Attualità
Non fatevi confondere: lo spettro delle elezioni in Germania serve solo per far svalutare l’euro, nel mezzo della battaglia finale col dollaro di Trump
Il centro destra tedesco è riuscito a fare un’allenza coi socialisti della SPD nel 2013 ma oggi non ci riesce con i liberali di destra…
I commentatori dei media italiani – non a caso allineati quasi integralmente agli interessi eurotedeschi – si sono affrettati ad ipotizzare una debolezza strutturale della Germanica, come quella italiana: come un fulmine a ciel sereno oggi scopriamo l’ipotetica incapacità di Angela Merkel di formare un governo dopo le elezioni di poche settimane fa. Niente di più falso: la Germania sa essere talmente stoica e forte nel difendere i propri interessi nonchè indirizzi strategici da riuscire addirittura a rallentare la formazione di un governo andando all’occorrenza ad elezioni farsa fra 6 mesi (dove, nel caso, vincerà la destra a mani basse) pur di favorire i propri esportatori facendo svalutare l’euro, ovvero evitando che il dollaro si svaluti. Oggi infatti il problema è che Trump sta iniziando a stringere il cerchio: con il comando della Fed ormai prossimo – nelle mani di governatori eletti dalla sua amministrazione – sarà in grado di plasmare le politiche monetarie con il fine di innescare la crescita negli USA. Per fare questo, come ha affermato chiaramente durante il viaggio in Asia, gli USA devono ridurre se non azzerare il proprio deficit commerciale. Punto e finito.
E per ragiungere l’obiettivo c’è solo un modo diciamo pacifico: svalutare il dollaro. Il problema è che un dollaro a 1.35 contro euro – non vi dico a 1.50 – sarebbe una mazzata per gli esportatori tedeschi. Pensate che sia Daimler che VW hanno fatto una fatica del boia a nascondere nei loro conti gli effetti di una svalutazione dell’euro di circa 7-8 figure nel terzo trimestre 2017. Ossia, altre 10 fugure di svalutazione del dollaro e l’economia tedesca inizia ad ingolfarsi. E questo non deve succedere, soprattutto oggi che si sta stringendo il cerchio per prendere il comando europeo. Dunque ecco la farsa dell’incapacità tedesca di formare un governo: sarebbe meglio dire che non lo si vuole formare! Immaginate, la destra tedesca del CDU/CSU è riuscita a fare una coalizione con la sinistra dell’SPD ma non ci riesce con un’altra forza di destra come i liberali. Assurdo.
Chiaro, Angela Merkel ha una grande scuola alle spalle (…).
Dunque, sappiate che i prossimi 6 mesi saranno cruciali: se lato tedesco si riesce ad evitare la svalutazione del dollaro, da una parte si indebolirà la politica di Trump (che non riuscirà a raggiungere i propri obiettivi prima delle elezioni Midterm del novembre prossimo, ndr), dall’altra si consolierà la ricchezza in mani tedesche in corrispondenza con le scadenze tecniche ed i rinnovi delle cariche europee che contano (su tutti quella del prossimo presidente della BCE, i cui lavori preparativi inizieranno nel secondo trimestre del 2018). Oltre ad essere oggi ad un palmo dall’annichilire il più grande alleato USA in EUropa, l’Italia – facendo arrivare la troika, ndr -.
Se ci pensate bene la soluzione di non formare un governo è perfetta: andando ad altre elezioni a maggio 2018 dove quasi certamente la destra tedesca avrà una netta maggioranza si ha la scusa per non stringere il cappio attorno all’imbelle Italia prima delle elezioni nella Penisola, elezioni che se pungolate dalla richiesta di ulteriore austerità finirebbero inevitabilmente per far vincere gli avversari dell’EUropa.
Dall’altra si spera che nel mentre Trump cada, travolto da qualche scandaletto.
Senza dubbio un’ottima strategia, tanto l’economia teutonica continua ad andare a gonfie vele, perchè preoccuparsi? Una pausa tecnica può fare gioco. Volete la prova del nove: oggi la borsa tedesca e quella svizzera guarda caso salgono a fronte del rafforzamento del dollaro.
L’importante è che tutti voi capiate cosa sta bollendo in pentola: i tedeschi hanno un granda debolezza, sono prevedibili anche quando cercano di dissimularlo. Poi – ritengo – ci sveglieremo una mattina e scopriremo di essere stati superati dagli eventi.
MD
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