Francia

Francia: Il nuovo premier Lecornu cerca una via d’uscita per la manovra, ma i Socialisti minacciano la crisi

Francia sull’orlo di una crisi di governo: il nuovo premier Lecornu cerca un accordo impossibile sulla manovra finanziaria, ma i Socialisti pongono un ultimatum e minacciano la sfiducia. Ecco i numeri e le proposte sul tavolo, dalla patrimoniale ai tagli di spesa

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Il nuovo Primo Ministro francese, Sébastien Lecornu, si trova già ad affrontare la sua prima, grande gatta da pelare: il bilancio per il 2026. A una settimana dalla sua nomina a Matignon e alla vigilia di un’importante giornata di mobilitazione sociale, il premier ha avviato un serrato giro di consultazioni con le opposizioni per tentare di disinnescare una crisi politica annunciata. La strada, però, appare tutta in salita.

La giornata di mercoledì si è aperta con l’incontro con la delegazione del Partito Socialista (PS), guidata dal primo segretario Olivier Faure. Dopo due ore di colloquio, il messaggio dei socialisti è stato tanto semplice quanto perentorio: il progetto di bilancio presentato a luglio dal predecessore François Bayrou va completamente riscritto. “Il messaggio che dovevamo portare era che la vita dei francesi deve cambiare”, ha dichiarato Faure, sottolineando l’urgenza di una svolta in un clima sociale rovente.

I socialisti non si sono presentati a mani vuote. Hanno messo sul tavolo un sondaggio IFOP che, a loro dire, mostra un plebiscito per le loro proposte. La più dirompente è senza dubbio la cosiddetta “tassa Zucman“: un’imposta del 2% sui patrimoni superiori ai 100 milioni di euro. Secondo il sondaggio, questa misura raccoglierebbe l’86% dei consensi, con picchi sorprendenti tra gli elettori del partito di governo Renaissance (92%) e dei Repubblicani (89%). Una proposta che Lecornu ha già escluso, pur ammettendo la necessità di porsi “questioni di giustizia fiscale”.

L’avvertimento del PS è stato diretto e privo di giri di parole: “Non cerchiamo la sfiducia, non cerchiamo lo scioglimento delle Camere. Cerchiamo di far sì che i francesi siano ascoltati. Se saranno ascoltati, non voteremo la sfiducia. In caso contrario, lo faremo”. Una spada di Damocle che pende sulla testa di un governo privo di una solida maggioranza.

La difficile quadratura dei conti

Il cuore del problema, come spesso accade, sono i numeri. La manovra presentata da Bayrou prevedeva un piano di tagli alla spesa pubblica estremamente severo, che ha fatto insorgere tutte le opposizioni. Il nuovo premier sta cercando una mediazione, consapevole che la proposta originaria è politicamente insostenibile. Le posizioni in campo sono ancora molto distanti:

  • Piano originale (Bayrou): 44 miliardi di euro di risparmi.
  • Proposta di mediazione (Presidente dell’Assemblea Nazionale): Tra i 35 e i 36 miliardi di euro.
  • Richiesta del Partito Socialista: 21,7 miliardi di euro.

Mentre La France Insoumise di Mélenchon ha platealmente rifiutato l’invito, Lecornu ha in agenda incontri con gli Ecologisti, i Comunisti e anche con il Rassemblement National di Marine Le Pen. Il premier ha già fatto alcuni gesti distensivi, come il ritiro dell’impopolare proposta di abolire due giorni festivi e la simbolica eliminazione dei privilegi per gli ex primi ministri. Basteranno questi segnali per placare la piazza, che si prepara a una mobilitazione massiccia, e per convincere un’opposizione che, per la prima volta da tempo, sente di avere il coltello dalla parte del manico? Le prossime ore saranno decisive per capire se la Francia si avvia verso un autunno di riforme concordate o verso una crisi politica e sociale.

Hotel Mantignon, sede del governo francese

Domande e Risposte

1. Qual è il tema centrale della notizia? Il tema centrale è il difficile tentativo del nuovo Primo Ministro francese, Sébastien Lecornu, di trovare un accordo politico per far approvare la legge di bilancio per il 2026. In un parlamento senza una chiara maggioranza, è costretto a negoziare con le opposizioni, in particolare con il Partito Socialista, che minaccia una mozione di sfiducia se le sue richieste di maggiore giustizia sociale e minori tagli alla spesa non verranno accolte. La situazione è aggravata da un forte malcontento sociale, pronto a sfociare in grandi manifestazioni di piazza.

2. Qual è l’importanza di questa notizia nel contesto politico francese? Questa notizia è di fondamentale importanza perché rappresenta il primo vero banco di prova per il governo Lecornu e per la stabilità politica della Francia. Un fallimento nel trovare un compromesso sul bilancio potrebbe innescare una crisi di governo, portando potenzialmente a uno scioglimento anticipato delle Camere e a nuove elezioni. Dimostra la fragilità dell’esecutivo e la crescente influenza delle opposizioni in un quadro politico frammentato, dove la capacità di mediazione del premier diventa cruciale per la sopravvivenza stessa del governo.

3. Quali potrebbero essere le ricadute economiche e sociali di questa situazione? Le ricadute dipenderanno dall’esito dei negoziati. Un compromesso potrebbe portare a una manovra finanziaria meno austera, con un impatto potenzialmente positivo sui consumi ma con maggiori rischi per il debito pubblico e il rispetto dei parametri europei. Al contrario, una crisi politica prolungata genererebbe incertezza, penalizzando gli investimenti e la fiducia dei mercati. Sul piano sociale, accogliere alcune richieste delle opposizioni e dei sindacati potrebbe allentare le tensioni, mentre un’eventuale imposizione della manovra originale rischierebbe di infiammare ulteriormente la piazza, con scioperi e proteste di lunga durata.

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