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Fuga verso il marco, non solo dall’Italia. La BCE gioca con il fuoco

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Vi presento un grafico molto interessante che propone i saldi del sistema Target 2 per la Francia nel corso del 2017-2018.

Come vediamo i saldi si sono mantenuti neutri o leggermente positivi fino a dicembre 2017 e quindi vi è stata una forte inversione nel corso del 2018, con saldi fortemente negativi. Non siamo ai livelli di Italia o Spagna, ma, comunque, si segna una forte inversione di tendenza.

Parigi ha sempre fatto della propria robustezza finanziaria un vanto, allora che cosa sta succedendo? Si parla di fuga verso la qualità  ma ha senso un’affermazione del genere? Non è che, dopo i vari report tedeschi che danno per probabile o possibile un euro break, una rottura dell’area euro, si assista ad una fuga del capitale da tutte le zone che non corrisponderebbero al “Nuovo Marco”, come Olanda, Germania e satelliti vari?

Si tratta di una eventualità che dovrebbe essere seriamente considerata, perché una crisi valutario italiana non potrebbe avvenire nella splendida indifferenza degli altri paesi europei, soprattutto di quelli come la Francia con un saldo delle partite correnti anche peggiore. Se cresce il rischio per l’Italia cresce anche per tutti i paesi che, virtualmente, non adottano il Marco.

La mossa di Draghi di confermare tutte le misure della BCE decise a giugno come se nulla fosse cambiato appare quindi foriera di nuove tensioni. Se cambia il quadro di riferimento dovrebbe cambiare anche la politica monetaria della BCE, unico elemento unificante dell’Eurozona. Ignorare  quadro ambientale, fatto di rallentamento internazionale e di divergenze, sembra una scelta più pericolosa di un ammorbidimento, soprattutto quando non ci sono tensioni inflazionistiche in giro


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