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FT: I file trapelati di Geithner sulla gestione Draghi, la crisi in Grecia, e la vicenda Berlusconi

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Da Voci dall’estero 

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I punti caldi delle interviste riservate a Geithner entrate in possesso del Brussel Blog e pubblicate sul Financial Times ci rivelano una gestione Draghi serva dei mercati e in preda all’improvvisazione  – e una élite finanziaria che nel difendere i suoi privilegi è completamente cinica e cieca nei confronti degli interessi e della sovranità dei popoli della (cosiddetta) unione.

 

di Peter Spiegel, 11 Novembre 2014

In un periodo in cui lo stile di Mario Draghi nella gestione della Banca Centrale Europea è in discussione – è stato riferito di malumori sulla sua impostazione della politica monetaria basata su osservazioni pubbliche improvvisate piuttosto che sulle consultazioni con i membri del consiglio direttivo – è facile dimenticare che l’atto più famoso di Draghi come capo della BCE è stato anch’esso un’affermazione fuori copione fatta in pubblico: il “whatever it takes”, o “tutto il necessario”.

L’ormai famosa affermazione del 2012, che è ampiamente accreditata come l’atto che ha posto fine alla fase acuta della crisi della zona euro poiché alludeva al fatto che la BCE avrebbe utilizzato le sue macchine da stampa per comprare il debito sovrano dei governi assediati, è stata a lungo considerata come un colpo da maestro di gestione dei mercati, dal momento che la BCE non ha ancora speso un centesimo su tali acquisti di obbligazioni.

Ma, come il FT e altri organi di informazione hanno riportato, molti al Consiglio direttivo della BCE sono stati presi alla sprovvista da questa affermazione, perché la questione non era stata discussa più ampiamente prima che Draghi la presentasse in pubblico come la politica della BCE.

Il Brussels Blog recentemente è entrato in possesso dell’ennesima testimonianza sul fatto che le affermazioni di Draghi – fatte in una conferenza a Londra nel luglio 2012 – erano state una decisione dell’ultimo momento, al di fuori di una più ampia consultazione: le trascrizioni delle discussioni con Timothy Geithner, al tempo segretario al Tesoro Usa, sulla crisi della zona euro.

Le 100 pagine di trascrizioni di cui siamo entrati in possesso sono interviste che Geithner ha dato agli assistenti che preparavano il suo libro, Stress Test: Reflections on Financial Crises, pubblicato a maggio. Molti dei ricordi compaiono anche nel libro, ma nelle pagine che abbiamo ottenuto Geithner fornisce più dettagli e mostra una maggiore franchezza – compresa una passione per le parolacce.

Ciò vale in particolare per il discorso del “whatever it takes”. Nel suo libro, Geithner afferma che il commento è stato improvvisato. Ma nella trascrizione, Geithner rivela la sua fonte per quel passaggio: Draghi stesso, il quale aveva detto a Geithner di aver deciso di inserire queste parole nel suo discorso dopo l’incontro con i finanzieri di Londra, che erano convinti che la zona euro fosse sull’orlo dell’implosione. Ecco la parte della trascrizione relativa al discorso di Draghi:

Geithner: Le cose si sono nuovamente deteriorate in maniera drammatica durante l’estate, il che alla fine lo ha portato alla dichiarazione di agosto, non dovrei mai scrivere queste cose , ma una dichiarazione improvvisata – era a Londra ad una riunione con un gruppo di hedge fund e banchieri. Egli era rimasto turbato dal loro atteggiamento verso l’Europa, perché a quel punto tutta la comunità degli hedge fund pensava che l’Europa stesse volgendo al termine. Mi ricordo che mi ha parlato [di] questo in seguito, egli era proprio allarmato per questo e ha deciso di rinforzare le sue dichiarazioni, e praticamente improvvisando ha fatto una serie di affermazioni del tipo ‘faremo tutto il necessario’ . Ridicolo.

Intervistatore: E’ stata solo un’improvvisazione?

Geithner: Una cosa totalmente improvvisata …. Sono andato a trovare Draghi e Draghi, in quel momento, non aveva alcun piano. Ha fatto questa sorta di dichiarazione nuda e cruda. E ci sono caduti.

Allo stesso modo, il racconto di Geithner sull’incontro di un Gruppo di Sette ministri delle finanze “nella remota città canadese di Iqaluit” – la prima volta che ha incontrato il suo omologo tedesco Wolfgang Schäuble – è molto più colorito nelle trascrizioni di quanto non sia nel libro. L’incontro è avvenuto nel febbraio 2010, proprio quando nel mercato obbligazionario cominciava a diffondersi il panico sulla correzione dei conti della Grecia. Nel suo libro, Geithner ricorda che nel corso della riunione fu evocata la “giustizia dell’Antico Testamento”. Ma nelle trascrizioni, è un po’ più esplicito:

Geithner: Ricordo che stavo andando a cena e guardavo il mio Blackberry. In Europa era un fottuto disastro. I titoli bancari francesi erano in calo del 7 o 8 per cento. Era un grosso problema. Per me era come si stesse svolgendo una vera carneficina perché le persone stavano dicendo: crisi in Grecia, chi è esposto in Grecia ….?

Ho parlato di quella cena, quell’incontro, sapete, perché gli europei erano entrati alla riunione fondamentalmente dicendo: “Daremo ai greci una lezione. Sono davvero terribili. Ci hanno mentito. Fanno schifo, sono dissoluti e hanno approfittato di tutta la faccenda e ora li schiacceremo“, era il loro atteggiamento di fondo, di tutti loro ….

Ma la cosa principale è che ricordo di aver detto loro: “Potete mettere il piede sul collo di questa gente, se è questo che volete fare. Ma dovete fare in modo di compensare mandando un segnale di rassicurazione all’Europa e al mondo che riuscirete a tenere insieme le cose e a non lasciarle andare. Dovete proteggere tutto il resto.”  Gliel’ho detto molto chiaramente in quel momento. Da loro si poteva sentire questa roba sul moral hazard da raggelare il sangue, e ho detto: “Beh, va bene. Se volete essere duri con loro, va bene, ma è necessario assicurarsi di controbilanciare la situazione con una rassicurazione credibile che non si permetterà che la crisi si diffonda al di là della Grecia e che questo richiederà, dovete rassicurare che ci metterete molta attenzione e che farete degli sforzi per rendere il vostro impegno credibile perché state dando ai Greci una lezione … “.

Intervistatore: Voglio dire, hai avuto questo tipo di presentimento, del tipo: oh mio Dio, questa gente vuole solo …?

Geithner: Sì. Proprio così, e, naturalmente, io, come credo di aver detto in altra sede, ho completamente sottovalutato la possibilità che avrebbero fatto un flagello così per tre anni. Era per me proprio inconcepibile che avrebbero fatto andare così male le cose come alla fine hanno fatto. Ma i primi segnali premonitori erano in quel dibattito iniziale. Erano stati ingannati dai Greci. Era imbarazzante per loro, perché i greci avevano finito per prendere in prestito tutti questi soldi ed erano pazzi furiosi e hey erano proprio  “chiaramente fuori di testa”. Volevano solo prenderli a mazzate. Ma nel prenderli a mazzate, stavano alimentando una scintilla che era nelle sue fasi iniziali. E c’era un sacco di paglia secca là fuori.

Curiosamente, la trascrizione comprende più di una pagina intera di commenti su quella che è emersa come la rivelazione più esplosiva sulla zona euro del libro di Geithner: che i leader europei si erano avvicinati al presidente Barack Obama al vertice del G20 a Cannes, in Francia, prima del novembre 2011, con un piano in cui intendevano negare gli aiuti finanziari all’Italia a meno che Silvio Berlusconi, allora primo ministro italiano, si dimettesse.

Nel suo libro, Geithner racconta quel che disse a Obama: “Non possiamo sporcarci le mani di sangue”, e lo spinse a rifiutare il piano italiano – cosa che fece nel corso di un teso incontro  a tarda notte con i leader della zona euro che il FT ha raccontato in un recente serie sulla crisi. Questi eventi sembrano essere stati censurati nella trascrizione che abbiamo, ma Geithner aggiunge comunque un po’ di colore che non era nel suo libro:

Geithner: Per cercare di comprenderli, l’esperienza dei tedeschi è stata che ogni volta che riuscivano a ottenere un po’ di calma [nei] mercati e gli spread italiani iniziavano a scendere, Berlusconi rinnegava tutto ciò che si era impegnato a fare. Così erano proprio paranoici sul fatto che ogni atto di generosità da parte loro venisse accolta con una sorta di “vaffanculo” dall’establishment politico dei paesi più deboli d’Europa, e così i tedeschi erano proprio furiosi. Sarkozy stava cercando di barcamenarsi tra la visione dei tedeschi sulla crisi e il fatto che la Francia stava soffrendo una discreta quantità di danni collaterali, anche, perché l’Europa si stava indebolendo, e lui era in campagna elettorale. Stava cercando di capire come colmare questa divergenza ….

C’è stata una riunione del G20 in Francia, ospitata da Sarkozy, che è stata davvero incredibilmente interessante, affascinante per noi e per il presidente, e vi dirò solo alcune delle cose veloci di passaggio in modo da poter poi tornarci sopra. Gli europei in realtà ci hanno avvicinato a bassa voce, indirettamente, prima di dire: “Sostanzialmente vogliamo che voi vi uniate a noi nel costringere Berlusconi a dimettersi” Ci hanno voluto dire in sostanza che non avremmo dovuto sostenere l’Italia con denaro del FMI o qualsiasi ulteriore aiuto di cui avesse bisogno se Berlusconi era primo ministro. E’ stato bello, interessante. Ho detto di no ….

Ma ho in realtà ho sentito, ho pensato, che quel che Sarkozy e Merkel stavano facendo era fondamentalmente giusto: non avrebbe funzionato. La Germania, il pubblico tedesco, non avrebbero sostenuto un qualcosa come un firewall finanziario più grande, più soldi per l’Europa, se Berlusconi fosse restato al governo del paese.

 

Traduzione di Carmenthesister


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