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Germania: scricchiolii fra le banche cooperative? Il caso Volksbank Brawotra immobili, ristoranti di lusso e “ristrutturazione”
Allarme nel sistema bancario tedesco: la Volksbank Brawo, nota per i suoi investimenti in ristoranti di lusso e immobili, finisce sotto la lente della vigilanza. Il crollo del mattone commerciale mette a nudo i rischi di una gestione troppo “creativa”.

Il mito della solidità teutonica inciampa sul mattone? Se c’è una certezza nel mondo bancario tedesco, è la presunta stabilità delle Volksbanken, le banche popolari cooperative. Eppure, proprio nel cuore di questo sistema, si sta aprendo una crepa che sta facendo sudare freddo l’associazione di categoria a Berlino. Parliamo della Volksbank Brawo (Braunschweig-Wolfsburg), un istituto che negli ultimi anni ha deciso di fare molto più che “semplice banca”, trasformandosi in un conglomerato immobiliare con passioni piuttosto eccentriche.
Da “Zio Eccentrico” a caso clinico?
Per anni, nel settore bancario cooperativo tedesco, la Volksbank Brawo è stata guardata come si guarda lo “zio ricco ed eccentrico” alle cene di famiglia: con perplessità, ma lasciandolo fare perché, in fondo, porta i regali.
Mentre le altre banche si preoccupavano dei tassi e della raccolta, Brawo si lanciava in avventure decisamente poco ortodosse per una banca locale:
Ristorazione di lusso: Nel 2019 ha aperto “Überland”, un ristorante esclusivo ai piani alti della sua sede, con tanto di chef stellato come partner. Pensiamo e succedesse una cosa simile in Italia…
Birrifici: Investimenti diretti nella produzione di birra.
Immobiliare spinto: Un’espansione massiccia nel Real Estate commerciale, settore molto rischioso, soprattutto in questo momento.
Fino a quando i tassi erano a zero, tutto questo sembrava geniale. Ora che il vento è cambiato, il castello (o il ristorante panoramico) inizia a tremare.
L’intervento del BVR: è “Ristrutturazione”
Secondo indiscrezioni filtrate dalla stampa finanziaria tedesca (Finanz-Szene e Handelsblatt), l’atmosfera è cambiata drasticamente. Il BVR (Associazione Federale delle Banche Cooperative Tedesche) non ride più delle stravaganze di Wolfsburg.
Il sistema di garanzia dei depositi avrebbe classificato la Volksbank Brawo come un “caso di ristrutturazione“. Cosa significa in termini pratici?
Significa che l’istituto è entrato in una categoria di sorveglianza speciale dove il fondo di tutela non si limita a osservare, ma può imporre cambiamenti nella politica aziendale. Non siamo ancora al salvataggio, ma siamo nella fase in cui i vigili del fuoco si stanno mettendo la tuta.
I numeri del problema: quando la banca diventa un’immobiliare
Il problema centrale non è il ristorante (che pure pare operi in perdita), ma la struttura del bilancio. Con 6,4 miliardi di euro di attivo, Brawo non è una piccola cassa rurale. È diventata un conglomerato con innumerevoli controllate.
Ecco una sintesi delle criticità emerse:
| Area di Rischio | Situazione Attuale |
| Business Immobiliare | La banca possiede direttamente enormi portafogli immobiliari. Con la crisi del settore commerciale in Germania, il valore di questi asset è sotto pressione. |
| Redditività | Secondo le analisi, il business bancario tradizionale (prestiti e depositi) è solo “mediocremente redditizio” dopo la svolta sui tassi. |
| Trasparenza | La complessità delle partecipazioni rende difficile capire quanto sia “vero” l’utile del bilancio consolidato. |
La difesa della banca è classica: “Abbiamo riserve occulte accumulate negli anni d’oro” e “Gli immobili sono stati comprati a prezzi stracciati”. In realtà i prezzi reali degli immobili si conoscono nel momento in cui questi sono messi sul mercato e si scoprirà la presenza di queste riserve occulte nel momento in cui rischierà di essere troppo tardi. Se Berlino si muove, significa che qualcuno ha fatto i conti e ha scoperto che le riserve potrebbero non bastare a coprire le svalutazioni in arrivo.
Un segnale per l’Europa?
La vicenda Brawo è emblematica di un vizio chesta apparendo molto tedesco: la ricerca di rendimenti alternativi in un’era di tassi zero che ha spinto istituti conservatori a diventare hedge fund immobiliari mascherati.
Ora che la marea dei tassi si è ritirata, si vede chi nuotava senza costume. La BVR cercherà di gestire la cosa con la solita discrezione tedesca, ma il segnale è chiaro: il rischio immobiliare nelle banche tedesche è reale, tangibile e non più ignorabile.
Domande e risposte
Cosa rischiano i correntisti della Volksbank Brawo?
Nell’immediato, i rischi per i correntisti sono minimi. Il sistema bancario cooperativo tedesco (BVR) dispone di un fondo di tutela istituzionale molto solido, progettato proprio per intervenire prima che una banca fallisca. La classificazione come “caso di ristrutturazione” serve proprio ad attivare misure preventive. Tuttavia, questo segnala che la banca non è in salute e necessita di una guida esterna per rimettersi in carreggiata, probabilmente attraverso la vendita di asset non strategici.
Perché una banca locale investe in ristoranti e birrifici?
È il risultato dell’era dei tassi zero (o negativi) imposti dalla BCE negli anni scorsi. Le banche tradizionali, non riuscendo a fare margini con l’attività di prestito classica, hanno cercato disperatamente rendimenti altrove. Volksbank Brawo ha interpretato questo bisogno in modo aggressivo, diversificando in settori “reali” ma rischiosi come l’immobiliare commerciale e l’ospitalità. Una strategia che paga quando l’economia tira, ma che diventa una zavorra costosa quando i tassi salgono e i consumi rallentano.
Questa crisi può estendersi ad altre banche tedesche?
È il timore principale degli analisti. Volksbank Brawo è un caso limite per la sua “creatività” gestionale, ma l’esposizione al settore immobiliare commerciale (CRE – Commercial Real Estate) è un problema diffuso in molte banche regionali tedesche (Landesbanken e Sparkassen). Con i prezzi degli immobili commerciali in calo significativo in Germania, molte banche potrebbero dover effettuare pesanti svalutazioni nei prossimi bilanci, erodendo il capitale e riducendo la capacità di fare credito all’economia reale.








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