Analisi e studi
Germania in Stagnazione : i Saggi Economici allarmano su burocrazia e dazi USA, Crescita Zero nel 2025
La locomotiva d’Europa si ferma: il rapporto dei Saggi tedeschi prevede stagnazione economica nel 2025. Scopri come l’eccessiva burocrazia e i dazi USA di Trump stanno soffocando la Germania, e perché gli investimenti miliardari potrebbero violare le regole UE. Un’analisi cruciale per capire il futuro economico.

Il Consiglio tedesco dei Saggi dell’economia (Sachverständigenrat zur Begutachtung der gesamtwirtschaftlichen Entwicklung) hanno pubblicato il proprio rapporto economico primaverile 2025, e le informazioni contenute non sono assolutamente positive.
Gli esperti prevedono che la crescita economica sia zero, cioè stagnazione, nel 2025, e e poi solo un leggero aumento dell’1,0% nel 2026. “L’economia tedesca continua a trovarsi in una fase di marcata debolezza”, afferma il rapporto, e questo è ben evidente dai dati del rapporto che qui pubblichiamo:
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Secondo gli economisti, la causa di questo andamento, francamente deludente, sarebbe basata su due fattori identificati dagli economisti:
- la minaccia dei dazi imposti dagli USA da parte di Trump, che colpiscono comunque già con il 25% le auto, l’acciaio e l’alluminio e con il 20% il resto delle esportazioni tedesche negli Stati Uniti, con la prospettiva di passara al 20% nel caso di mancato accordo con gli USA.
- l’insieme di tutte quelle pratiche e di quegli obblighi informativi che vanno poi sotto il nome complessivo di “Burocrazia” e che pesano enormemente sulle imprese tedesche. I soli costi burocratici derivanti dall’adempimento degli obblighi informativi previsti dalle leggi federali ammontano a circa 65 miliardi di euro all’anno e assorbono almeno l’1,7% del totale delle ore lavorative in Germania. Altri costi sono dovuti ai requisiti dell’Unione Europea, degli Stati federali e delle autorità locali. Attualmente non esistono stime esaustive dei costi burocratici indiretti derivanti da decisioni economiche distorte perché prese sotto la pressione di norme poco lucide, ma c’è da aspettarsi siano ben superiori, basti pensare alle decisioni costose legati ai problemi energetici.
La Germania ha deciso di investire ingentissime cifre, a debito, sia nella difesa sia nelle infrastrutture. Se la maggior parte concrda con la visione del governo che questi super investimenti incentiveranno la crescita per poi rientrare, non tutti concordano: l’economia Veronika Grimm, parte di questi saggi, critica il fatto che i suoi colleghi considerino il pacchetto finanziario esclusivamente da una prospettiva tedesca e non tenendo conto dell’UE e delle regole europee sul debito, voluta proprio dai tedeschi e che impedisce rapporti deficit di bilancio /PIL superiori al 3%.
La Grimm ha perfettamente ragione quando fa notare che la spesa tedesca violerà le norme europee, ma anche si dimentica che la Commissione è la germania, al massimo con un izzico di Francia, e che quindi Bruxelles si piegherà come un fuscello a Berlino.
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