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La Francia dice addio all’Africa: il Senegal segna la fine di un’era militare

Il ritiro delle ultime basi militari francesi dal Senegal segna la fine di una presenza sessantennale in Africa e del modello “Françafrique”. Un’analisi delle nuove dinamiche e partnership nel continente.

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La Francia ha formalmente restituito al Senegal le sue ultime basi militari, segnando la fine di una presenza sessantennale e lasciando l’esercito francese senza campi permanenti nell’Africa occidentale e centrale.

La cerimonia di riconsegna di Camp Geille, la più grande base francese nel paese, e del suo aeroporto a Dakar, ha visto la partecipazione di alti funzionari francesi e senegalesi.

La fine di un’era per la Francia in Africa

Il ritiro di circa 350 soldati francesi, principalmente dedicati a operazioni congiunte con l’esercito senegalese, conclude un processo avviato a marzo. Questa mossa si inserisce in un contesto più ampio di disimpegno francese dal continente, dove le ex colonie stanno progressivamente voltando le spalle all’antica potenza coloniale. La decisione arriva dopo che il presidente senegalese Bassirou Diomaye Faye, eletto nel 2024 con la promessa di un cambiamento radicale, ha chiesto il ritiro delle truppe francesi entro il 2025.

Sovranità e nuove partnership

A differenza dei leader di altre ex colonie come Burkina Faso, Mali e Niger – paesi ora governati da giunte militari che hanno tagliato i legami con Parigi per avvicinarsi alla Russia – Faye ha sottolineato l’intenzione del Senegal di mantenere la collaborazione con la Francia. Il generale Mbaye Cisse, capo di stato maggiore del Senegal, ha definito la riconsegna un “punto di svolta importante nel ricco e lungo percorso militare dei nostri due paesi”, mentre il generale Pascal Ianni, comandante delle truppe francesi in Africa, ha parlato di una “pagina che si volta nella storia militare dei due paesi, una relazione speciale ed essenziale per i paesi della regione”.

Festeggiamenti a Dakar per la fine della presenza francese

Dopo l’indipendenza nel 1960, il Senegal era diventato uno dei più fedeli alleati africani della Francia, ospitando truppe francesi per tutta la sua storia. Tuttavia, Faye, in discontinuità con il suo predecessore Macky Sall, ha affermato che il Senegal tratterà la Francia come qualsiasi altro partner straniero, ribadendo che “il Senegal è un paese indipendente, un paese sovrano e la sovranità non accetta la presenza di basi militari in un paese sovrano”. Il presidente senegalese ha anche chiesto a Parigi di scusarsi per le atrocità coloniali, inclusa la strage del 1° dicembre 1944 di decine di truppe africane che avevano combattuto per la Francia nella Seconda Guerra Mondiale.

Un ritiro su scala continentale: la fine della “Françafrique”

La presidenza di Emmanuel Macron ha visto una progressiva riduzione e chiusura delle basi militari francesi nel continente africano, segnando la fine di ciò che restava dell’influenza militare post-coloniale, spesso definita Françafrique. Con i governi africani che sempre più spesso mettono in discussione la presenza militare francese, Parigi ha ridotto le sue truppe o chiuso basi in diverse ex colonie.

A febbraio, la Francia ha restituito la sua unica base rimanente in Costa d’Avorio, ponendo fine a decenni di presenza. Il mese precedente, aveva ceduto la base di Kossei in Ciad, l’ultimo presidio militare nella turbolenta regione del Sahel. I colpi di stato in Burkina Faso, Niger e Mali tra il 2020 e il 2023 hanno portato al potere leader militari che hanno reciso i legami con la Francia, rivolgendosi alla Russia per il supporto nella lotta all’insurrezione jihadista. Anche la Repubblica Centrafricana, altra ex colonia francese dove il Cremlino ha inviato mercenari, ha chiesto un ritiro francese.

Attualmente, solo la piccola nazione del Corno d’Africa, Gibuti, ospiterà una base militare francese permanente dopo il ritiro di giovedì. La Francia intende fare della sua base a Gibuti, con circa 1.500 militari, il suo quartier generale militare per l’Africa. Questo riposizionamento strategico riflette una nuova fase nelle relazioni tra la Francia e il continente africano, basata meno sulla presenza militare e più su partnership rinegoziate.

Che impatto avrà questo disimpegno francese sulle dinamiche di sicurezza e sulle alleanze future in Africa?


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