiamento, mercato del lavoro, vincoli di offerta). Questa incertezza innervosisce i mercati, facendo salire i tassi di interesse sul debito pubblico (JGB) e aumentando i costi per lo Stato, proprio mentre l’FMI chiede al Giappone di ridurre il deficit.

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