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Germania: decrescita del PIL nel primo trimestre. Come farà a chiedere la fine dell’austerità?

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Oggi vengono pubblicati i dati della crescita della Germania e quello che è arrivato non è esattamente positivo. Il lockdown che la Merkel ha cercato di applicare con la massima serietà possibile per un paese federale non ha portato bene a Berlino, con un bel calo:

La crescita del PIL tedesco è stata pari al 1,8% nel primo trimestre 2021, dopo un quarto trimestre 2020 molto scarso, con solo + 0,6%. Il risultato è leggermente peggiore di una stima preliminare di calo dell’1,7% . La più grande economia europea è tornata in contrazione dopo una parziale ripresa nella seconda metà del 2020, a causa delle restrizioni imposte per contenere la pandemia di coronavirus. I consumi delle famiglie sono diminuiti del 5,4% e gli investimenti in macchinari e attrezzature sono diminuiti dello 0,2%, Quindi è evidente che abbiamo un grosso problema di consumi personali. Inoltre la domanda esterna netta ha contribuito negativamente al PIL poiché le importazioni sono aumentate del 3,8% e le esportazioni sono aumentate solo del 1,8%. Nel frattempo, gli investimenti fissi lordi nel settore delle costruzioni sono aumentati dell’1,1% e la spesa pubblica dello 0,2%, il primo dato che indica una certa bolla immobiliare in crescita. Rispetto al quarto trimestre del 2019, il trimestre prima che la crisi del coronavirus colpisse l’economia, il PIL era inferiore del 5,0%. fonte: Ufficio federale di statistica.

In generale il PIL tedesco è rimasto ben al di sotto del livello del 2019 e le previsioni per 2021 e 2022 vedono, a questo punto, la prosecuzione di questa riduzione. Attenzione non parliamo delle previsioni della Commissione o del governo tedesco, ma di quelle, molto più realistiche, del mercato.

A questo punto la Germania si trova davanti ad un bivio:

  • preoccuparsi, come ha fatto in passato, solo dell’inflazione, ora al 2% e quindi iniziare una politica monetaria restrittiva ed fiscalmente austera, per raffreddare l’economia, ma al costo di una più alta disoccupazione e di un’esportazione di questa decrescita sui paesi della UE;
  • lasciare l’obiettivo dell’inflazione e concentrarsi sulla crescita, rischiando una ricaduta comunicativa negativa su una pubblica opinione che sembra ancora legata a visioni del passato.

Questo sarà il grosso problema che si troveranno ad affrontare i nostri vicini tedeschi e quindi tutta l’economia europea. Una scelta decisiva, che Influenzerà le economie, e le vite,  di tutti

 


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