Energia
Gas azero per l’Europa? Saipem guida i lavori di un grande team internazionale
Gas per l’Europa: Saipem vince 600 milioni in Azerbaijan. Ma nel progetto ci sono anche russi e iraniani

Saipem porta a casa un colpo significativo: un contratto da 600 milioni di dollari nel Mar Caspio. L’azienda italiana è stata ingaggiata da BP per la Fase 3 del progetto Shah Deniz Compression (SDC) in Azerbaijan, un’operazione strategica da 2,9 miliardi di dollari.
L’obiettivo dichiarato è semplice: investire massicciamente in infrastrutture per prolungare la vita di uno dei più grandi giacimenti di gas del Caspio, attingendo alle riserve a bassa pressione. Questo giacimento è fondamentale per la teorica diversificazione energetica europea, che cerca alternative al gas russo.
Cosa farà Saipem: ingegneria al posto del “vuoto”
Il lavoro di Saipem non sarà banale. Si tratta di ingegneria offshore di alto livello. Il contratto prevede:
- Trasporto e installazione di una piattaforma di compressione ciclopica da 19.000 tonnellate.
- Questa piattaforma sarà unmanned, cioè senza equipaggio e alimentata elettricamente, e posizionata a 85 metri di profondità.
- Quattro compressori da 11 MW avranno il compito di “spremere” il gas a bassa pressione dalle piattaforme esistenti (Shah Deniz Alpha e Bravo) e spingerlo verso il terminale onshore di Sangachal, da dove poi prenderà la via dell’esportazione.
- Saipem si occuperà anche dell’ingegneria, approvvigionamento, costruzione e installazione (EPCI) di 26 km di condotte sottomarine per collegare la nuova infrastruttura a quelle esistenti.
Il paradosso della diversificazione
Se l’obiettivo tecnico è chiaro (tirar fuori più gas), quello geopolitico è, come sempre, più sfumato. L’Azerbaijan ha promesso all’Europa di raddoppiare le sue esportazioni di gas ad almeno 20 miliardi di metri cubi (Bcm) entro il 2027. Il giacimento di Shah Deniz, dopo oltre 20 anni, inizia a mostrare segni di declino, e questo investimento serve a mantenere “in plateau” la produzione.
Ma è il “parterre de rois” del consorzio che fa riflettere. Se BP è l’operatore (29,99%), tra i soci troviamo un mix interessante:
- Lukoil (Russia) con il 19,99%
- TPAO (Turchia) con il 19%
- NIOC (la compagnia nazionale petrolifera dell’Iran)
- Socar (la compagnia di stato dell’Azerbaijan)
- MVM (Ungheria)
In sintesi, per diversificare dal gas russo, l’Europa finanzia infrastrutture per estrarre gas da un consorzio che include la russa Lukoil e la compagnia nazionale iraniana. Un capolavoro di pragmatismo energetico che la dice lunga sulle complessità della realpolitik energetica. Il Mar Caspio è un incrocio di interessi che cercano una convivenza equilibrata. .
Tempi e impatti
I lavori dovrebbero iniziare nel terzo trimestre del 2026. Il primo gas “compresso” dalla piattaforma Alpha è atteso nel 2029, seguito da quello della Bravo nel 2030. BP stima che questo sforzo garantirà 50 Bcm di gas aggiuntivi e 25 milioni di barili di condensato.
Per Saipem, che gestirà anche navi chiave come la Khankendi e la Israfil Huseynov (di proprietà azera), si tratta di una commessa eccellente che rafforza il portafoglio ordini. Per l’Europa, è un altro tassello nel complicato e spesso contraddittorio puzzle della sicurezza energetica.
Questa iniziativa rimette al centro Saipem, società italiana, anzi ora italo norvegese, leader nella realizzazione di impianti subacquei per l’energia e non solo.
Domande e risposte
Cosa significa che Saipem installerà una “piattaforma di compressione”?
In termini semplici, un giacimento di gas è come una bombola: all’inizio la pressione è alta e il gas esce da solo. Con il tempo, la pressione cala. La piattaforma di compressione che installerà Saipem è un enorme “compressore” offshore. Aspira il gas a bassa pressione rimasto nel giacimento e lo “spinge” con forza nei gasdotti verso la costa. È un investimento necessario per svuotare completamente il giacimento e massimizzare la produzione prima che diventi antieconomico.
Questo gas non dovrebbe aiutarci a essere indipendenti dalla Russia?
Sulla carta, sì. L’aumento delle forniture dall’Azerbaijan fa parte della strategia europea di diversificazione per ridurre la dipendenza da Mosca. Tuttavia, la realtà dei grandi progetti energetici è complessa. Nello stesso consorzio Shah Deniz che ci fornirà il gas, uno dei partner principali (con quasi il 20%) è la compagnia russa Lukoil. Inoltre, è presente anche la compagnia nazionale iraniana (NIOC). È un classico esempio di come la geopolitica dell’energia sia raramente una storia in bianco e nero.
Perché questo contratto è importante per Saipem?
Per Saipem, un contratto da 600 milioni di dollari è una notizia eccellente che rafforza la solidità finanziaria e il portafoglio ordini. Dimostra la sua leadership indiscussa nel settore EPCI (ingegneria, approvvigionamento, costruzione, installazione) offshore, specialmente in progetti tecnologicamente complessi come una piattaforma unmanned (senza equipaggio) ad alta automazione. È un segnale di salute per l’azienda e conferma la sua capacità di vincere gare internazionali strategiche nel cuore pulsante del settore energetico globale









You must be logged in to post a comment Login