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Francia: la conversione della destra gollista? Il Cordone Sanitario cede al Rassemblement National

Mentre la destra tradizionale francese crolla, si prepara un’alleanza storica con l’estrema destra di Le Pen e Bardella. Un “contratto di governo” che potrebbe cambiare la Francia per sempre.

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“Il vostro turno sta arrivando”. Non è il messaggio di un militante entusiasta, ma la confidenza sussurrata da un alto dirigente dei Républicains (LR), il partito che fu di Chirac e Sarkozy, a un quadro del Rassemblement National (RN) di Marine Le Pen, come riportato da Le Point. Una frase che sa di resa, di constatazione quasi rassegnata di un destino inevitabile. Per molti, nella destra di governo francese, la domanda non è più se il RN andrà al potere, ma quando.

In questo clima da “fine impero”, una possibile dissoluzione dell’Assemblea Nazionale non è più uno spettro, ma una concreta minaccia che potrebbe lasciare il partito gollista letteralmente in macerie. E se a Marine Le Pen e Jordan Bardella mancassero pochi seggi per la maggioranza assoluta, dove andrebbero a cercarli? La risposta è scontata: tra i banchi di ciò che resta dei Républicains.

La fine di un tabù: il “cordone sanitario” è solo un ricordo

Quella che un tempo era una barriera invalicabile, il cosiddetto “cordone sanitario” contro l’estrema destra, oggi appare come una vecchia recinzione arrugginita. I segnali di cedimento sono ormai quotidiani e provengono da figure di primo piano:

  • Roger Karoutchi, placido senatore LR, ha dichiarato candidamente che, in un ballottaggio, voterebbe per il candidato del RN contro uno della sinistra radicale (LFI), senza suscitare particolare scandalo nel suo campo.
  • Sophie Primas, ex portavoce del governo Bayrou e vicina al presidente del Senato Gérard Larcher, ha parlato con disinvoltura di un’alleanza: “Se c’è un contratto di governo con idee e misure che non sono ortogonali alle nostre convinzioni, beh, lavoriamo insieme”.
  • Laurent Wauquiez, considerato uno dei possibili leader futuri, ha teso la mano a Sarah Knafo (Reconquête) e ha affermato che non censurerebbe a priori un governo del RN.
  • Nicolas Sarkozy, l’ex Presidente, dopo aver ricevuto Bardella nei suoi uffici, ha ripetuto che il RN appartiene all’“arco repubblicano”, sdoganandolo di fatto.

Accecati dalla crisi interna e dal terrore di essere fagocitati dal “macronismo”, i leader storici del partito gollista non sembrano ormai più opporsi alla creazione di una destra unica. Si sta perfino andando oltre l’unione delle destre generiche, verso invece la creazione di una vera e propria confederazione unica.

La strategia dell’OPA (offerta pubblica di acquisto) del RN

Jordan Bardella, con un tempismo politico impeccabile, ha colto la palla al balzo e il 7 ottobre ha lanciato una sorta di OPA, per ora amichevole, sui Républicains, proponendo un “contratto di governo” in caso di elezioni anticipate. “Se ci mancano 20 o 30 deputati per governare, è logico che li si cerchi da LR piuttosto che dai socialisti”, ha commentato pragmaticamente il deputato RN Jean-Philippe Tanguy.

Chi ha visto all’opera Bardella in Europa sa che è estremista solo nel proprio moderatismo. Non ha mai chiuso una porta in faccia al PPE, nonostante la formazione centrista si sia rivelata francamente infida. Questa sua linea pragmatica, unita alle note vicende giudiziarie che hanno coinvolto la leadership storica del partito, rende oggi un accordo fra centrodestra e identitari più plausibile che mai.”

Del resto la stessa Marine Le Pen, a lungo scettica sull’idea di “unione delle destre”, ha gradualmente rivisto la sua posizione, spinta dal pragmatismo del suo giovane delfino. L’obiettivo non è assorbire un partito di “malati in fase terminale”, come ironizza un quadro del RN, ma raccogliere quei 15-20 deputati necessari per governare, lasciando che il resto del partito si disperda.

In questa strategia, l’UDR di Éric Ciotti (l’ex presidente di LR passato armi e bagagli con il RN) funge da “camera di decompressione” per chi prova ancora un certo imbarazzo a unirsi direttamente all’ex Front National.

La convergenza inevitabile

A spingere verso questa fusione non è solo la tattica politica, ma anche la base elettorale e, paradossalmente, i programmi.

Fattore di ConvergenzaDescrizione
SondaggiUn’indagine Ifop-Fiducial mostra che il 41% degli elettori di LR è favorevole a candidature uniche con RN e Reconquête.
Pressione della BaseMolti deputati LR ammettono: “I nostri elettori ci spingono all’unione”. Il risultato dell’elezione suppletiva di Tarn-et-Garonne, dove il candidato di Ciotti ha vinto grazie ai voti di LR, ne è la prova.
Programmi EconomiciIl vero punto di non ritorno. Per anni, LR ha criticato il programma “marxista” del RN. Ora, per paura di una vittoria lepenista, alcuni deputati LR sono pronti a sabotare la propria riforma delle pensioni (quella che ha portato l’età a 64 anni), accelerando di fatto il riavvicinamento ideologico.

Come sottolinea con amarezza la portavoce di LR, Agnès Evren: “Se i Républicains si allineano al RN sulle pensioni, […] quale sarà la differenza tra noi e loro? Che interesse avrà un elettore di destra a votare ancora LR?”.

Proprio Lecornu sta accelerando questo processo: la sua mezza resa ai socialisti sulle pensioni, per guadagnare un pugno di voti, e le pressioni per un appesantimento fiscale sui redditi più polposi, fanno si che il macronismo stia diventando per la destra moderata molto più indigesto di un giovane e sorridente Bardella.

Il presidente di LR, Bruno Retailleau, ha recentemente ironizzato sulla sinistra, immaginando “LFI che spenna il pollame socialista”. Non si è forse reso conto che, agli occhi del Rassemblement National, il più prelibato volatile da cacciare è proprio il suo partito.

Le Pen e Bardella festeggeranno al governo?

 

Domande & Risposte

1) Perché i Républicains, che per decenni hanno costruito un “muro” contro l’estrema destra, ora sembrano pronti ad allearsi?

La ragione principale è una profonda crisi di identità e di consensi. I Républicains sono schiacciati tra il blocco macronista, che attira i moderati, e il Rassemblement National, che drena i voti della destra più conservatrice. Indeboliti, con sondaggi ai minimi storici e terrorizzati dall’irrilevanza, molti esponenti vedono un’alleanza con il RN non come una scelta, ma come l’unica via per la sopravvivenza politica personale. Inoltre, la pressione della loro stessa base elettorale, che non vede più il RN come un nemico, li spinge in quella direzione.

2) Qual è la vera strategia di Marine Le Pen e Jordan Bardella? Vogliono davvero un’alleanza alla pari?

No, la loro strategia è più simile a un’acquisizione che a una fusione. Il RN è in una posizione di forza e non ha bisogno dell’intero apparato di LR, che considera obsoleto. L’offerta di un “contratto di governo” è un modo per attirare i singoli deputati e dirigenti necessari a raggiungere la maggioranza assoluta in parlamento. L’obiettivo è legittimarsi come unica forza di governo a destra, assorbendo le figure e gli elettori utili e lasciando che il marchio “Les Républicains” si estingua o diventi un satellite minore.

3) Ci sono ancora delle reali differenze programmatiche tra i due partiti, soprattutto in economia?

Storicamente, le differenze erano nette. LR ha una tradizione liberale e pro-business, favorevole a riforme strutturali come l’innalzamento dell’età pensionabile. Il RN, invece, ha un programma economico più statalista e protezionista, con un focus sul “welfare” per i cittadini francesi. Tuttavia, queste differenze si stanno assottigliando. La linea più “liberale” di Bardella è apprezzata da alcuni ambienti economici, mentre i Républicains, per calcolo elettorale, stanno ammorbidendo le loro posizioni più rigoriste, ad esempio sulle pensioni, rendendo i due programmi sempre più compatibili.

E tu cosa ne pensi?

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