Analisi e studi
Germania: il motore industriale non solo tossisce, si è proprio spento. Dati disastrosi ad Agosto
Crollo shock dell’industria tedesca, dati peggiori del previsto: la locomotiva d’Europa si è fermata? Auto a -18,5%, ecco cosa significa per l’Italia.
Una doccia fredda, anzi gelata, arriva dalla Germania. Se qualcuno sperava in un’inversione di tendenza per la locomotiva d’Europa, i dati sulla produzione industriale di agosto 2025, pubblicati dall’Ufficio Federale di Statistica (Destatis), spengono ogni ottimismo. La produzione industriale è crollata del su base mensile, un dato corretto per gli effetti stagionali e di calendario che va ben oltre le peggiori previsioni.
Il risultato di luglio, che con un timido aveva fatto sperare in una ripresa, viene completamente cancellato, mostrando una volatilità che nasconde una debolezza di fondo ormai strutturale.
Ma il dato forse più preoccupante è quello su base annua: rispetto ad agosto 2024, la produzione è diminuita del . Non si tratta quindi di un incidente di percorso mensile, ma di una tendenza negativa consolidata che la nuova guida del Cancelliere Merz, insediatosi a maggio, non sembra in grado di arrestare. Anzi, la situazione pare peggiorare.
Ecco il grafico dell’andamento della produzione industriale mensile tedesca:
E su base annuale, sempre da Tradingeconomics:
Ecco il grafico ufficiale che mostra l’andamento dell’Indice della produzione industriale:
Il crollo dei settori chiave: l’auto trascina tutti a fondo
A guardare i dettagli, il quadro si fa ancora più cupo. Il tonfo è stato causato principalmente dal settore più importante dell’industria tedesca, quello che per decenni è stato il suo fiore all’occhiello:
- Industria automobilistica: Un crollo verticale del rispetto al mese precedente. Destatis prova a spiegare la cifra con una combinazione di chiusure estive e riconversioni produttive, ma un calo di questa magnitudine indica problemi ben più seri.
- Macchinari e attrezzature: Anche qui un segno pesantemente negativo, con un calo del .
- Industria farmaceutica: Segna un preoccupante .
- Prodotti informatici ed elettronici: Scende del .
In pratica, tutti i pilastri dell’export e della produzione tedesca stanno vacillando contemporaneamente. La debolezza è diffusa e tocca il cuore del sistema manifatturiero. Analizzando i dati per grandi raggruppamenti industriali, la situazione non migliora: la produzione di beni strumentali (quelli necessari per produrre altri beni) è scesa del , mentre quella dei beni di consumo del .
Unico, timido, segnale positivo arriva dal comparto delle costruzioni, in crescita dello , una goccia in un oceano di numeri negativi. Anche i settori ad alta intensità energetica segnano un quasi insignificante sul mese, ma crollano del su base annua, a riprova che i problemi legati ai costi dell’energia sono tutt’altro che risolti.
In conclusione, la “cura Merz” non solo non sta funzionando, ma sembra assistere a un’accelerazione della crisi industriale tedesca. I problemi sono profondi, strutturali e non più mascherabili con statistiche mensili volatili. La locomotiva d’Europa è in panne e, a questo punto, rischia di trascinare con sé l’intero convoglio europeo.
Domande e Risposte
1) Quali sono le cause principali di questo crollo improvviso della produzione industriale tedesca?
Il crollo è guidato dal tonfo del settore automobilistico (), che da solo ha un peso enorme sull’indice generale. Sebbene le chiusure estive possano aver contribuito, è probabile che ci siano cause più profonde, come una domanda globale in calo, la forte concorrenza sui veicoli elettrici e le difficoltà nella catena di fornitura. A questo si aggiungono la debolezza generale dei settori chiave come i macchinari e la farmaceutica e la persistente crisi legata ai costi energetici, che, nonostante un lieve recupero mensile, resta un fardello pesante per l’industria tedesca su base annua.
2) Questo dato negativo avrà un impatto sull’economia italiana ed europea?
Assolutamente sì. La Germania è il principale partner commerciale dell’Italia e il motore dell’intera Eurozona. Un rallentamento così marcato della sua industria significa una minore domanda di beni intermedi e componenti prodotti in Italia, specialmente per il settore automotive e della meccanica. Questo si traduce in meno ordini per le nostre imprese e un potenziale freno alle nostre esportazioni. A livello europeo, una Germania in recessione industriale rallenta la crescita di tutta l’area euro, complicando le decisioni della Banca Centrale Europea e aumentando i rischi di una stagnazione economica generalizzata.
3) Il governo del Cancelliere Merz ha qualche strumento per invertire questa tendenza?
Il governo Merz si trova di fronte a una sfida enorme. In teoria, potrebbe attuare politiche di stimolo keynesiane, come massicci investimenti pubblici in infrastrutture e transizione ecologica per sostenere la domanda interna. Potrebbe anche varare incentivi fiscali per le imprese che investono in innovazione o tagliare i costi energetici. Tuttavia, la sua estrazione politico-culturale, più orientata al rigore di bilancio, potrebbe limitare l’ampiezza di tali interventi. La vera sfida sarà bilanciare la necessità di sostenere l’industria con la tradizionale ortodossia fiscale tedesca, un equilibrio che finora non sembra essere stato trovato.
You must be logged in to post a comment Login