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Gas russo: Lo “Sconto amicizia” per la Cina che svela il prezzo della svolta a Est

Il gas russo ora costa quasi il 40% in meno per la Cina che per l’Europa: ecco chi paga davvero il prezzo della “svolta a Est” di Mosca e le conseguenze per il mercato globale.

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Secondo una bozza di previsione del Ministero dell’Economia legata al bilancio 2026, la Russia prevede di vendere gas naturale alla Cina a prezzi notevolmente inferiori rispetto a quelli praticati in Europa e Turchia. Il documento, visionato da Bloomberg, prevede che nei prossimi tre anni le forniture alla Cina avranno un prezzo inferiore di almeno il 27% rispetto ai livelli europei e turchi, con un divario che aumenterà fino al 38% nel 2025.

Questi numeri mettono a nudo il prezzo che Mosca sta pagando per la sua svolta verso est. Con l’Europa ormai fuori dai giochi, la Russia ha convogliato i volumi nella linea Power of Siberia e sta spingendo per siglare il tanto atteso accordo Power of Siberia-2, un condotto da 50 miliardi di metri cubi verso la Cina settentrionale. I gasdotti garantiscono uno sbocco per il gas siberiano, ma consolidano anche forti sconti rispetto a quanto pagava un tempo l’Europa.

Le dichiarazioni dei funzionari russi hanno fatto eco a questa direzione.

Il capo di Gazprom Alexei Miller ha pubblicamente riconosciuto che le vendite di gas alla Cina avverrebbero a prezzi inferiori rispetto all’Europa, mentre il presidente Vladimir Putin ha descritto l’accordo come un “vantaggio competitivo” per la Cina. I commenti cinesi hanno usato un linguaggio più cauto, riferendosi a “prezzi di mercato ragionevoli” e “condizioni competitive”, ma i resoconti di testate come Guancha e Cnyes confermano che la Russia ha offerto a Pechino un accordo più vantaggioso rispetto ai suoi clienti occidentali.

La strategia riflette il potere contrattuale di Pechino in quanto acquirente dominante disposto ad assorbire grandi volumi russi. Per Mosca, ciò garantisce sbocchi a lungo termine per il gas, anche se ciò comporta una riduzione dei ricavi per unità. Si cerca di duplicare la strategia che ha così bene funzionato con la Germania: fornire un vantaggio competitivo che renda l’economia forte, ma dipendente dal vantaggio competitivo.

Il divario tra i prezzi cinesi ed europei potrebbe avere implicazioni significative per le finanze di Gazprom e per le dinamiche regionali del GNL, poiché il gas scontato trasportato tramite gasdotto rafforza la posizione della Cina nei negoziati sui carichi spot con altri fornitori. Il prezzo del LNG è destinato a calare, se i cinesi si renderanno dipendenti dal gas russo.

Il gasdotto Power of Siberia

Domande & Risposte

1. Perché la Russia sta vendendo il suo gas alla Cina a un prezzo così basso?

La Russia sta applicando questo forte sconto per necessità strategica. Dopo aver perso la maggior parte del mercato europeo a seguito delle sanzioni e delle tensioni geopolitiche, Mosca ha un disperato bisogno di trovare acquirenti alternativi per le sue enormi riserve di gas siberiano. La Cina è l’unico cliente abbastanza grande da assorbire volumi significativi. Pechino, consapevole della sua posizione di forza come acquirente quasi monopolista, ha potuto negoziare condizioni estremamente vantaggiose, costringendo la Russia ad accettare ricavi inferiori pur di non lasciare il gas invenduto.

2. Quali sono le conseguenze di questo accordo per l’Europa?

Per l’Europa, le conseguenze sono indirette ma rilevanti. Un flusso costante di gas russo a basso costo verso la Cina rende Pechino meno dipendente dal mercato globale del Gas Naturale Liquefatto (GNL). Questo significa che la Cina competerà con meno aggressività per l’acquisto di carichi di GNL spot. Di conseguenza, potrebbe esserci una maggiore disponibilità di GNL sul mercato globale, contribuendo a mantenere i prezzi più bassi o stabili anche per i consumatori europei, che ora dipendono massicciamente da queste forniture.

3. Questo accordo rende la Cina dipendente dalla Russia?

Sì, in parte crea una dipendenza energetica, ma è una dipendenza che la Cina sembra gestire con grande astuzia. A differenza della Germania, Pechino sta diversificando attivamente le sue fonti energetiche, importando GNL da Qatar e USA, investendo massicciamente nelle rinnovabili e nel nucleare. Il gas russo a basso costo è visto come un “vantaggio competitivo” per la sua industria, non come un’unica ancora di salvezza. La Cina sfrutta la debolezza negoziale russa per ottenere un vantaggio economico, senza però legare il proprio destino esclusivamente a Mosca.

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