Conti pubblici
Francia: la stretta fiscale sui “Paperoni” in stile Monti. Ecco come Lecornu vuole fare cassa compiacendo i socialisti
Il governo francese punta a incassare 3 miliardi in più dai redditi alti. Tra un’imposta minima al 20% e una “supertassa Sarkozy” potenziata, ecco il piano per far cassa senza reintrodurre la temuta patrimoniale. Una mossa alla Monti, che rischia di non portare nulla
Il Primo Ministro Sébastien Lecornu, in una mossa che cerca di accontentare l’ala sinistra senza spaventare i mercati, ha messo nel mirino i contribuenti più facoltosi per cercare di diminuire il deficit francese. L’obiettivo? Raccogliere circa 3 miliardi di euro aggiuntivi colpendo, con due strumenti distinti, chi dichiara redditi superiori ai 250.000 euro annui.
Una manovra che sa tanto di compromesso politico, studiata per ottenere il via libera del Partito Socialista ed evitare il ritorno di fantasmi come l’ISF (l’imposta patrimoniale), ma che mostra chiaramente la direzione di marcia del governo francese.
Vediamo nel dettaglio come Parigi intende procedere.
Due pilastri per tassare i ricchi
Il piano di Lecornu non inventa nulla di completamente nuovo, ma piuttosto potenzia e rende strutturali strumenti già noti. Si tratta di un approccio pragmatico che punta a massimizzare il gettito limitando le vie di fuga dell’ottimizzazione fiscale.
- L’Imposta Minima (CDHR): una Riconferma Necessaria Il primo strumento è la riconferma del “Contributo Differenziale sugli Alti Redditi” (CDHR). In pratica, è un’imposta minima garantita. Il principio è semplice: chi ha redditi molto elevati deve contribuire per una quota minima.
- Come funziona? Lo Stato francese si assicura che la somma totale delle imposte pagate (su reddito, patrimonio immobiliare, rendite finanziarie) da un contribuente con redditi superiori a 250.000 euro (500.000 per una coppia) non sia inferiore al 20% del reddito totale. Se così fosse, il contribuente è tenuto a versare la differenza.
- Gettito atteso: Dopo un rendimento inferiore alle attese nel 2025 (circa 1,4-1,5 miliardi invece dei 2 previsti), il governo ha deciso di renderla una misura stabile, attendendosi un incasso di 1,5 miliardi di euro per il 2026.
- La “Supertassa Sarkozy” (CEHR): da Eccezionale a Permanente Il secondo pilastro è un inasprimento del “Contributo Eccezionale sugli Alti Redditi” (CEHR), introdotto nel lontano 2012, in piena crisi del debito sovrano. Di “eccezionale”, come spesso accade in questi casi, ha avuto solo il nome, essendo rimasto in vigore da allora.
- Come funziona? Si tratta di un’aliquota aggiuntiva applicata ai redditi fiscali di riferimento che superano determinate soglie:
- +3% per i redditi sopra i 250.000 euro (500.000 per le coppie).
- +4% per i redditi sopra i 500.000 euro (1 milione per le coppie).
- Lecornu prevede di “indurire” ulteriormente questa tassa, probabilmente ritoccando le aliquote o le soglie, per raccogliere un altro 1,5 miliardi di euro. Questo la renderebbe o eccessivamente pesante, o a carico del ceto medio e non più solo dei super ricchi.
- Come funziona? Si tratta di un’aliquota aggiuntiva applicata ai redditi fiscali di riferimento che superano determinate soglie:
Non finisce qui: la caccia alle Holding “Salvadanaio”
Come se non bastasse, nel pacchetto fiscale rientra anche una misura “anti-ottimizzazione” che era in preparazione da quasi un anno. L’obiettivo sono le cosiddette holding patrimoniali, spesso utilizzate come “casseforti” per accumulare dividendi senza distribuirli, evitando così di pagarci la “flat tax” francese. Queste holding poi spesso possiedono i beni dei ricchi francesi, anche di lusso, come Yacht e Ville.
Bercy (il Ministero dell’Economia e delle Finanze francese) ha già identificato circa 30.000 società che potrebbero rientrare in questo perimetro. Da questa sola misura, il governo si aspetta un gettito aggiuntivo di poco più di 1 miliardo di euro. Però se gli utili non distribuiti vengono tassati oltre l’aliquota ordinaria avremo anche, come effetto secondario, la sotto capitalizzazione delle holding, con meno soldi per ricapitalizzazione. Inoltre ci saràò una fuga di queste società dalla Francia: uno yacht o un aereo privato possono essere intestati, senza problemi, ad una società olandese o del Lussemburgo. Esattamente come per la tassa sui super yacht, che rese praticamente nulla,60.000 euro nel 2024, anche questa misura rischia di essere demagogica, alla Monti.
In totale, il contributo richiesto ai più ricchi si attesterebbe quindi tra i 4 e i 4,5 miliardi di euro. Una cifra non banale, che serve a Lecornu per dimostrare un impegno verso la “giustizia fiscale” e, soprattutto, per tenere a bada le richieste di misure ben più radicali, come un ritorno in grande stile della patrimoniale o l’introduzione della discussa “Zucman tax”. La palla, ora, passa al Parlamento.
Domande e Risposte per il Lettore
1) Queste nuove tasse risolveranno i problemi di bilancio della Francia? No, non da sole. I 3-4 miliardi di euro attesi sono una cifra significativa, ma rappresentano solo una piccola parte dello sforzo necessario per risanare le finanze pubbliche francesi, il cui deficit è ancora elevato. Questa manovra ha un valore più politico che puramente economico: serve a dimostrare che il governo sta agendo sulla “giustizia fiscale” e a ottenere il consenso politico necessario per approvare il bilancio, ma le vere sfide strutturali, come la riforma della spesa pubblica, restano sul tavolo.
2) Che differenza c’è tra queste imposte e una vera e propria imposta patrimoniale? La differenza è fondamentale. Le misure del governo Lecornu (CDHR e CEHR) sono imposte sui flussi, ovvero sui redditi guadagnati in un anno. Un’imposta patrimoniale, come la vecchia ISF francese, è invece un’imposta sullo stock, cioè sul patrimonio complessivo posseduto da un individuo (immobili, azioni, liquidità, etc.) a una certa data, indipendentemente dal reddito generato in quell’anno. Le imposte sul reddito sono politicamente più digeribili, mentre quelle sul patrimonio sono spesso accusate di colpire il risparmio accumulato e di incentivare la fuga di capitali.
3) Perché il governo francese non reintroduce semplicemente l’ISF (l’imposta patrimoniale) che porterebbe più gettito? Per una ragione principalmente politica ed economica. L’ISF, sostituito nel 2018 dall’IFI (imposta sulla fortuna immobiliare) dal presidente Macron, era molto impopolare tra imprenditori e investitori ed era accusato di provocare la delocalizzazione di capitali e talenti. Reintrodurlo sarebbe una netta sconfessione della politica economica “pro-business” di Macron e creerebbe forti tensioni nella maggioranza. Il piano Lecornu è un compromesso: si tassano i redditi più alti, ottenendo il plauso della sinistra, ma si evita di toccare il patrimonio,
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