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GDPR, COME CON LA SCUSA DEI DIRITTI L’EUROPA DISTRUGGE LA LIBERTA’ (alla faccia delle nuove tecnologie)

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Cari amici,

il 25 maggio enterà in vigore la normativa europea per la “Tutela dei dati privati”, detta GDPR, General Data Protection Regulation. Nata con la finalità positiva di difendere i dati delle persone, in realtà, come sempre in Europa, rischia di tramutarsi nel più colossale boomerang contro le aziende del vecchio continente.

Prima di tutto la legislazione complessa , farraginosa e modificata all’ultimo minuto. Prima di tutto la versione in lingua italiana base, sono oltre 80 pagine ma, attenzione, non scritte come un vero testo di legge, ma infarcite di assurde ripetizioni, di “Dovrebbe”, di desiderata, in un coacevo normativo in cui le uniche cono certe sono le sanzioni, fortissime, colossali, pari alla maggior cifra fra il 4% del fatturato e 20 milioni di euro. Mica male, vero? Tra l’altro non impazzite a leggere le 88 pagine della norma, in quanto sono state superate da 300 pagine di rrata corrige ed integrazioni che sono state emesse a meno di un mese dall’entrata in vigore della norma.

Chi si avvantaggia da questa pessima normativa? In primis gli studi legali, viste le cifre che hanno dovuto spendere le aziende per districarsi in questa specie di bolgia giuridica:

8,9 milaidi di euro che sono andati nelle tasche dei grandi gruppi legali in cambio di consulenze per la soluzione del problema della raccolta dati, e parliamo solo delle aziende di maggiori dimensioni. La legislazione è talmente demenziale da non fare distinzione fra Google o Facebook ed un piccolo sito amatoriale: tutti sono sottoposti alla stessa normativa. Il risultato è che mente i grandi gruppi possono spendere cifre impressionanti per far fronte agli obblighi, i piccoli o chiudono o si espongono a rischi notevoli.  Per fare un esempio esistono plug in di wordpress che aiutano in questa compliance, ma nessuno dà una garanzia totale di correttezza e tutti richiedono di consultarsi con un legale. Quanto costa un legale esperto di privacy? Pensateci.

Insomma come sempre quando si parla di Europa si parla di repressione. Alcuni siti hanno già chiuso, come ad esempio Cointouch.com, e Streetlend.com, piccoli siti di peer to peer di quartiere che però permettevano alle persone, in modo semplice, utilizzando Facebook, o Google, di mettersi in contatto con i vicini per scambiare beni, fare piccole compravendite etc. La piccola impresa, l’innovazione, le aziende europee vengono schiacciate da una norma europea, in favore  dei grandi gruppi internazionali, che possono manovrare le leggi i piegarle ai propri voleri. Una norma nata, in teoria, per tutelare dei diritti si rivelerà l’ennesima occasione in cui la libertà viene repressa, e così la piccola imprenditoria.

Grazie Leuropa

 

 

 


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