Analisi e studi
Germania: tutti più poveri? Calano le vendite al dettaglio e anche l’inflazione
In Germania (e nell’Euro Zona) cala l’inflazione. Tutto bene ? No, perché questo risultato viene raggiunto con una compressione dei consumi, quindi con un calo del benessere dei cittadini.
Andiamo per ordine: la scorsa settimana sono stati pubblicati i dati delle vendite al dettaglio in Germania.
Le vendite al dettaglio tedesche sono diminuite inaspettatamente dell’1,2% su base mensile nell’agosto 2023, mancando le previsioni di mercato di una crescita dello 0,5% e dopo una lettura piatta rivista al rialzo nel mese precedente.
Si è trattato del calo più marcato del commercio al dettaglio da dicembre 2022 in un contesto di inflazione persistentemente elevata, con vendite in calo sia per i prodotti alimentari (-1,2%) che per quelli non alimentari (-0,7%). Le vendite via Internet e per corrispondenza sono invece crollate dell’8,7%. Su base annua, il commercio al dettaglio si è contratto del 2,2% ad agosto, il massimo in quattro mesi, dopo la contrazione del 2,2% di luglio.
Ecco il relativo grafico
Un calo del 2,2% delle vednite retail 8quindi dei consumi…) su base annua non è poco e indica un calo del benessere delle famiglie. Se la gente compra meno, le aziende vendono meno, sono costrette a farsi più concorrenza e cala l’inflazione.
Ed infatti: l’inflazione dei prezzi al consumo tedeschi è scesa al 4,5% su base annua nel settembre 2023, in significativo calo rispetto al 6,1% del mese precedente e leggermente al di sotto delle aspettative del mercato del 4,6%, secondo una stima preliminare.
Si tratta dell’inflazione più bassa dallo scoppio della guerra in Ucraina nel febbraio 2022, poiché i prezzi sono cresciuti a un ritmo più lento sia per i servizi che per i beni. I prezzi dei servizi hanno registrato un aumento più moderato, pari al 4,0% (rispetto al 5,1% di agosto), principalmente a causa di un effetto base derivante dall’abolizione del cosiddetto biglietto da 9 euro a settembre 2022.
Inoltre, l’inflazione dei beni è scesa al 5,0% da 7,1 %, guidato da un rallentamento sia dei prezzi alimentari (7,5% contro 9,0%) che dei costi energetici (1,0% contro 8,3%). Quest’ultimo è stato particolarmente influenzato da un effetto base rispetto a settembre 2022, che ha segnato la fine dello sconto sul carburante.
Inoltre, il tasso di base, core, che esclude voci volatili come cibo ed energia, è sceso al 4,6%, il minimo di un anno. quindi niente dinamica salariale incontrollata.
Ecco il relativo grafico
queso calo inflazionistico quindi è legato a un rallentamento economico che avrà conseguenze sulla crescita. I dati saranno non buoni nel terzo trimestre, e non solo per la Germania.
Anche l’inflazione nell’area euro è in calo, fatto prevedibile visto il peso della Germania
Niente fiammata di ritorno ad agosto, e aspettiamo anche qui i dati del terzo trimestre del PIL, che non saranno buoni.
Quindi l’economia tedesca ed europea annaspa, ma questo contiene sse non altro l’inflazione. Certo i disoccupati non saranno di sicuro contenti perché , anche se non ci sono aumenti, comunque non guaddagneranno nulla. perché il problema dell’area euro non è tanto l’inflazione, quanto la mancanza di crescita e quindi di domanda di occupazione.
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