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Gas nelle Andamane: la scoperta che può cambiare la strategia energetica dell’India

L’India scommette sul deepwater: la nuova scoperta di gas nelle Isole Andamane può liberare il paese dalla dipendenza estera e cambiare la sua strategia energetica

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L’India ha un problema. Anzi, ha un’enorme fame. È una fame di energia, necessaria per alimentare un’economia che punta a diventare la terza più grande del mondo e per sostenere le ambizioni di oltre 1,4 miliardi di persone. Finora, questa fame è stata saziata in gran parte con due ingredienti: il carbone, sporco ma economico e abbondante in patria, e le importazioni, soprattutto di petrolio e gas naturale liquefatto (GNL), che rendono Nuova Delhi vulnerabile ai mercati globali e alle loro bizze geopolitiche.

In questo contesto, la recente conferma di una significativa scoperta di gas nel bacino (finora poco esplorato) delle Isole Andamane e Nicobare non è solo una buona notizia geologica. È un potenziale game changer strategico.

La scoperta, annunciata da Oil India (una delle compagnie petrolifere nazionali, o NOC) nel pozzo esplorativo Sri Vijayapuram-2, segna un punto di svolta. Il pozzo, perforato sulla costa orientale delle Andamane in acque profonde (295 metri di profondità d’acqua, per raggiungere un obiettivo di 2.650 metri), ha confermato la presenza di idrocarburi. Il Ministro indiano del Petrolio e del Gas Naturale, Hardeep Singh Puri, ha specificato che i test di produzione iniziali hanno stabilito la presenza di gas naturale con un impressionante 87% di metano. Una purezza notevole

Questa non è la prima notizia positiva dal fronte offshore indiano—segue altri ritrovamenti di ONGC (l’altra grande NOC indiana) nel bacino di Mahanadi—ma è la più significativa per il potenziale che sblocca. Segnala che gli sforzi di esplorazione offshore dell’India stanno finalmente maturando, sostenuti da politiche di licenza più aperte (come l’OALP) e da una spinta politica decisa.

Bacino gasifero delle Andamane- Nicobare .- Rystad

Il “Samudra Manthan”: la ricerca nell’oceano voluta da Modi

Questa scoperta è il primo, vero frutto della missione “Samudra Manthan” (“Zangolatura dell’Oceano”) voluta dal Primo Ministro Narendra Modi. Si tratta di un’iniziativa strategica,  che spinge le compagnie di stato a esplorare il vasto potenziale deepwater (acque profonde) finora ignorato.

Perché ignorato? Il bacino delle Andamane è considerato una “frontiera”. Geologicamente promettente (essendo analogo ai bacini ricchi di gas di Myanmar e Indonesia), è rimasto vergine per decenni. I motivi sono semplici:

  • Costi proibitivi: L’esplorazione in acque profonde è tecnologicamente complessa ed economicamente esosa.
  • Carenza di dati: La regione soffre di una cronica mancanza di dati sismici 3D di alta qualità.
  • Disinteresse storico: Con poche perforazioni e nessun successo comprovato, le grandi compagnie petrolifere internazionali (IOC) sono state riluttanti a investire capitali significativi in quella che era, a tutti gli effetti, una scommessa.

Ora, la scoperta di Sri Vijayapuram-2 cambia le regole del gioco. Non dice ancora quanto gas c’è, ma conferma che c’è. Valida il modello geologico e funge da “prova” per giustificare ulteriori investimenti, sia nazionali che internazionali.

Pozzi scavati dall’India negli ultimi 15 anni,

Perché questa scoperta cambierà profondamente l’India

Il punto centrale non è il singolo pozzo, ma ciò che esso rappresenta per la sicurezza energetica ed economica dell’India. Il Paese si trova di fronte a un dilemma: la sua produzione interna di gas continua a diminuire, mentre la domanda esplode.

L’India ha un obiettivo ambizioso: portare la quota di gas naturale nel suo mix energetico dall’attuale 6-7% al 15% entro il 2030. Il motivo è duplice: ridurre la dipendenza dal carbone (molto più inquinante) e alimentare la sua crescente industria (fertilizzanti, petrolchimico, ecc.).

Per colmare il divario, l’India è diventata uno dei maggiori importatori di GNL al mondo. Questo ha un costo enorme, non solo in valuta estera, ma anche in termini di vulnerabilità strategica. I prezzi del GNL spot sono volatili e legati a eventi globali (come la crisi in Ucraina o gli scioperi in Australia) su cui Nuova Delhi non ha alcun controllo.

Una solida produzione interna cambia tutto.

  1. Sicurezza Energetica: Riduce la dipendenza dalle importazioni, isolando parzialmente l’economia dagli shock dei prezzi globali.
  2. Transizione più Fluida: Fornisce un combustibile di transizione (il gas è molto più pulito del carbone) relativamente economico e controllato, fondamentale per sostenere la crescita industriale senza far deragliare gli obiettivi climatici.
  3. Potere negoziale: Avere riserve nazionali significative rafforza la posizione dell’India quando negozia contratti di fornitura a lungo termine sui mercati globali.
  4. Sviluppo Infrastrutturale: Se il giacimento si rivelasse abbastanza grande, potrebbe innescare lo sviluppo di nuove infrastrutture offshore (piattaforme, gasdotti e forse anche impianti di GNL galleggiante – FLNG), creando un nuovo polo energetico.

Previsioni di preuzione di gas dell?india in migliaia di barili di petrolio al mondo

Il vero banco di prova: attrarre i capitali internazionali

L’India, tuttavia, sa di non poter fare questo “Samudra Manthan” da sola. Le NOC come Oil India e ONGC sono i motori di questa spinta, ma l’esplorazione in acque profonde richiede tecnologie e capitali che solo le grandi compagnie internazionali (IOC) possiedono.

Fino ad ora, le IOC sono state caute. La scoperta nelle Andamane agisce quindi da catalizzatore. È l'”esca” perfetta per attirare investimenti. Dimostra che il potenziale geologico è reale. Non a caso, si sta già assistendo a un crescente interesse, come dimostra il memorandum d’intesa tra ONGC e la britannica BP per collaborare alla perforazione di pozzi stratigrafici proprio in bacini di frontiera come quello delle Andamane.

Tuttavia, la dipendenza dell’India dalle sue NOC, le sue compagnie nazionali, rimarrà una caratteristica distintiva. Per convincere le IOC a impegnarsi massicciamente, Nuova Delhi dovrà accelerare non solo sulle perforazioni, ma anche sulle riforme normative e sulla trasparenza nella condivisione dei dati.

In conclusione, il gas di Sri Vijayapuram-2 è molto più di una semplice scoperta di idrocarburi. È un segnale strategico che convalida una politica industriale nazionale, offre una via d’uscita dalla trappola delle importazioni e pone le basi per una sicurezza energetica più sostenibile. Resta, ovviamente, l’incognita più grande: la dimensione effettiva delle riserve. Sarà quello il vero fattore che determinerà se questa scoperta è solo un successo tecnico o l’inizio di una vera rivoluzione energetica per l’India.

 

Domande e Risposte sul Testo

1. Perché questa singola scoperta di gas è considerata così strategica per l’India?

Perché l’India ha una produzione interna di gas in calo e un’enorme dipendenza dalle importazioni di GNL, che sono costose e politicamente volatili. Questa scoperta non solo fornisce una potenziale nuova fonte interna, ma soprattutto valida il potenziale di un intero bacino (le Andamane), finora considerato una “frontiera” troppo rischiosa. È una “prova” che può attrarre gli investimenti necessari (sia nazionali che internazionali) per sviluppare nuove risorse, riducendo la dipendenza estera e garantendo la sicurezza energetica.

2. Quali sono i principali ostacoli allo sviluppo di questo giacimento nelle Andamane?

Gli ostacoli principali sono tre. Primo, i costi: l’esplorazione e la produzione in acque profonde (deepwater) sono tecnologicamente complesse e richiedono investimenti miliardari. Secondo, l’incertezza: la scoperta conferma la presenza di gas, ma la sua dimensione e la sua redditività economica non sono ancora state provate. Terzo, i rischi ambientali: le isole Andamane sono un ecosistema marino sensibile, e qualsiasi operazione offshore dovrà affrontare un rigoroso controllo ambientale.

3. Questo ritrovamento di gas non va contro la transizione energetica “verde”?

Per l’India, no. La sua transizione energetica ha una priorità diversa rispetto all’Europa: sostituire il carbone, che è la fonte energetica dominante ed è estremamente inquinante. Il gas naturale, pur essendo un combustibile fossile, emette circa il 50% in meno di CO2 rispetto al carbone nella generazione elettrica. Per Nuova Delhi, il gas nazionale non è il nemico del “verde”, ma il principale alleato (un “combustibile di transizione”) per ridurre rapidamente le emissioni e l’inquinamento, sostenendo al contempo la sua massiccia crescita industriale.

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