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EconomiaEnergia

Gazprom e Cina: la nuova alleanza strategica del gas che sfida l’Europa

La russa Gazprom e la cinese CNPC rafforzano i legami energetici con nuovi accordi per l’aumento delle forniture di gas. Scopri le implicazioni di questa mossa per la Cina, la Russia e l’Europa.

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La russa Gazprom e la China National Petroleum Corporation hanno firmato un accordo per aumentare le forniture annuali di gas alla Cina attraverso il gasdotto Power of Siberia e la rotta dell’Estremo Oriente, secondo quanto riportato martedì dall’agenzia russa RIA.

Reuters ha riferito il mese scorso che la Cina stava cercando di acquistare più gas russo attraverso un gasdotto esistente, poiché i colloqui tra i due paesi non hanno portato a progressi nella costruzione di un secondo collegamento.
Gli accordi sono stati firmati durante la visita del presidente russo Vladimir Putin in Cina, dove mercoledì parteciperà a una parata militare in Piazza Tienanmen per commemorare la fine della Seconda guerra mondiale dopo la resa formale del Giappone,

RIA, citando il CEO di Gazprom Alexei Miller, ha affermato che Gazprom e CNPC hanno concordato di aumentare le forniture da 38 miliardi di metri cubi (bcm) all’anno a 44 miliardi di metri cubi all’anno.
Inoltre, le due società hanno concordato di aumentare le forniture di gas attraverso la rotta dell’Estremo Oriente da 10 bcm a 12 bcm.

Miller ha anche affermato che è stato firmato un memorandum legalmente vincolante per la costruzione del gasdotto Power of Siberia 2 verso la Cina e del gasdotto di transito Soyuz Vostok attraverso la Mongolia. Sinora queste infrastrutture erano state bloccate dall’incertezza di Pechino nel legarsi eccessivamente al gas russo, ma ora queste incertezze sembra superate.

“Gazprom e CNPC hanno anche firmato oggi un nuovo memorandum di cooperazione strategica, che riflette una nuova fase nel nostro lavoro con CNPC su nuovi progetti”, ha detto Miller.

La speranza per Gazprom è quella di esportare più cas verso la Cina, compensando le perdite di export verso l’Europa e rallentare il calo dell’utile che si è ridotto del 6% nel primo semestre s025, riducendosi a 12 miliardi di dollari. La mossa tende a disarmare gli effetti di ogni possibile ulteriore riduzione delle importazioni di gas nella UE.

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