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Gates farà il reattore modulare con i Giapponesi. In Europa la ricerca langue…
TerraPower, la società fondata da Bill Gates che ha scelto Kemmerer, nel Wyoming, come sito per la costruzione del nuovo reattore nucleare “Natrium” da circa 4 miliardi di dollari, ha dichiarato lunedì in un comunicato stampa di aver raggiunto un accordo per collaborare con l’Agenzia giapponese per l’energia atomica ( JAEA) sulla tecnologia nucleare del reattore veloce raffreddato al sodio.
“Apprezziamo l’esperienza che JAEA porterà al nostro progetto e siamo fiduciosi che il nostro programma li aiuterà a considerare i reattori avanzati in Giappone”, ha affermato Chris Levesque, presidente e CEO di TerraPower.
Il progetto per costruire il primo impianto Natrium da 345 MWe nel Wyoming è il tentativo di creare il primo prototipo di una serie di reattori nucleari veloci al sodio, simili a quelli utilizzati anche per impieghi militari e civili in Russia e, a suo tempo, in Francia. Solo che la scelta fatta negli USA è per impianti piccoli e poco invasivi.
Il progetto Natrium da 4 miliardi di dollari nel Wyoming è finanziato attraverso una partnership pubblico-privata in cui il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti sta contribuendo con circa 2 miliardi di dollari ai costi di costruzione e licenza con TerraPower che corrisponde a tale importo.
La società ha annunciato lunedì di aver firmato un memorandum d’intesa con l’Agenzia per l’energia atomica giapponese, Mitsubishi Heavy Industries e Mitsubishi FBR Systems “per condividere dati e risorse relative allo sviluppo della tecnologia avanzata del reattore veloce al sodio (SFR)”.
Il Giappone ha cercato di sviluppare un reattore nucleare veloce a sodio fin dagli anni ’80. I reattori al Sodio Liquido sono intrinsecamente più sicuri, perché non operano a pressione, come quelli ad acqua (quindi non possono esserci esplosioni come a Chernobyl) e permettono temperature di esercizio molto più elevate, ma presentano difficoltà tecniche elevate, proprio perché operano con un metallo fuso. I Giapponesi hanno costruito il reattore al sodio di Monju per farlo operare solo pochi giorni a causa di incidenti e difficoltà tecniche. Eppure su piccola scala funzionano bene.
L’Europa era all’avanguardia nel settore dei reattori veloci, con diversi impianti sperimentali realizzati e il SuperPhenix francese operativo, ma poi, con il gas russo a basso prezzo, tutto è stato messo da parte. Ora, senza il gas russo, torna di attualità.
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