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Deficit, la Germania si salva con le spese militari: una deroga su misura che beffa il rigore

La Germania sfora il deficit del 3%, ma Bruxelles non aprirà la procedura. Decisiva la deroga sulle spese militari, voluta proprio da Berlino. Un nuovo caso di due pesi e due misure in UE?

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La Germania si appresta a superare la soglia del deficit del 3% del PIL nel 2025, ma con ogni probabilità eviterà la procedura per deficit eccessivo da parte di Bruxelles. Il “salvacondotto” è una deroga specifica per le spese militari, un meccanismo che, curiosamente, proprio Berlino ha fortemente voluto durante la recente riforma delle regole di bilancio europee.

Secondo le previsioni, il disavanzo tedesco raggiungerà il 3.3% nel 2025, un valore che normalmente farebbe scattare l’intervento della Commissione. Tuttavia, come ha spiegato il commissario europeo per l’Economia, Valdis Dombrovskis, questo sforamento è interamente attribuibile all’aumento delle spese per la difesa. Di conseguenza, è “improbabile che Berlino finisca nella procedura per deficit eccessivo”.

Una deroga voluta da Berlino

Le regole del Patto di Stabilità e Crescita, che la Germania ha contribuito a definire in modo rigoroso, impongono agli Stati membri di mantenere il deficit sotto il 3% del PIL e il debito pubblico al di sotto del 60%. Il mancato rispetto di questi parametri può portare a sanzioni.

Tuttavia, una “clausola di salvaguardia nazionale”, invocata dalla Germania e da altri 15 paesi, consente di escludere dal calcolo le spese per la difesa fino a un massimo dell’ 1.5% del PIL nell’arco di quattro anni. Questa clausola è stata inserita su insistenza tedesca per far fronte alle nuove esigenze di sicurezza, alle pressioni degli Stati Uniti e all’obiettivo NATO di destinare il 5% del PIL alla difesa entro il 2035. Si tratta di un notevole cambio di rotta per un paese che ha sempre sostenuto la linea del rigore fiscale.

Deficit tedesco contabile (linea blu) e senza spese militari deducibili (linea rossa) (fonte FT)

La valutazione definitiva sulla posizione della Germania avverrà nella primavera del 2026, con i dati completi del 2025.

L’impatto delle spese militari e le stime di crescita

Sebbene strategiche dal punto di vista geopolitico, le spese militari hanno spesso un effetto moltiplicatore sul PIL inferiore rispetto ad altri tipi di investimenti pubblici, come quelli in infrastrutture o innovazione. Nonostante ciò, Bruxelles sembra orientata a una certa flessibilità, anche perché Berlino ha presentato un ambizioso piano di investimenti infrastrutturali da €500 miliardi.

La Commissione ha accettato le stime di crescita tedesche, che prevedono un impatto medio dello 0.9% fino al 2041, in aumento rispetto allo 0.3% del 2025. Questo atteggiamento accomodante è giustificato anche dal livello relativamente basso del debito tedesco, previsto al 63.8% del PIL, appena sopra la soglia del 60%. “La Commissione chiede da anni alla Germania di aumentare gli investimenti”, ha dichiarato Dombrovskis, “e ora vediamo che questo sta accadendo”.

Comunque un effetto di crescita le spese militari lo avranno: visti gli investimenti notevoli negli F-35 e nei sistemi Patriot, sicuramente le spese militari tedesche avranno un effetto di stimolo economico… sugli USA. Perché , nonostante la promessa di investimenti, l’industria tedesca appare molto statica, stretta da una mancanza di manodopera specializzata e, probabilmente, dalla coscienza che tutti questi investimenti nell’industria sono destinati a rivelarsi inutili, nel momento in cui il problema russo fosse risolto in modo pacifico.

Critiche e precedenti: le regole valgono per tutti?

Non mancano però le voci critiche, secondo cui la Commissione tende a interpretare le regole in modo flessibile quando si tratta delle grandi economie del blocco. “La Commissione è stata piuttosto permissiva nella sua interpretazione delle regole fiscali nei confronti della Germania”, ha commentato Guntram Wolff, del think-tank Bruegel. Se da un lato la mossa è comprensibile dati i bassi livelli di debito, dall’altro “indebolisce le regole fiscali appena riformate”. In realtà in Europa è ben presente a tutti che esistono figli e figliastri, e che quello che fa la Germania non sarebbe mai permesso all’Italia…


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