Economia
Germania: promesse tradite e bilancio in rosso – Il riarmo costa ai cittadini, che non ricevono nulla
Il governo tedesco di SPD e Unione sotto accusa: promesse elettorali disattese, bilancio in rosso per i cittadini e priorità al riarmo. Un’analisi delle conseguenze economiche e politiche.

Un’ombra sinistra si allunga sulle promesse elettorali in Germania, minacciando di inghiottire le speranze di milioni di cittadini. Mentre le parole d’ordine della campagna risuonano sempre più flebili, il governo tedesco, sotto la guida di SPD e Unione, sembra aver imboccato una strada senza ritorno: quella del riarmo sfrenato e di obiettivi politici interni opachi, sacrificando cinicamente il benessere dei cittadini sull’altare di un bilancio sempre più disperato.
La tanto attesa “redistribuzione” dei redditi promessa dall’SPD di Klingbeil si rivela una chimera, e il programma elettorale della CDU, un tempo baluardo di certezze, è ormai solo un vago ricordo. Friedrich Merz, leader della CDU, si trova su una polveriera politica che, prima o poi, gli esploderà tra le mani, con conseguenze elettorali devastanti.
Il Miraggio del taglio delle tasse: un ingannevole gioco di specchi
Ricordate le promesse di alleggerire il carico fiscale per famiglie e imprese fatte dai democristiani? Bene, dimenticatele. Subito dopo l’insediamento del governo, il quadro è drammaticamente chiaro: la maggior parte delle misure di sgravio fiscale annunciate sono destinate a rimanere lettera morta.
Il perché è chiaro: le casse federali sono vuote, per i cittadini. L’esempio più eclatante è la famigerata riduzione dell’imposta sull’energia elettrica: promessa per tutti, attuata solo per alcune imprese, lasciando a bocca asciutta la maggior parte delle aziende e dei consumatori. E questa è solo la punta dell’iceberg. Una autentico tradimento politico della base elettorale.
Lars Klingbeil, Ministro delle Finanze e figura chiave dell’SPD, si prepara a presentare il progetto di bilancio 2025 al Bundestag, e si preannuncia una tempesta. Sebbene abbia sbandierato “investimenti record” – finanziati con un debito che sfiorerà gli 850 miliardi di euro pluriennali– la verità che cerca di celare è un buco di bilancio vertiginoso: quasi 150 miliardi di euro spalmati tra il 2027 e il 2029. Un abisso finanziario che rende impossibile persino pensare a ulteriori sgravi, come quelli promessi per i redditi bassi e medi a partire dal 1° gennaio 2027. Però i soldi per gli amici e per le armi si sono trovati.
L’economista Jens Hogrefe dell’Istituto per l’economia mondiale di Kiel è lapidario: “Non mi è chiaro come ulteriori riduzioni fiscali possano rientrare nell’attuale bilancio”. E non è certo il solo a pensarla così.
Il Riarmo come Priorità Assoluta: Il Sacrificio dei Cittadini
Mentre i cittadini si stringono la cinghia e le promesse di sollievo fiscale svaniscono nel nulla, la Germania si impegna in una corsa al riarmo senza precedenti. I fondi, che magicamente non si trovano per sostenere l’economia reale e le famiglie, sembrano invece abbondare per la spesa militare. Questo non è solo un tradimento delle promesse elettorali, ma una scelta politica precisa che mette in evidenza le vere priorità del governo: obiettivi geopolitici e consolidamento del potere interno, a discapito del benessere quotidiano.
La disperazione di imprese e sindacati è palpabile. “Mai prima d’ora la nostra fornitura di energia elettrica è stata così costosa e incerta”, lamentano i presidenti dei comitati aziendali di colossi come Lausitz Energie AG, Arcelor-Mittal e BASF, in una lettera aperta al Cancelliere. Chiedono un prezzo dell’energia elettrica industriale a cinque centesimi per chilowattora, una misura che costerebbe 10 miliardi di euro entro il 2030. Ma la risposta del governo è un silenzio assordante, o peggio, mezze misure che non risolvono il problema.
L’SPD e la CDU: un patto sospetto tra vecchi politici
La retorica della “redistribuzione” dell’SPD suona sempre più stonata. Andreas Audretsch, vicecapogruppo dei Verdi, attacca duramente: “Merz e Klingbeil stanno introducendo tagli fiscali per miliardi di euro a favore dei più ricchi del Paese, degli azionisti, di McDonald’s. Ma quando si tratta di ridurre la tassa sull’elettricità per tutte le famiglie e l’artigianato, si dice che le casse sono vuote”.
Questo cambio di priorità rispetto alla campagna elettorale, dove i privilegiati beneficiano di sgravi mentre i ceti medi e bassi vengono ignorati, è una pugnalata al cuore della credibilità politica. Se le riduzioni dell’imposta sul reddito, promesse per il 2027, non dovessero concretizzarsi, mentre quelle per le società di capitali, già approvate, entreranno in vigore un anno dopo, lo sdegno sarà incontenibile. L’SPD, già in bilico sulla sua politica distributiva, si troverà in una posizione insostenibile. Intanto i socialdemocratici affondano nei sondaggi e la CDU non decolla:
La CDU, dal canto suo, ha abbandonato ogni pretesa di coerenza. Il suo programma elettorale è stato svenduto per mantenere in piedi un’alleanza di comodo, e Friedrich Merz, il cui consenso si sta erodendo giorno dopo giorno, non potrà sfuggire al giudizio degli elettori. Come sottolineato dal Ministro Presidente della Renania Settentrionale-Vestfalia Hendrik Wüst (CDU): “La situazione finanziaria della Confederazione era nota a tutti i partiti quando questa promessa è stata inserita nel contratto di coalizione”. Dunque, nessuna scusa può giustificare il tradimento.
Un futuro di incerta crescita e bilanci a pezzi
Il governo punta sulla crescita economica e su una “ulteriore riforma del freno all’indebitamento” per uscire da questa crisi. Ma le previsioni degli economisti per il 2025 sono tutt’altro che rosee, con una crescita minima fino allo 0,3%. L’idea che una ripresa anemica possa colmare un buco di bilancio di 150 miliardi di euro è un atto di fede, non un calcolo realistico.
Gli esperti, come Florian Schuster del think tank Dezernat Zukunft, sono chiari: servono riforme fondamentali del bilancio, non palliativi. La riduzione dell’IVA per i ristoratori, una bandiera della CSU, sembra l’unica “riduzione fiscale” facilmente realizzabile, a dimostrazione di come gli interessi di parte prevalgano sulle esigenze reali del paese.
La Germania si trova a un bivio drammatico. Il sogno di un alleggerimento fiscale si è trasformato in un incubo finanziario, mentre il riarmo diventa una priorità inconfessabile. Le promesse tradite dal governo SPD-Unione stanno creando una profonda frattura tra la politica e i cittadini, preparando il terreno per una resa dei conti elettorale che si preannuncia epocale.
Merz e Klingbeil, artefici di questo disastro, dovranno affrontare le conseguenze di una fiducia infranta. In Germania si vota periodicamente per i Land, le regioni: a marzo 2026 si voterà per nel Baden-Württemberg e nella Renania-Palatinato. Una debacle elettorale potrebbe voler dire la fine anticipata, e di molto, di qusto governo Merz.
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