Energia
Gas, l’accordo Russia-Cina per il “Power of Siberia 2” può sconvolgere il mercato globale del GNL
Il nuovo gasdotto da 50 miliardi di metri cubi potrebbe sostituire un terzo delle importazioni cinesi di gas liquefatto, riducendo la domanda globale e mettendo sotto pressione i fornitori di USA, Qatar e Australia.

Secondo gli analisti citati dal South China Morning Post (SCMP), il gasdotto Power of Siberia 2 che la Cina intende realizzare con la Russia potrebbe sostituire un terzo delle importazioni di GNL del Paese e provocare uno “shock” nel commercio globale di gas via mare. Il condotto da 50 miliardi di metri cubi all’anno, che dovrebbe attraversare la Mongolia, garantirebbe la fornitura a lungo termine della Russia e ridurrebbe drasticamente il fabbisogno cinese di GNL proprio nel momento in cui gli esportatori globali stanno aumentando la loro capacità.
L’avvertimento segue la firma domenica di un memorandum vincolante tra Mosca e Pechino. Il presidente russo Vladimir Putin e il capo di Gazprom Alexei Miller hanno presentato l’accordo a Pechino come il fulcro della loro partnership energetica. Sebbene l’intento sia stato formalizzato, i dettagli commerciali chiave come i prezzi e il finanziamento rimangono irrisolti, con gli analisti che descrivono l’accordo come una dimostrazione dell’allineamento strategico tra le due nazioni, sottolineando il pivot verso est della Russia dopo che l’Europa ha interrotto la maggior parte degli acquisti di gasdotti.
I media cinesi continuano a sottolineare la portata di questo cambiamento. Sina Finance ha riportato i piani di Gazprom di espandere i flussi esistenti di Power of Siberia da 38 a 44 miliardi di metri cubi all’anno e i volumi dell’Estremo Oriente da 10 a 12 miliardi di metri cubi, insieme alla nuova linea mongola. QQ.com ha sottolineato il punto di vista di Pechino sul progetto come assicurazione contro la volatilità dei mercati del GNL e leva nei negoziati con i fornitori statunitensi e qatarioti.
T‘iniziativa fa parte di un “nuovo ordine mondiale del gas”, con accordi sui gasdotti che rafforzano il potere contrattuale a lungo termine della Cina nel settore energetico. Gli analisti di Barron’s e del Center on Global Energy Policy della Columbia University hanno avvertito che gli esportatori di GNL statunitensi potrebbero perdere quote di mercato in Asia se la Cina si assicurasse maggiori volumi dalla Russia, con il gasdotto che ridurrebbe la domanda spot e attenuerebbe le traiettorie di crescita per i carichi americani.
Se Power of Siberia 2 fosse costruito nei tempi previsti, fornirebbe alla Cina gas a prezzo fisso e a lunga distanza in volumi paragonabili a quelli dei principali accordi di fornitura di GNL. Questo cambiamento potrebbe limitare la crescita della domanda di nuovi progetti di liquefazione destinati all’Asia, costringendo gli esportatori statunitensi, qatarioti e australiani a competere in modo più aggressivo per il mercato rimanente. Gli operatori hanno dichiarato a Bloomberg che un tale riequilibrio avrebbe ripercussioni sulle negoziazioni dei contratti a lungo termine attualmente in corso, rimodellando le decisioni di investimento nel GNL fino al 2030.

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