Seguici su

EconomiaGermania

Germania: +12,2% insolvenze aziendali. La “locomotiva” europea perde colpi?

L’economia tedesca sta affrontando un’ondata di fallimenti. I dati mostrano un aumento a doppia cifra (+12,2%) con settori chiave come trasporti ed edilizia in grave difficoltà. L’allarme non è solo sul numero, ma sul valore dei debiti, più che raddoppiato.

Pubblicato

il

Qualcosa scricchiola nel cuore economico dell’Europa. La Germania, da sempre considerata la “locomotiva” dell’Unione, sta registrando un’impennata preoccupante nel numero di insolvenze. Sebbene per anni i tassi d’interesse a zero e i massicci aiuti di Stato (specialmente durante la pandemia) abbiano tenuto a galla molte aziende, ora la musica sembra cambiata.

I dati dell’Ufficio federale di statistica (Destatis) parlano chiaro e delineano un quadro che merita un’analisi attenta, senza inutili allarmismi ma con sano realismo.

Ecco il relativo grafico (con traduzione in italiano:

Asse Y: Indice 2015 = 100 Legenda: Linea blu: Risultato definitivo Linea rossa: Risultato provvisorio (indicatore rapido sperimentale) Testo esplicativo in basso: Obbligo di presentazione dell’istanza di insolvenza sospeso: per le aziende colpite dal Corona. in caso di sovraindebitamento. in caso di mancati pagamenti degli aiuti. Ripristino dell’obbligo di presentazione dell’istanza di insolvenza. Fonti: Quellen: Statistisches Bundesamt (Ufficio federale di statistica), neu.insolvenzbekanntmachungen.de

I dati che contano (quelli definitivi)

Il dato più recente e consolidato riguarda agosto 2025. Rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, i tribunali tedeschi hanno segnalato un aumento del 12,2% delle insolvenze aziendali, per un totale di 1.979 casi.

Ma il numero assoluto, in un’economia di quella portata, potrebbe non dire tutto. Ciò che colpisce davvero è l’ammontare dei crediti vantati dai creditori, ovvero la dimensione del “buco” lasciato da questi fallimenti.

  • Agosto 2025: I crediti vantati ammontavano a circa 5,4 miliardi di euro.
  • Agosto 2024: I crediti erano circa 2,3 miliardi di euro.

In un solo anno, il valore dei fallimenti è più che raddoppiato. Questo non è un buon segno: suggerisce che a fallire non sono solo piccole imprese marginali, ma anche realtà aziendali di dimensioni più significative.

Il trend sembra destinato a continuare. I dati preliminari di ottobre 2025 (che, come specifica Destatis, hanno un ritardo di circa tre mesi tra la richiesta e la statistica) mostrano un ulteriore aumento del 6,5% delle istanze di insolvenza regolari rispetto a ottobre 2024.

I settori più colpiti: edilizia e trasporti in affanno

L’analisi settoriale è forse la più interessante. Non tutti i comparti soffrono allo stesso modo. L’incidenza media dei fallimenti in Germania ad agosto 2025 era di 5,7 casi ogni 10.000 aziende.

Tuttavia, alcuni settori chiave mostrano tassi di insolvenza decisamente superiori:

  1. Trasporti e stoccaggio: 10,1 casi ogni 10.000 aziende.
  2. Edilizia: 8,9 casi ogni 10.000 aziende.
  3. Settore alberghiero: 8,2 casi ogni 10.000 aziende.

Non è difficile ipotizzare le cause, che suonano come un campanello d’allarme anche per l’Italia.

L’edilizia è la prima vittima del deciso rialzo dei tassi d’interesse imposto dalla BCE: con mutui più costosi, la domanda di nuove costruzioni crolla. Se a questo si aggiunge l’alto costo dei materiali e dell’energia, il quadro è completo.

I trasporti e la logistica soffrono per ragioni simili (costo dell’energia e dei carburanti) ma anche per il rallentamento generale del commercio e della produzione industriale, che riduce la necessità di movimentare merci.

E i privati?

La debolezza non si limita alle imprese. Anche le famiglie tedesche sono in difficoltà. Ad agosto 2025, le insolvenze dei consumatori, cioè i privati,  sono aumentate dell’8,1% rispetto ad agosto 2024 (6.132 casi).

È l’inevitabile conseguenza: se le aziende (specialmente nei settori ad alta intensità di manodopera come edilizia e alberghiero) vacillano, la pressione sull’occupazione e sui salari aumenta, mettendo in difficoltà i bilanci familiari, già erosi dall’inflazione.

In sintesi, la fine delle sospensioni degli obblighi di fallimento (introdotte durante il Covid) e una politica monetaria restrittiva stanno presentando il conto. La Germania sta forse pagando il prezzo della lotta all’inflazione? Probabile. E come insegna la storia economica recente, quando la locomotiva tedesca rallenta, è bene che gli altri vagoni (Italia inclusa) si preparino all’impatto.

Domande e risposte

Quali sono i settori più in difficoltà in Germania? I dati di agosto 2025 mostrano che il tasso di insolvenza più alto si registra nel settore dei “Trasporti e stoccaggio” (10,1 casi ogni 10.000 aziende). Seguono immediatamente il settore dell'”Edilizia” (8,9 casi) e quello “Alberghiero” (8,2 casi). Questi comparti sono particolarmente sensibili ai costi energetici e, nel caso dell’edilizia, al forte aumento dei tassi di interesse che ha frenato la domanda di mutui e nuove costruzioni.

Perché i debiti legati ai fallimenti sono aumentati così tanto (€5,4 miliardi)? L’aumento del numero di fallimenti (+12,2%) è preoccupante, ma l’esplosione del valore dei crediti (da 2,3 a 5,4 miliardi di euro, più del doppio) lo è ancora di più. Questo dato suggerisce che non stanno fallendo solo piccole attività, ma anche aziende di medie o grandi dimensioni. Quando un’impresa strutturata fallisce, l’impatto economico e l’esposizione debitoria verso fornitori e banche sono molto più elevati.

Questo aumento dei fallimenti in Germania avrà un impatto sull’Italia? Sì, quasi certamente. La Germania è il principale partner commerciale dell’Italia. Un aumento delle insolvenze tedesche significa due cose per le imprese italiane: 1) Meno domanda, perché le aziende tedesche (clienti) riducono gli ordini o chiudono. 2) Maggior rischio di credito, poiché le aziende italiane che esportano in Germania rischiano di non veder pagate le proprie fatture da clienti diventati insolventi.

Google News Rimani aggiornato seguendoci su Google News!
SEGUICI
E tu cosa ne pensi?

You must be logged in to post a comment Login

Lascia un commento