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Economia

G7, l’Ucraina chiede il taglio: prezzo petrolio russo a 30 dollari. Sarà efficace?

Kiev spinge per un taglio drastico al tetto del prezzo del petrolio russo, da 60 a 30 dollari, per colpire le finanze del Cremlino. Riuscirà il G7 a imporre nuove strette nonostante i rischi della “flotta ombra”?

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L‘Ucraina sta sollecitando il G7 a ridurre il tetto del prezzo del petrolio russo a 30 dollari al barile, dagli attuali 60 dollari, nel tentativo di inasprire la pressione finanziaria sul Cremlino mentre la guerra si trascina verso il terzo anno.

Il Ministro degli Esteri Andriy Sybiha ha presentato il caso martedì a Bruxelles, affermando che il tetto attuale è troppo clemente ora che i prezzi globali sono scesi e i barili russi sono già scambiati al di sotto del tetto. “Dal nostro punto di vista”, ha detto chiaramente, ‘il limite di prezzo ragionevole è di 30 dollari’.

La richiesta arriva proprio mentre l’UE e il Regno Unito hanno varato nuove sanzioni contro la cosiddetta flotta ombra russa e le società finanziarie che aiutano Mosca a eludere le misure precedenti. L’UE ha già proposto un tetto più basso – si sta discutendo di 50 dollari – ma l’Ucraina vuole chiaramente tagliare più in profondità.

Il momento potrebbe essere ideale. Le entrate petrolifere russe stanno già boccheggiando, con un calo a 13,2 miliardi di dollari in aprile, il più basso in quasi due anni. Il prezzo medio del greggio degli Urali è stato di 55,64 dollari, ben al di sotto dell’attuale tetto massimo di prezzo e ora al limite dell’insostenibile. Lo stesso ministero delle Finanze russo ha dovuto rivedere al ribasso le aspettative sulle entrate da petrolio e gas e triplicare le proiezioni sul deficit di bilancio del 2025.

Tuttavia, abbassare ulteriormente il tetto potrebbe rivelarsi complicato. Sebbene il meccanismo consenta tecnicamente al petrolio russo di utilizzare assicurazioni e finanziamenti occidentali solo al di sotto del prezzo stabilito, la sua applicazione è sempre stata un affare oscuro. Un abbassamento a 30 dollari potrebbe aumentare la pressione, ma potrebbe anche spingere altri barili nelle zone grigie del commercio globale – o di nuovo nelle petroliere ombra.

Il presidente ucraino Zelensky scommette che un maggiore dolore economico costringerà Mosca a negoziare. “Più pressione c’è”, ha detto martedì, ‘più motivi avrà Mosca per muoversi verso una vera pace’.

Se la storia insegna qualcosa, è improbabile che il commercio petrolifero russo si arrenda senza combattere o senza trovare una soluzione. La “Flotta OMbra” nasce per questo, e solo pesantissime sanzioni secondarie potrebbero ridurre il numero di acquirenti di petrolio russo, ma per ora non se ne parla.


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