Economia
Gas, Edison si muove: più GNL dagli USA con contratto di 15 anni. Siamo più Sicuri o solo più Dipendenti?
dison rafforza l’approvvigionamento energetico italiano con un accordo quindicennale per 0,7 milioni di tonnellate annue di GNL dagli Stati Uniti. Una mossa strategica che sposta il baricentro delle nostre forniture dal Mediterraneo all’Atlantico, sollevando interrogativi sulla reale diversificazione.
L’Italia continua la sua corsa alla diversificazione energetica, o forse sarebbe meglio dire alla sostituzione delle fonti. Edison, colosso energetico nostrano parte del gruppo francese EDF, ha appena messo nero su bianco un accordo di peso con una controllata di Shell. L’oggetto del desiderio? Gas Naturale Liquefatto (GNL) proveniente dagli Stati Uniti.
A partire dal 2028, circa 0,7 milioni di tonnellate all’anno di GNL americano prenderanno la via del mare verso l’Italia, per un accordo che potrebbe durare fino a 15 anni. Un nuovo canale di approvvigionamento a stelle e strisce che si aggiunge a quelli già esistenti e che, nelle parole dell’azienda, dovrebbe rafforzare la “sicurezza dell’approvvigionamento energetico” del Paese.
La formula scelta è quella del Free on Board (FOB), un dettaglio tecnico non da poco. Significa che sarà Edison stessa, con la sua flotta di metaniere, a farsi carico del gas direttamente dai terminali USA, gestendone in autonomia trasporto e consegna. Una mossa che denota una certa capacità logistica e la volontà di controllare l’intera catena del valore.
Fabio Dubini, Vicepresidente di Edison, ha commentato con soddisfazione: “L’apertura di questo secondo canale dagli Stati Uniti è un altro tassello della nostra strategia industriale, volta ad aumentare la sicurezza dell’approvvigionamento del Paese”. Una sicurezza che, inevitabilmente, ci lega sempre più alle dinamiche politiche ed economiche di Washington, in un mondo dove l’energia è la prima delle armi geopolitiche.
Un portafoglio sempre meno mediterraneo
Questo accordo non nasce dal nulla. Si inserisce in una strategia più ampia che vede l’Europa, e l’Italia in prima linea, aumentare la propria dipendenza dal GNL americano, come sancito da precisi accordi commerciali UE-USA. Edison, che già soddisfa quasi un quarto della domanda nazionale di gas (circa 14 miliardi di metri cubi l’anno), sta chiaramente riorientando il suo portafoglio.
Se analizziamo le sue fonti attuali, troviamo un mix interessante:
- Qatar: Un partner storico, con cui Edison ha collaborato per la costruzione del rigassificatore di Rovigo.
- Nord Africa: Libia e Algeria, vicini di casa fondamentali ma caratterizzati da una ben nota instabilità.
- Azerbaigian: La via del gasdotto TAP, strategica ma anch’essa soggetta a turbolenze regionali.
- Stati Uniti: Il partner in ascesa, affidabile sul breve termine ma geograficamente lontano e con costi di trasporto e liquefazione intrinseci.
La diversificazione è senza dubbio un obiettivo lodevole, specialmente dopo le crisi recenti. La domanda, però, sorge spontanea: stiamo veramente costruendo un sistema energetico resiliente e diversificato o stiamo semplicemente cambiando padrone, passando dal gasdotto russo alla metaniera americana? La risposta, probabilmente, la troveremo nelle nostre prossime bollette. Perché legarsi agli USA potrebbe essere pericoloso come legarsi alla Russia.
Domande e Risposte
1) In cosa consiste, in sintesi, il nuovo accordo di Edison?
Edison ha firmato un contratto con Shell per acquistare circa 0,7 milioni di tonnellate all’anno di Gas Naturale Liquefatto (GNL) dagli Stati Uniti. La fornitura inizierà nel 2028 e avrà una durata massima di 15 anni. La particolarità dell’accordo è che Edison gestirà in proprio il trasporto del gas, ritirandolo direttamente dai porti statunitensi con la propria flotta di navi metaniere. Questo nuovo flusso si aggiunge alle importazioni già esistenti da Qatar, Libia, Algeria e Azerbaigian, consolidando gli USA come fornitore strategico per l’Italia.
2) Perché questa notizia è importante per la sicurezza energetica italiana?
La notizia è rilevante perché rafforza la strategia di diversificazione delle fonti di approvvigionamento del gas per l’Italia, riducendo la dipendenza da singoli fornitori o rotte geografiche, come quella russa in passato. Aumentare le importazioni di GNL dagli Stati Uniti, un partner considerato politicamente stabile, offre una maggiore flessibilità e una potenziale protezione contro shock di offerta da altre regioni. Tuttavia, introduce anche una maggiore dipendenza dal mercato globale del GNL, che è più volatile nei prezzi, e lega la sicurezza energetica nazionale alle decisioni politiche ed economiche di Washington.
3) Quali potrebbero essere le ricadute pratiche per i cittadini e le imprese italiane?
Nel lungo termine, una maggiore diversificazione delle fonti dovrebbe teoricamente portare a una maggiore stabilità delle forniture, riducendo il rischio di interruzioni come quelle viste in passato. Tuttavia, il GNL americano ha costi di liquefazione e trasporto superiori a quelli del gas via gasdotto. Questo significa che, se da un lato aumenta la sicurezza, dall’altro potrebbe non tradursi in bollette più basse. Le imprese e i cittadini potrebbero quindi beneficiare di una fornitura più sicura, ma dovranno fare i conti con prezzi energetici legati alle dinamiche del mercato globale del GNL.
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